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domenica 20 settembre 2009

Viaggio nel valore dell’esperienza

Quando una città per volere quasi unanime dei suoi cittadini esprime pressoché un plebiscito per un sindaco, quale l’On. Nicola Cristaldi, che rappresenta storia, esperienza e alta politica, viene da chiedersi che valore abbiano tali virtù nell’agone pubblico, sociale ed amministrativo. Per dare risposta a questo interrogativo e per cercare di diradare la coltre storica che attanaglia il corso degli eventi di questa provincia, Sosta Vietata ha incontrato Aldo Dolores, simbolo di questa città ma anche, e questa è la veste che ha ricoperto nell’ultima tornata elettorale, guida delle nuove ed intraprendenti schiere dell’Italia dei Valori mazarese.

Mazara del Vallo è quella tipica realtà che si presta, come d’altronde molte altre nella nostra cara penisola, a varie interpretazioni su qualsiasivoglia avvenimento, con la caratteristica però, tutta locale, di non giungere mai ad una verità certa e stabilita, ma sempre ad ipotesi più o meno plausibili, più o meno concernenti la realtà ed in grado di spiegare il futuro. Così anche una vittoria schiacciante come quella ottenuta dall’On Nicola Cristaldi non trova un’unica spiegazione ma bensì teorie: Cristaldi ha vinto da sé e per sé, con la sua forza e la sua storia; la vittoria è del Pdl che ha saputo vincere non solo a Mazara ma in Italia e all’Europee; secondo altri la vittoria è si meritata, ma anche frutto di una battaglia che nel nostro paese il Pd ha rinunciato a combattere sul serio. Teorie dicevamo, teorie e non realtà...Ma se è vero che sulle teorie si basano i processi italiani più controversi che poi devono essere verificati dal giudice qualora vi sia una condanna, allora è il caso di rivolgere l’attenzione a chi dal 1974 di teorie politiche s’interessa, essendone partecipe, e da poco tempo cerca anche di tirarne le fila in maniera più defilata creando un solco, se pur minimo, tra lui e il corso politico di questa provincia ed in particolare di Mazara, permettendoci di avere uno spettatore di lusso per le nostre strade. Colui cui facciamo riferimento, è l’ingegnere Aldo Dolores, che ha permesso a Sosta Vietata di intervistarlo approfondendo la sua storia che si lega indissolubilmente a quella mazarese, spaziando comunque anche su temi più vasti: dalla cronaca politica nazionale alle previsioni per quello che, secondo lui, sarà il futuro che passa gioco forza dal Palazzo Comunale di questa città. L’intervista avviene in una giornata post-ferragosto di questa città. Caldo, molto. Confusione, tanta. E ancora in giro i visi di chi essendo originario di Mazara, pur lavorando altrove ormai da anni per mancanza di prospettive nella sua terra natia, torna per le ferie. Vengo ricevuto attorno alle 12.30 presso lo studio dell’ingegnere, dove attendo qualche minuto prima d’incontrarlo. Nello studio si colgono già le prime sfaccettature del personaggio: noto d’impatto pareti non proprio moderne, che fanno pensare ad un luogo vetusto, ormai espunto dai suoi anni migliori. L'attenzione è pero tutta per l'immancabile computer e l'insieme delle attrezzature tecnologiche, come anche un'enorme scrivania sommersa dalle carte della burocrazia, come è consono alle abitudini di un buon professionista. Attorno le librerie sono cariche di testi, non solo riferibili alla professione ingegneristica, il che mi lascia a giusto modo sorpreso. Aggiungendo a questa scenografia gli innumerevoli attestati, oltre alla laurea, fissati sul muro di fronte a me, si capisce che, chi andrò ad incontrare dopo qualche secondo, è una persona senza fronzoli, ma profondamente concreta e precisa. Appena entrato nella stanza dove lo aspettavo e fatte le dovute presentazioni, l’intervista entra subito nel vivo. E se come detto sopra l’obiettivo di questo incontro era conoscere e far conoscere la storia politica del personaggio, il valore dell’esperienza e aneddoti ormai storici su questa provincia e città, le domande non possono non partire proprio dal curriculum vitae o per meglio dire dal curriculum politico dell’ingegnere. La sua storia pubblico-politica comincia nel Psi, e nel 1974 è il primo dei non eletti proprio in quella lista per la corsa al seggio del consiglio comunale. Poco male però per il giovane Dolores che già nel 1979 diventa consigliere provinciale, unico rappresentante fra l’altro della città di Mazara in quel consiglio. Da quel momento e per altre legislature provinciali fino al 1993, l’ingegnere ricoprirà importanti cariche (derivanti anche dal fatto di essere sempre il primo degli eletti) tra queste gli incarichi assessoriali alla viabilità, alle finanze e sviluppo economico ed infine ai lavori pubblici. Un percorso permeato sul merito che però prende una svolta particolare negli anni di tangentopoli, che come una canicola asfissiante cala su quell’amministrazione provinciale. A quel punto la scelta di uscire dal Psi e aderire al gruppo misto, scelta sofferta allora e meritevole di una mia domanda adesso: “Craxi, come fu interpretato allora? E come lo sarebbe ora? Il giudizio di Aldo Dolores è cambiato negli anni?”