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giovedì 29 novembre 2012

Panelle fritte: un classico per la tradizione siciliana


Valentina Ferrantello
Cosa sono le panelle? Non sono altro che delle frittelle di ceci che rappresentano una delle tante specialità gastronomiche  della cucina palermitana. Piatto che rappresenta il precursore degli attuali fast-food, trattandosi di un piatto "da strada", una di quelle che le tante friggitorie isolane, ed in particolare di Palermo, preparano con cura e servendole su un panino rimacinato.
Qui sotto troverete la ricetta. Prestate attenzione a non far attaccare il composto.
Buon appetito J








INGREDIENTI: 
500 grammi di farina di ceci
1,5 litri circa di acqua
Sale e pepe q.b
Un ciuffo di prezzemolo tritato
Olio di semi per friggere
Cottura panetto  20 minuti
SVOLGIMENTO:
- PRIMA FASE :  Far sciogliere, a freddo, la farina di ceci nell’acqua, con il sale e il pepe, facendo molta attenzione che non si formino grumi. Cuocere a fiamma bassa mescolando continuamente con un cucchiaio di legno (bisogna fare attenzione a non farla attaccare al fondo della pentola), fin quando otterremo una crema piuttosto morbida ma ben compatta. Prima di fine cottura, continuando a mescolare, aggiungere il prezzemolo tritato.
- SECONDA FASE:  Spalmare l’impasto ottenuto su delle apposite formine di legno. Io per esempio stendo l’impasto su una teglia rettangolare con uno spessore di circa 5/6 mm. Far raffreddare l’impasto e successivamente tagliate in sottili rettangoli.
- FASE FINALE :Una volta tagliate, friggerle in abbondante olio bollente. In pochi minuti saranno imbiondite e le metteremo su carta assorbente da cucina. Vanno mangiate calde.


Risultato finale..



















Valentina Ferrantello

Il ritorno di Silvio a Milanello e la rinascita del Milan!


Il patron rossonero decide di prendere in mano la situazione. Sarà la svolta per la stagione rossonera?
Mirko Scimemi

Poche settimane fa si vociferava del Milan in vendita, di un Silvio Berlusconi pronto a cedere la sua creatura, la sua squadra,  che ha vinto tutto quel che c’era da vincere. Si parlava di un amore finito, tramontato nella stanchezza del presidente di sperperare denaro per una squadra che ormai aveva perso la leadership nel mondo da qualche anno. Eppure, reclamato a gran voce, ecco che prima dell’insidiosa trasferta di Napoli, Berlusconi si presenta a Milanello per spronare i suoi giocatori e farli uscire dal tunnel infernale in cui sono incappati durante questa sciagurata stagione. Ed ecco la svolta, con un amore che si accende all’improvviso: due figure che si riavvicinano dopo anni di lontananza non possono che creare qualcosa di speciale, tanto che i rossoneri si prendono un punto importante al San Paolo, passano agli ottavi battendo a Bruxelles la giovane squadra dell’Anderlecht e per concludere in bellezza, con una prestazione da gran squadra, il Milan sconfigge la Juventus, capolista, contro ogni pronostico. Adesso dobbiamo attenderci grandi cose, cari lettori. Se davvero il numero uno rossonero è tornato ad occuparsi del Milan, il calcio italiano può seriamente sperare di tornare a dominare, con un progetto per aprire un ciclo duraturo come quello degli intramontabili Nesta, Pirlo, Seedorf e chi più ne ha, più ne metta. Ma la persona più scettica potrebbe chiedere: Berlusconi vuole ricandidarsi e rilanciare la sua immagine partendo proprio dal Milan, oppure le sue sono solo belle parole, come quelle che ci raccontava un annetto fa? Una domanda che sorge spontanea, visti gli ingenti capitali necessari a rifondare una squadra, che al momento nessun team italiano possiede. Ma se davvero il calcio italiano vuol sentire l’inno di Mameli al termine di una finale di Champions League e vedere una nuova squadra italiana padrona del campo e del calcio mondiale, allora bisogna dare fiducia al Presidente e aspettare con longanimità e pazienza.