. Le risposte rilasciate hanno una nota di malinconia per il ricordo dei tempi andati carichi di soddisfazioni, ma anche di amarezza per la fine di una strada carica di principi almeno in alcuni di quegli uomini che componevano il Psi. Craxi secondo Aldo Dolores non fu peggiore di altri politici di allora, non fu il male di quell’Italia anestetizzata dalla corruzione, ne tanto meno scacciarlo fu la risoluzione del problema; resta però il fatto che quell’uomo, Bettino Craxi, tradì gli ideali di chi nei principi del Psi credeva e ai quali conformava la propria vita. Cito testualmente: “La dichiarazione in Parlamento di Craxi fu una presa di posizione verso e contro l’ipocrisia, ma per me fu come un padre che ti dice di avere tradito”. Continua Dolores che quel Craxi adesso non sarebbe visto nella stessa maniera, ma accostato a tanti altri che sbagliano e pure progrediscono nella loro carriera politica, ma per i vecchi uomini del Psi, quello pulito e onesto, Craxi rimane pur sempre uno statista, degno di apprezzamento per le capacità, ma conformatosi ad un sistema malato di cui andava solamente denunciato il sudiciume. Continuando il ritratto politico di quegli anni mi vengono mostrate testimonianze dell’uscita dal Psi, come la lettera inviata all’allora presidente della provincia nella quale Aldo Dolores spiegava le motivazioni del suo gesto, o come il comunicato stampa inviato al mai troppo rimpianto Peppe Pirrello, allora operante presso Canale2. Ma la storia di Aldo Dolores non finisce con i vecchi partiti politici, non sopravvissuti a tangentopoli. Va oltre. L’ingegnere cerca una nuova casa, una nuova base da cui partire, il Pds: “Come mai proprio il Pds e non altre realtà italiane?” La risposta è in realtà una citazione: “Decisi di entrare nel Pds, quando condividendone per grandi linee i pensieri, apprezzai la scelta di D’Alema di dire che l’esperienza comunista era finita, e con la caduta del muro di Berlino era stato scoperto ciò che il comunismo russo era stato. E se allora con il muro si erano infrante anche le resistenze comuniste, il Pds poteva rappresentarmi e io muovermi nel partito”. La storia adesso si trasforma in attualità, e arriviamo a grandi passi all’elezione del sindaco Macaddino. Le parole diventano più ferme e decise, e l’ingegnere mi ricorda come quello che poi divenne sindaco di Mazara non fu appoggiato dalla sua persona nè durante la prima fase nè durante il ballottaggio. Il commento su Macaddino non ha durante quest’intervista risvolti personali, ma squisitamente politici e basta citare un esempio molto vicino a noi per capire la diversità tra questi due personaggi. Dice Dolores: “L’ex sindaco Macaddino durante l’intervista rilasciata a Tele8 alla fine della cerimonia del passaggio di consegne al nuovo primo cittadino, On. Cristaldi, risponde alla giornalista che si ritiene soddisfatto di quello che ha fatto nella sua legislatura, citando strade, piazze di periferia, illuminazioni vicino le scuole, e ad altri fatti concreti che hanno una loro importanza preponderante in città. Ma un sindaco non si misura solo dalla cubatura dell’asfalto versato per le strade, ma da ciò che fa per aumentare il tenore di vita dei cittadini, e continua, dalla pulizia e regolarità dell’amministrazione che proprio il primo cittadino deve assicurare e mantenere”. Il sindaco Macaddino adesso non è più sindaco, in via Carmine c’è un nuovo inquilino più ingombrante e sicuramente più radicato nella storia di questa città. Anche qui la domanda diventa d’obbligo: “Cristaldi ha stravinto contro tutto e tutti, ma se come dicono i mazaresi si sapeva che avrebbe vinto lui, più inaspettata era una tale mole di voti. Come si spiega un 70% per un sindaco secondo lei?”. Dolores: “La vittoria è del sindaco Cristaldi, della sua figura e di quello che i mazaresi pensano di lui. Ma è pur vero che l’opposizione non è stata forte, bisognava sfruttare il fattore divisione nel Pdl mazarese Cristaldi-Scilla, proponendo una campagna elettorale non al ribasso ma fondata sulle ideologie, e non su strani apparentamenti”. Chiedo a questo punto: “E Aldo Dolores con l’Italia dei Valori quale obiettivo aveva e cosa voleva dimostrare?” La risposta che non si fa attendere è che “quella con l’Italia dei Valori è stata un’esperienza positiva che però non ha portato al seggio, cosa che invece i giovani della lista meritavano. In realtà Peppe Marino si è fatto portavoce di questa esperienza, mettendoci la faccia in maniera molto coraggiosa. Di sicuro abbiamo dimostrato che c’è a Mazara chi sta fuori da certe logiche, che esiste e che è una forza da tenere in considerazione. Adesso non so cosa succederà nel breve ma quei giovani non devono mollare”. Dalle parole dell’ingegnere si capisce l’avversione verso l’attuale progetto Pd, e quindi gli chiedo di approfondire il suo pensiero: “Il Pd a livello nazionale era nato con un processo specifico di avvicinamento tra diverse ideologie, differente da quello del Pdl, ma con l’intento di creare un grande partito, forte e radicato. Ad oggi questo obiettivo è praticamente inesistente tranne che nel simbolo, poiché a livello nazionale del Pd non fanno ancora parte uomini del Pd ma ex-Ds, ex-Margherita, creando un sistema di divisione sul territorio tale che ad esempio nel Piemonte come in Sicilia è forte la componente ex-Dc, o come in Toscana ed in Emilia-Romagna dove invece è forte la predilezione per la sinistra. Anche a livello locale però si arranca poiché mancando direttive nazionali, il simbolo viene usato da chi nelle singole località ha più voti, sfuggendo all’applicazione dei reali valori del partito. Anche a Mazara il Pd è guidato secondo logiche simili, si inserisce in realtà in sistemi provinciali di mantenimento degli equilibri già prestabiliti in cui è difficile sovvertire le decisioni”. Molto è già stato detto, ma una nota su Berlusconi va fatta: “Molto stringatamente Berlusconi chi è?” Dolores: “Berlusconi è chi ha sovvertito in parte le regole della politica, prima di lui la morale politica era subordinata all’esempio che ogni politico sapeva dare, adesso si è operata una sostanziale scissione in funzione della sua condotta poco onorevole, cosa che però lo stesso Berlusconi aveva omesso dal fare quando fatti addirittura meno gravi riguardavano altri personaggi. La televisione gli ha sostanzialmente permesso di operare un golpe al contrario, prima si conquistava il potere e poi i mezzi d’informazione, adesso con i mezzi d’informazione si conquista il potere e addirittura Berlusconi è riuscito a mantenerlo per anni. Il fatto che però va rilevato è che come i grandi leader fanno proseliti anche Berlusconi ha il suo seguito, il che crea in realtà tanti Berlusconini in giro per l’Italia che il più delle volte scimmiottano il leader, creando solo guai e cattiva amministrazione. Anche adesso come in passato Berlusconi per i suoi oppositori è il male assoluto ma in realtà non è così, perché anche da altre parti sta la cattiva politica, il danno è che gran parte della cattiva politica si ispira al suo modello”. In conclusione: “Cosa si aspetta Aldo Dolores dai prossimi anni?” “La città può avere l’occasione di fare passi avanti notevoli perché il suo attuale sindaco ha le carte in regola per fare bene, sperando che non ci sia ostruzionismo da parte del consiglio comunale. Il Pd in questo momento a livello locale aspetta le direttive nazionali, e anche lì nei prossimi anni potranno esserci i redivivi della scorsa amministrazione che potrebbero tornare a dettare legge. L’Italia dei Valori guida un nuovo sentimento cittadino che potrà svilupparsi se i giovani non avranno paura di spendersi nel progetto. Per quanto riguarda me, i capelli bianchi mi fanno pensare in maniera diversa dagli anni passati, e quindi non mi vedo protagonista con grande intensità, ma non escludo il mio coinvolgimenti nei progetti che riterrò opportuni e ricchi di quei valori che fanno della politica una buona politica”.

Come avrete notato in questa lunga intervista che l’ingegnere Aldo Dolores ci ha gentilmente concesso, manca il pensiero di Sosta-Vietata. Questa scelta non è affatto casuale poiché abbiamo ritenuto la lettura già carica di spunti che ognuno poi elaborerà personalmente. Ma crediamo che sia giusto sottolineare cosa Sosta-Vietata ha imparato da quest’incontro. L’ingegnere è, di fatto, un pezzo della storia politica di questa città, da tutti conosciuto come uno di quei pochi personaggi che sa guardare al di là di ciò che la maggior parte della gente vede, profondamente concreto e convinto di avere portato avanti le sue idee e i suoi principi passando attraverso alcuni partiti ma coerentemente con il suo progetto di vita. Una città che decide di puntare sull’esperienza e sull’alta levatura professionale e politica deve ricordare queste personalità e questa, a nostro avviso, nello specifico.