Mirko Scimemi

Foto del giorno

Introduzione…

Enrica Pugliese

Mi chiama un amico, qualche giorno fa, e mi chiede se ho voglia di scrivere una rubrica sull’arte per un blog. Perché no? Non so perché abbia scelto me, ma la cosa mi lusinga e mi rende entusiasta.
Con che cosa cominciare, se non con il concetto principe dell’arte?
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana che porta a forme creativedi espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.
Ma, seguendo una citazione di Samuel Taylor Coleridge, l’arte, intendendo il termine per indicare collettivamente pittura, scultura, architettura e musica, è la mediatrice e riconciliatrice di natura e uomo. È dunque il potere di umanizzare la natura, di infondere i pensieri e le passioni dell’uomo in tutto ciò che è l’oggetto della sua contemplazione.
A detta delle persone, arte è anche tutto ciò che trasmette emozioni, che fa venire i brividi ed evoca sensazioni piacevoli alla nostra mente. Personalmente non mi trovo d’accordo, dato che tutte queste sensazioni possono essere evocate anche da un tuono… ma vabè, non si può contrastare sempre l’opinione pubblica.
Arte è musica, pittura, fotografia, danza, teatro, cinema, design, cucina, poesia, opera lirica e via discorrendo nei vari settori.
Mi viene in mente una canzone di Sergio Cammariere, Vita d’Artista, che parla di come sia difficile mantenersi quando sei sempre in attesa che qualcun altro compri il tuo dipinto o venga ai tuoi concerti nei lounge pub.
Pochi sanno, in realtà, cosa vuol dire fare l’artista, studiare in conservatorio per dieci anni per i musicisti o nelle scuole/università d’arte con la speranza di trovare un lavoro dopo un quarto di secolo di sacrifici immani.
Ma ritorniamo al discorso di arte. Adorno diceva che il compito attuale dell’arte è di introdurre il caos nell’ordine. Jean Arp che l’arte è un frutto che cresce nell’uomo, come un frutto su una pianta, o un bambino nel ventre di sua madre.
Quello che sento più vicino a me, però, è il pensiero di Henri Miller: “L’arte non insegna nulla, tranne il senso della vita.”
E’ vero così. In fondo.. cos’è che insegna l’arte, se non il senso della vita e il modo in cui coglierla?

Enrica Pugliese

martedì 20 novembre 2012

TRADIMENTO GELIDO


Gaspare Polizzi
Ci  sono date che contano, che ti rimangono nel cuore, più di quanto si possa immaginare. Si potrebbe pensare che si stia parlando di guerre, politica, amori, pensieri legittimi, ma non è così.

31 maggio 2009; 20 maggio 2012, date corrispondenti  alle ultime partite in assoluto di Paolo Maldini con la maglia rossonera e di Alessandro del Piero con la casacca della  “Vecchia signora”. Non tutto va come dovrebbe andare, tantomeno gli addii,  nemmeno se si tratta dei due tra i maggiori talenti del calcio italiano e dell’intero panorama mondiale. Certe volte non basta una vita di dedizione, di successi,  di assoluta fedeltà a dei colori per lasciarsi con il dovuto rispetto.

-          -24 maggio 2009: ultima partita al Meazza di Paolo Maldini. Tutto faceva presagire una grande festa,  ma così non è stato;  tutto è stato rovinato da un’intera curva che contestava il proprio capitano  ritenendolo “poco rispettoso”, appoggiando quindi la linea societaria che lo avrebbe voluto fuori dal club, almeno per quel  momento.

-         - 13 Maggio 2012: uno Juventus Stadium gremito tributa Alessandro del Piero con ole, cori e pianti da parte dei più accaniti sostenitori  - e per quanto mi riguarda, piansi da casa. Dunque, dov’è il problema? Ultima partita con goal, affetto dei tifosi, cosa chiedere di più? Ah sì, c’è che non va il comportamento della dirigenza bianconera e nella fattispecie del presidente Andrea Agnelli,  che da tempo aveva scaricato senza preavviso il giocatore più rappresentativo dell’intera storia bianconera. Alessandro, Paolo,  non ve la prendete troppo se siete stati traditi, se l’etica non trova più spazio nel calcio - quasi a specchio di un’intera società - a favore invece della pragmaticità e del rigore finanziario. VOI PER SEMPRE CON NOI!

Gaspare Polizzi



Foto del giorno

NBA 2012/2013: Finale annunciata??

Davide Mauro

È cominciata da poco meno di un mese la 67° edizione del campionato di Basket più bello e spettacolare del mondo, l’NBA. Come ogni anno alla Regular season di 82 partite seguiranno i playoff, dove si affronteranno le 8 migliori squadre delle 2 conference. Le 2 squadre vinceranno le rispettive conference daranno vita alla finale NBA, un sfida al meglio delle 7 gare che determinerà i campioni. L’ultima stagione ha visto trionfare i Miami Heat di Lebron James, che hanno avuto la meglio sugli Oklahoma Thunder di Durant. Lebron James è riuscito a vincere il suo primo titolo e ha dimostrato di essere il miglior giocatore nel panorama cestistico mondiale.  Anche quest’anno gli Heat sono i principali candidati, perché oltre ad aver acquistato maggior consapevolezza della propria forza e avere anche meno pressione da parte del mondo intero, hanno aggiunto dal mercato  Ray Allen che gli assicurerà tanti punti dalla panchina e un po’ di esperienza. Ma per ripetere il successo della scorsa stagione dovranno avere la meglio su alcune squadre che hanno acquisito esperienze rispetto lo scorso anno e si sono rinforzate notevolmente. Parlando della Eastern Conference, la stessa dei Miami Heat, la squadra che sembra maggiormente in grado di impensierire i campioni in carica sembrano i Boston Celtics, battuti l’anno scorso solo in gara 7 delle finale di conference. I verdi hanno perso Ray Allen passato ai rivali ma hanno fatto aggiunte importanti al roster e potranno contare su uno dei Playmaker più forti della lega, Rajon Rondo, che l’anno scorso si è consacrato definitivamente. Sempre ad Est mi suscitano curiosità i New York Knicks che sulla carta avevano un roster fortissimo già la scorsa stagione, ma non avevano trovato la chimica giusta; quest’anno sembrano esser partiti fortissimi anche grazie all’inserimento di un paio di vecchietti come Jason Kidd e  Rasheed Wallace,  che fisicamente non saranno più al top ma che hanno un’intelligenza cestistica superiore alla media e  porteranno tanta esperienza  ad un roster che fa di Carmelo Antohny il proprio giocatore migliore. Altra squadra che potrebbe inserirsi nella lotta alla finale di conference sono i Broklyn Nets, forse la novità più grande della nuova stagione, in quanto c’è stato il ricollocamento  della franchigia dal New Jersey a Brooklyn. La squadra è forte, anche se non sembra da titolo, ma vederli giocare nella nuova arena il Barclays center sarà uno spettacolo e il derby con i cugini dei Knicks sarà una partita da non perdere. Possibili outsiders ad est potrebbero essere i Chicago Bulls, i Philadelfia 76ers e gli Indiana Pacers. Se Chicago non avesse avuto l’infortunio di Derick Rose, loro giocatore migliore, ed MVP della stagione 2010/2011, sarebbero ai livelli degli  Heat; ma l’assenza del PlayMaker peserà tantissimo sui Bulls che  sembrano avviati ad  un anno di transizione per ricominciare a provare l’assalto al titolo dalla prossima stagione quando Rose sarà probabilmente completamente rigenerato. Altra incognita sono i Philadelphia 76ers che hanno acquistato dai Los Angels Lakers il secondo  miglior centro della lega, Andrew Bynum, che però dall’inizio stagione non ha giocato nemmeno un minuto a causa di infortuni che si porta dietro dall’inizio della sua avventura NBA.  Se Bynum si riprendesse i 76ers ad est sarebbero secondi solo agli Heat, senza Bynum andranno ai Play Off a fare da comparsa. Gli Indiana Pacers sono la rivelazione della scorsa stagione, sono riusciti ad arrivare ai Playoff e perdere solo al secondo turno dai Miami Heat. Quest’anno si ci aspetta il salto di qualità a livello mentale da parte di questo ottimo gruppo, se arriverà allora possono battere chiunque; se invece non innalzeranno il loro livello rispetto lo scorso anno, rischieranno di uscire subito  al primo turno.

Per quanto riguarda l’Ovest i favoriti d’obbligo dopo le trade estive non possono che essere i Los Angeles Lakers, la franchigia più famosa del mondo che, ad un roster composto già da giocatori del calibro di Kobe Bryant, una delle più forti guardie della storia del gioco, Metta World Peace e Pau Gasol, ha aggiunto il miglior playmaker degli ultimi 10 anni, Steve Nash  e il più forte centro attualmente dell’NBA, Dwight Howard. L’inizio è stato uno dei peggiori di sempre nella storia della franchigia e dopo tantissime sconfitte nelle amichevoli di pre-season anche il campionato non è iniziato nel migliore dei modi, al punto che la dirigenza ha preso la decisone di esonerare Mike Brown e ingaggiare Mike D’Antoni, che ha fatto le fortune di Milano da giocatore e che da allenatore ha sempre fatto giocare alle sue squadre una pallacanestro spettacolare ma mai vincente. Le incognite sono moltissime, c’è da vedere se il 38enne Nash riuscirà a giocare come nelle ultime stagioni, come sarà la convivenza tra due accentratori come Nash e Bryant, se il sistema di D’antoni è quello giusto per questi giocatori e soprattutto se la pallacanestro di D’Antoni riuscirà ad essere vincenti a livello dei Playoff  Nonostante le molte incognite il roster dei Lakers è sicuramente con i nomi il più forte dell’NBA ma ci sarà da vedere cosa faranno in campo. Dietro ai Lakers a Ovest ci sono tante squadre ottime che possono puntare ognuna alla finale. Ci sono i giovani Thunder che nonostante la perdita di Harden, sacrificato per gestioni salariali, possono contare su 2 stelle assolute come Westbrook e Durant, più la crescita di Ibaka. Poi ci sono i San Antonio Spurs formati da un terzetto, Parker-Ginobili-Duncan, che ha già vinto 3 titoli NBA, il roster è ottimo ma c’è da vedere se quei tre, soprattutto Duncan, non comincino a sentire i segni della vecchiaia. Grossissima incognita potrebbero essere i Memphis Grizzles, che dispongono probabilmente della coppia di lunghi meglio assortita della lega, se i 2 lunghi non avranno noie muscolari daranno parecchio fastidio a tutti gli avversari. Chance di fare bene hanno anche  i Los Angeles Clippers, i cugini meno famosi e storicamente più scarsi dei Lakers, l’hanno scorso hanno fatto notevoli passi avanti grazie all’acquisto del miglior Play della lega, Chris Paul e al giovane ed esplosivo Blake Griffin, per il titolo gli manca qualcosa, in estate hanno acquistato Hill e Odom, se questi due giocano al meglio allora i Clippers possono dire la loro e provare ad arrivare alle finali. Possibili incognite ad Ovest possono essere i Denver Nuggets, i Minnesota Timberolves e i Dallas Mavericks, i primi sono la squadra dove gioca Danilo Galliari ,uno dei 3 Italiani che giocano in NBA.  Il loro roster è profondo, sono forti ma per sperare di vincere i titolo gli manca l’”all star” che li guidi nei momenti di difficoltà, riusciranno ad arrivare a i play off ma spegnendosi  al primo turno. I Timberwolves hanno un ottima squadra, una delle rivelazione della scorsa stagione, Ricky Rubio, per ora fermo ai box dopo un butto infortunio della scorsa stagione, e un ottimo lungo quale Kevin Love che l’anno scorso ha dominato in tutte le arene dove ha giocato. In questo inizio di stagione stanno avendo tanta sfiga infatti all’infortunio di Rubio si è aggiunto quello di Love e nonostante questo non stanno facendo male, certo per centrare i playoff devono sperare che quei 2 tornino al top, anche con Rubio e Love speranze di titolo non ne hanno, ma sono una squadra da tenere d’occhio per il futuro. E infine Dallas, che fino a quando potrà contare di Dirk Nowitzki sarà sempre competitiva, anche se ormai non più ai livelli di titolo, vinto 2 stagioni fa, hanno cambiato un po’ tutta la squadra aggiunto dei giocatori come Mayo e Collison che potrebbero esplodere definitivamente, ma sono una squadra da primo turno di playoff e non oltre. 

Parlando di finale tutti gli addetti ai lavori, e non solo, sono pronti a scommettere su una finale Laker-Heat. Questa finale è un po’ il sogno di tutti gli appassionati della lega e quasi di un intera nazione che spera di vedere uno contro uno  in una finale,  2 fenomeni assoluti come Bryant e James, che rappresentano il passato e i futuro di questa lega.  La finale sembra scontata ma le sorprese sono dietro l’angolo.


Davide Mauro

Torta con crema all'arancia

Valentina Ferrantello

Pioggia , vento e clima freddo sono i peggior nemici della nostra salute abbassando  notevolmente le nostre difese immunitarie; E allora cosa c'è di meglio di una buona dose di vitamina C, vitamina importantissima per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario?
Oggi vi proporrò una ricetta dove l’ingrediente principale sarà L’ARANCIA ( agrume di Sicilia contenente vitamina C). 
Perché non provare a rendere la vostra merenda salutare, nutriente e allo stesso tempo golosa?
Ecco una ricetta che verrà incontro a tutte queste esigenze. Ottima anche per iniziare al meglio la vostra giornata .
Buona giornata e buon appetitoJ

TORTA : ORANGE CAKE

INGREDIENTI: 
Per il pan di spagna: 03 uova,  g.200 di zucchero, g.300 di farina, la scorza di nr.2 arance  grattugiate, il succo delle 2 arance, 1 bustina di vanillina,  g. 100 di burro, mezzo bicchiere di latte , 1 bustina di lievito per dolci, zucchero a velo.
Per la crema: Ingredienti:200 ml di latte   300 ml di succo di arancia filtrato  2 uova intere 40 gr di farina   150 gr di zucchero
Cottura del pan di spagna: forno già caldo a 175 ° per circa 40 minuti.

SVOLGIMENTO:

PREPARAZIONE PAN DI SPAGNA

- PRIMA FASE :  separare i tuorli dalle chiare delle uova  e metterle in recipienti separati. Mettere un cucchiaio d'acqua calda sui tuorli poi sbatterli con la frusta elettrica fino a  renderli gonfi e  spumosi. Quindi aggiungere  g.150 di zucchero e continuare a sbattere fino ad ottenere una crema molto chiara. Aggiungere la scorza delle arance grattugiate, il burro fuso ma non caldo e il succo d'arancia e mescolare con la frusta.
- SECONDA FASE:  montare a neve le chiare, aggiungendo prima un pizzico di sale fino per facilitarne la monta. Aggiungere lo zucchero rimasto (g.50) e continuare la monta fino ad ottenere una crema bianca e lucida.
- FASE FINALE : Riprendere la crema dei tuorli ed aggiungere la farina  a cucchiaiate, versando anche mezzo bicchiere di  latte. Dopo aver amalgamato la farina, aggiungere la bustina di lievito, la bustina di vanillina   e mescolare all'impasto.
A questo punto prendere le chiare d'uovo montate a neve e versare il  tutto sull'impasto di farina. Con un cucchiaio mescolare delicatamente  con movimenti circolari  facendo inglobare aria al composto che deve risultare morbidissimo.
Preparare  la  tortiera imburrata e cosparsa di farina su tutta la superficie.

PREPARAZIONE DELLA CREMA

Sbattete leggermente le uova con lo zucchero, aggiungete la farina ed amalgamate, unite il latte con il succo di arancia ed aggiungete al composto. Mescolate senza lasciare grumi e ponete sul fuoco fino a fare addensare la crema; lasciar raffreddare in pentola o in un recipiente.
A questo punto dividete la torta, bagnate con la bagna per dolci (rum)  e spalmate la crema all'arancia.


RISULTATO FINALE




Valentina Ferrantello

Il Faraone conquista tutti: El Shaarawy non si ferma più


L’attaccante del Milan con il decimo gol in campionato conferma di essere un vero talento e di sicuro avvenire

Mirko Scimemi
Il Piccolo Faraone allarga il suo regno. La doppietta con cui Stephan El Shaarawy ha regalato un insperato pareggio al suo Milan è l'ennesima conferma di quanto la giovane punta italo-egiziana possa davvero rappresentare il futuro, e non soltanto per i colori rossoneri. Stephan El Shaarawy è il giocatore del momento,il talentuoso attaccante del Milan che riempie le pagine dei quotidiani italiani dopo le sue prestazioni in campionato. Il Faraone si è preso il Milan e sta salvando la “pellaccia” a mister Allegri,è diventato fondamentale nell’economia del gioco milanista,i suoi movimenti sono letali per tutti,13 presenze con 10 gol sono un chiaro segnale. A proposito di gol: rischiamo di non trovare più aggettivi, perché la doppietta del San Paolo è l'ennesima conferma di un talento limpido, sublime. Il Milan ha trovato un potenziale fuoriclasse. Senza dubbio il suo exploit è stato agevolato dalla scarsa tecnica presente nelle file rossonere e dall’assenza ingombrante di un gigante come Ibrahimovic. Oggi tutti tessono le lodi di El Shaarawy,dal più scettico al tifoso più accanito e non potrebbe essere altrimenti,partita dopo partita conferma le qualità non soltanto segnando gol fondamentali,ma recuperando palloni in difesa lanci lunghi per i compagni di reparto e tanta corsa.Nei post-partita dedica i gol alla squadra dimostrando di avere carattere a sufficienza per essere il vero trascinatore di una squadra in completa deriva. L’ex Genoa dovrebbe essere preso come esempio da tutte le squadre italiane,ha mostrato che anche nelle nostre primavere possono sbocciare giocatori di grande talento,vedi Verratti (ora perno del centrocampo del PSG). La mentalità del calcio italiano deve cambiare,dobbiamo dare una svolta a questa crisi che ci sta allontanando sempre di più dalle grandi del panorama mondiale,un gap che nemmeno la Juventus campione d’Italia riesce a colmare. Credere nei giovani talenti per ripartire e tornare a primeggiare in Europa e nel Mondo, El Shaarawy su tutti!



Mirko Scimemi

martedì 13 novembre 2012

Cristaldi nomina la nuova giunta: facciamo finta non sia vero


Ho scritto, riscritto, cancellato e poi di nuovo riscritto decine di volte questo testo, quasi fino alla sfinimento ed alla voglia di mollare: ne sanno qualcosa gli amici che ho assillato alla ricerca di pareri (che speravo potessero essere confortanti) e la tastiera del mio notebook che ormai compone a memoria certi nomi.
Però alla fine mi sono convinto, ritenendo che fosse giusto farlo: è importante testimoniare che ci siamo e che ragioniamo (anche se magari poi la nostra opinione non è importante al pari di quelle di Eco, Montanelli o Biagi). D’altronde “non siamo responsabili di ciò che troviamo, ma di ciò che lasciamo”. 
Banalmenteprima di parlare della fame nel mondo e della risoluzione del conflitto israelo-palestinese, dobbiamo guardarci intorno: il famoso giornalismo residente di Giacomo Di Girolamo, per dirla alla maniera di quelli bravi. E quindi discutiamone.
Come ho avuto modo di dire nel post precedente, il successo di Grillo e dei suoi attivisti nella corsa a palazzo d’Orleans ha dimostrato che i Siciliani non sono un popolo di minorati mentali: anzi, senza tanto scalpore, hanno scelto un presidente della regione omosessuale.
Da ciònon può che derivare una forte presa di posizione della classe dirigente locale nel non proporre più i vecchi giochini delle sedieche gli elettori rimuovono, e poi misteriosamenteriappaiono per volere di padrini politici. Per questo a Mazara, almeno a parole, ci si aspettava che si cavalcasse in qualche maniera la vittoria “crocettiana”. Macchè! Si è preferito perpetuare il solito vecchio rito della politica fatta ad uso e consumo dei politici. Vediamo come.
Nel giro di 24 ore saltano due uomini della giunta municipale. Il primo, l’assessore Siragusa, colonello del senatore D’Alì, si dimette per […] elementi di giudizio esclusivamente politico che non mi consentono di continuare a coadiuvarLa nel Suo programma, e, volendo proseguire il mio impegno senza se e senza ma nel Popolo della Libertà, ritengo opportuno rinunciare al mandato svolto in questi tre anni.
Il secondo, l’assessore La Rosa, uomo di Grillo Massimo, rassegna le proprie dimissioni per “[…]  l’impossibilità di portare avanti il programma del Sindaco e del Movimento Liberi, di cui sono stato fondatore, coordinatore e promotore assieme ad altri amici, che oggi siedono in consiglio comunale
E il sindaco Cristaldi? Lancia il “[…] Partito-Città, cioè un insieme di persone e di intelligenze disposte a superare le proprie tradizionali posizioni ideologiche per dare luogo ad una entità che, mantenendo salda l’anima della vera politica, faccia riscoprire un terreno di valori e di principi basati su onestà, trasparenza e voglia di crescere, anche se appare dura a morire la logica del ricatto che dovrebbe, ad esempio, consentire a chi si trova a ricoprire la carica di Consigliere di tentare di condizionare chi ha avuto dalla Gente il potere di amministrare.
Un modo, a suo dire, per chiamarsi fuori da questi partitiche non rispondono più alle esigenze della nostra società e si sono trasformati in meccanismi infernali[…]” 
Facciamo un passo indietro. E’ il 29 ottobre. La Sicilia ha votato i propri rappresentanti. Mazara festeggia la vittoria straniera di Gucciardi e Turano, ma non di qualcuno che abbia i natali tra il Mazzaro e il Delia. Soprattutto sceglie di lasciare a casa, con un risultato elettorale deludente, Duilio Pecorella (candidato in pectore proprio del sindaco Cristaldi), candidato all’Ars con il PDL (Musumeci presidente designato) e Vito Billardello, candidato del centro sinistra, nella lista Crocetta presidente.
Nulla di strano se non fosse che Cristaldi, dopo aver azzerato la giunta e averne riconfermato la metà, li ripeschi come “nuovi” assessori.
Ora chiunque abbia seguito un pò la politica risulterebbe frastornato: possono due soggetti correre contro nello stesso bacino elettorale ed essere allo stesso tempo collaborativi?
“Potere della poltrona” dirà qualcuno ironicamente. Concordo e rilancio: come si può parlare di superare la logica dei partiti che vogliono soltanto “[…] assicurare la sopravvivenza di una classe dirigente sempre più staccata dalla gente nominando assessore Duilio Pecorella (peraltro già consigliere, nonché assessore provinciale)? Lo stesso, che tra le pagine del suo sito, ha lanciato lo slogan:CAMBIARE LA SICILIA… e anche il PDL” spiegando di aver voluto
utilizzare questa frase perché, in un momento così particolare, noi giovani dobbiamo essere protagonisti del cambiamento e soprattutto del nostro futuro. C’è bisogno di giovani, di entusiasmo e di idee ottimistiche per poter insieme rinnovare la Sicilia, la politica e il mio stesso partito. La nostra generazione ha il dovere di scendere in campo.”
Un panegirico di bei propositi che alla luce dell'accettazione della nomina ad assessore lascia il tempo che trova. A tal proposito voglio rivolgermi proprio a quei giovani pdellini che per le strade, sui social network, nelle famiglie e tra gli amici si sono messi in gioco. Fuori dalle foto di aperitivi gaudenti, di comizi abbozzati e di giacche d'ordinanza, come avete accolto voi questa scelta del sindaco e la decisione del neo-assessore Pecorella di accettare? Siete stati interpellati? Avreste gradito una scelta meno ambigua?Pensate si tratti di un esempio di politica onesta?
Transitando sul versante opposto fa meno scalpore (ma non troppo!) la scelta di Vito Billardello, che certamente non ha mai mancato di riconoscere al Sindaco Cristaldi elevate capacità politiche e amministrative, precisando comunque queste qualità non vengono spese. Forse riuscirà anche a spiegargli che è necessario iniziare un confronto costruttivo con il consiglio comunale”.
Nessuno fa mistero poi che l’esordiente assessore sia uomo fidato di Massimo Russo. E anche qui la politica, quella delle barbe bianche, ha scritto tanti capitoli: l’ex magistrato e il sindaco mazarese vengono da diatribe terribili (talvolta anche personali), durante una campagna elettorale, quella delle scorse comunali,furente e personalistica. Con il tempo però le parti si sono avvicinate: si vocifera che Cristaldi cercò riparo politico in quella sponda, quella dell’ex presidente della regione, dal momento che furono lampanti delle incrinature con D'Alì; altri sostengono che sia stata una convergenza solo politica. Sta di fatto che i due hanno inaugurato un'area emergenziale, mai funzionante, di comune accordo. Non dimenticando che la notizia della nomina di Billardello arriva dopo quella paventata dellapresunta nomina assessoriale per la Di Giovanni (che ricordiamo essere stata sparring partner di Cristaldi alle elezioni).
Billardello comunque si occuperà di Trasparenza, Legalità, Solidarietà e Pubblica Istruzione. E chissà, che essendo coordinatore dell’MPA – Progetto Sud, “popolato da fantasmi”, in un prossimo futuro gli possa spettare anche la delega ai servizi cimiteriali. 
Questo discorso è stato lungo e dispendioso. Forse troppo. Ma le idee si fanno sui fatti e senza di essi non esistono idee valide. Infondo però Sono un sognatore. Ho provato anche ad immaginare che tutto ciò che vi ho raccontato non sia vero: che la nuova giunta sia composta da gente completamente sconosciuta dal punto di vista politico, da insegnanti precari, da under 25, da marinai che parlino la voce del mare stuprato da guerre del pesce e del gasolio, da gente che non dia modo ai grillini di parlare della solita politica politicante. Ho provato ad immaginare che Cristaldi non abbia nominato questi nuovi assessori, che abbia smesso di pensare che si può dare a bere alla gente qualsiasi cosa. Ma la verità è che il sindaco dovrebbe fare un passo indietro, come lui stesso ha più volte paventato, rimettendo alla città il suo mandato, cosa che dovrebbe chiedere ora più che mai la sinistra “mazarese”, invece di limitarsi al solito comunicato di circostanza. Sarebbe la popolazione tutta, cosciente di ciò che è accaduto (o no) per le strade a scegliere: se sarà nuovamente rieletto, significa che Mazara vuole Cristaldi con annessi e connessi. Ad ogni modo io un'idea su cosa la gente voglia me la sono fatta e la mostro con due vignette stupende (non create da me), che però riassumono il sentire popolare in maniera concreta e diretta, come solo l'ironia sa essere.

Soufien Zitoun
























AT











































Ivano Asaro- AT

Foto del giorno


venerdì 2 novembre 2012

Foto del giorno


Il voto regionale siciliano spiegato ad un "Bolzanese"


Baglio Santa Teresa- Castelvetrano
Quello del voto è il rito più alto e sacro della democrazia: essere una milionesima parte di un problema e proporre per il tramite di una scheda la milionesima parte della soluzione è quanto di più grande l'uomo possa fare (al di là di quanti predicano il contrario).
Le elezioni però sono anche lo specchio riflesso di una società e quanto più è complessa la società che vota, tanto più sarà difficile capire cosa un voto rappresenti, significhi, prepari.
Non solo: un voto di milioni di persone per sua stessa natura riguarda tutte le altre persone dello stato italiano. Calabresi, campani, piemontesi e trentini, finanche Bolzano. E proprio ad un bolzanese il voto siciliano va spiegato, perché lui è quanto di più lontano c'è dalla Sicilia.

I risultati del 28 ottobre mostrano un primo vincitore: l'astensionismo. Ora, se in Emilia Romagna e Lombardia il “non voto” è espressione di anti-politica, di disaffezione verso la classe dirigenziale, altamente fallimentare e fallita, di una regione, in Sicilia è legato in primis all’incapacità di Cosa Nostra nel riuscire ancora, con il suo appeal assistenzialista, a catalizzare l’elettorato verso i “propri” deputati. Di fatto la mafia in politica non è che una lobby (e neanche la più potente), pertanto anche il consenso delle persone povere e più soggette al giogo dei boss si disperde.
In seconda battuta il significato del “non voto” riguarda certamente i partiti, unici elementi nel meridione d’Italia in grado di dare un significato alla parola “civismo”: il disinteresse dei votanti è il fallimento dei segretari dei grandi partiti, interessati a ripartirsi i voti che rimangono, più che concorrere a creare elettorati nuovi, a convincere la gente, a far sviluppare il senso dell'appartenenza ideologica.
Il non voto in Sicilia è una questione di rabbia in una terra dove la gente non sente più la paura di bruciare le proprie tessere elettorali.
Ad un risultato si è comunque giunti: il vincitore delle elezioni è stato Crocetta della coalizione UDC-PD. L’ex sindaco di Gela, candidato dal partito di Casini, è sempre stato uomo di punta del Partito Democratico che per non vederselo sottratto ha preferito accodarsi (dimostrando per l’ennesima volta che in politica tutto è lecito).
Fermiamoci un attimo: il PD è l’erede, neanche troppo fiero, del PC, ovvero del partito che fu tra gli altri di Pio La Torre, mentre l’UDC è il partito che nel passato ha rappresentato la vecchia e nuova Democrazia Cristiana di Salvo Lima e Totò Cuffaro. L'erede indegno del partito “antimafia” con quello fiero di essere il più mafioso e tangentista? Vederli insieme fa storcere il naso proprio come istinto naturale. Ma d’altronde si può non pensare ad un inciucio nella terra del Gattopardo e di Mannino, di Sciascia e di Corrado Carnevale?
Lo penso anche io. D’altronde puoi essere onesto quanto vuoi, ma se ti accompagni a gente figlia della malversazione politica non puoi che essere come loro se non peggio. Non dimenticando che stiamo parliamo dello stesso PD che aiutò a mantenere il potere di Lombardo quando la crisi politica del PDL poteva portare al voto.
Ma lo stato attuale delle cose deve però, per onestà intellettuale, essere raccontato tutto: Crocetta, ex esponente comunista, come appreso per mezzo di intercettazioni, è stato condannato a morte dalla mafia.  Almeno sul soggetto è lecito sperare e immaginare che sia in grado di vigilare sull’UDC, che convinto di perdere con il centrodestra, abbia magari nel frattempo sposato in toto la causa legalitaria del PD. Sognare per fortuna non è ancora un reato.
Queste elezioni ci hanno raccontato che i dubbi sulla citata alleanza PD-UDC non sono soltanto “seghe mentali” di giornalisti mafiologi, tanto è vero che IDV e SEL hanno deciso di correre da sole con Claudio Fava presidente. Cioè non proprio: il candidato designato da tempo a guidare la Sicilia ha sbagliato la procedura per la candidatura. Il fatto si giudica da sè, come anche il grande sacrificio della Marano, segretario regionale FIOM, messasi in gioco a partita persa per provare comunque a dare un orgoglio ad una parte di Sicilia che voleva esentarsi dal votare l'UDC.
Il risultato ottenuto è la giusta punizione per chi ha portato al ridicolo quei partiti e quei candidati che sul territorio si sono comunque spesi.
Se la “sinistra centrista” vince e non ride, il PDL non può che piangere. E’ vero la destra in Sicilia esiste. E’ innegabile. Ma la gente irritata dal modo di fare nazionale del Partito di Berlusconi, ha abbandonato i giovani (ma vecchi) candidati, stanchi di rappresentare cordate di barbe bianche dai mille vitalizi, che hanno reso vuota la classe dirigente del partito. E non va certamente meglio al partito LA DESTRA, che addirittura aveva nella coalizione di centrodestra il candidato, SebastiaNello Musumeci, fieramente post fascista, che già battuto anni fa da Cuffaro ha fallito nuovamente l’appuntamento con la presidenza di Palazzo d’Orleans.
Poi c’è Miccichè. Il bersaglio preferito della satira. Quello che accostano alla vita leggera e “stupefacente”. E’ riuscito a conseguire il massimo delle sue possibilità: Grande Sud è radicato nel territorio e può essere una carta vincente per qualsiasi coalizione. Meno bene è andata ai candidati sul territorio (certuni non proprio “santi”), che adesso vedono il domani (specie i non eletti) in maniera difficile, con i conti da saldare, dopo averci rimesso montagne di soldi in campagna elettorale. Miccichè si candida ad un ruolo da protagonista nel palinsesto politico del domani, ingaggiando una lotta para-federalista che lo vede come unico alfiere, specie ora che l'MPA è dietro le quinte. Roma ed Arcore sono avvertite.
Infine c’è quello che in barba ai pronostici ha superato lo stretto a nuoto, ha riempito da solo le piazze, ha coniato slogan e sfatato i luoghi comuni: Beppe Grillo ed il suo movimento.
Ha dimostrato che la Sicilia non è una terra di minorati mentali: anche in tempo di carestia d’elettorato il voto d’opinione siciliano esiste ed è pure consistente.
Si potrebbe parlare dei suoi onorevoli “attivisti”, di Cancelleri. Si potrebbe parlare, ma non lo si fa. Li si aspetta giustamente al varco: a loro sta il compito di dimostrare che anche senza essere eroi un siciliano può essere un amministratore intransigente che si dedica al bene collettivo senza ritorni personali. Il loro fallimento rappresenterà il crollo della speranza dei siciliani onesti.
Caro Bolzanese, la Sicilia ha votato ed a modo suo è cambiata. Si è rivoluzionata rimanendo sempre se stessa. Immensa e magica. In grado di non fare sorprendere nessuno se al potere va un omosessuale in una terra considerata retrograda, mentre il modo sbarra gli occhi se un nero diventa presidente degli Stati Uniti d’America.
Roma parte da Palermo: come sempre negli ultimi 30 anni. Sta ai siciliani non fermarsi ancora.
A Crocetta un solo invito: l'UDC non è un gruppo di appestati, ma sarebbe difficile accettare anche l'alleanza con Miccichè per ottenere una maggioranza. Non osi oltre il sindaco antimafia e s’impegni soprattutto per la prima grande parola che manca non appena il traghetto si lascia alle spalle Reggio Calabria: il lavoro.

Baglio Santa Teresa- Castelvetrano















Ivano Asaro-AT