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mercoledì 30 giugno 2010

Speciale Mondiali - 4° Giornata

Iniziano gli ottavi. Inizia quel momento per cui vengono ricordati solitamente i mondiali di calcio. Da qui in poi nascono quelle partite divenute leggendarie, pezzi di storia, libri e racconti da narrare ai nipoti, quelle partite da dentro o fuori, dove per un pallone uscito fuori di un niente il cuore sale fino in gola, dove per un gol un intero paese esulta pazzo di gioia.
Per il primo di questi ottavi sudafricani scendono in campo due squadre che più diverse di così non potrebbero essere: da un lato l’estro, la fantasia unita alla tecnica niente male dell’Uruguay, dall’altro il rigore tattico, la velocità e i nuovi schemi del mondo asiatico della Corea del Sud.
Nel primo tempo molto meglio gli uruguagi che passano dopo pochi minuti grazie a uno svarione difensivo e all’ennesima rete di Suarez; nella ripresa a far gioco sono invece solo gli asiatici che con un gioco veloce e imprevedibile, unitamente al calo dei ragazzi di Tabarez, riescono prima a trovare il pareggio e poi a sfiorare ripetutamente il raddoppio, mentre sul campo si abbatte una vera e propria bufera d’acqua. Con Forlan imbrigliato nel gioco e Cavani più propenso a difendere che a creare problemi alla retroguardia coreana, ci pensa ancora una volta Suarez, con una perla, a portare la celeste ai quarti, traguardo che mancava dal 1970.
In serata si danno battaglia il Ghana, unica sopravvissuta africana che spera di eguagliare il Camerun del 90 e il Senegal del 2002 arrivando ai quarti, e gli USA, squadre che non muore mai, grande rivelazione di questo torneo insieme al Cile. Il centrocampista ghanese Prince Boateng porta in vantaggio i suoi: curiosa storia di questo ragazzo che è nato in Germania, adottato e cresciuto nei ghetti di Berlino lontano dal suo gemello, terzino della nazionale tedesca che invece cresce nella Berlino per bene, si ritrovano qui, anni dopo, in Sud Africa per un mondiale.
Non mollano gli Stati Uniti, spinti dal pubblico delle grandi occasioni: nel secondo tempo aumenta vistosamente il ritmo e trova con un rigore netto il pareggio con il suo uomo simbolo Landon Donovan. Squadre stanche e risultato che non si sblocca: si va ai supplementari. E proprio quando si pensava che gli ultimi 30 minuti fossero solo la passerella per i rigori, Asamoh Gyan sigla con un sinistro stupendo il definitivo 2 a 1. Finisce così tra la festa del Ghana entrato nella storia e tra le lacrime degli americani che escono a testa alta e con merito dimostrando che anche lì il "football" c’è ed è forte.
Il giorno dopo finalmente si fa sul serio, con una di quelle partite per cui vale la pena vivere il calcio e i mondiali: due enormi, immense scuola calcistiche come quelle inglesi e tedesche si sfidano per un quarto di mondiale ed è un vero peccato che una delle due debba uscire. I tedeschi senza nulla da perdere e con la grande voglia dei giovani, gli inglesi della golden age, un po’ più datati, all’ultima possibilità con Fabio Capello in panca. Stadio tutto esaurito. I tedeschi cominciano fortissimo e il portiere James deve chiudere più di qualche buco: poi da una rimessa del portiere tedesco ecco Klose che fa a sportellate con i centrali J.T. e Upson e in spaccata porta in vantaggio la Germania, come ai vecchi tempi, come nelle partite d’oro con Mueller, Lineker, Beckhembauer, Mattheus e Gazza.
Mentre la telecamera indugia su Mick Jagger in tribuna per i suoi inglesi ecco ancora l’ennesima splendida azione in velocità dei teutonici con il folletto Ozil nuovo idolo di casa, simbolo di questa Germania multietnica che corsa per l'accorrente Podosky: è il raddoppio. Sembra notte fonda per gli inglesi che accorciano comunque con Upson di testa, prima di un evitabile fattaccio: Lampard con un pallonetto la mette dentro. Traversa e palla oltre la linea di porta, ma non per il guardalinee: un po’ come quella finale del '66 dove per un gol fantasma gli inglesi si portarono la coppa a casa a discapito della Germania ai tempi solo Ovest. Nel secondo tempo non c’è storia: la flotta inglese affonda sotto i colpi del nuovo idolo di casa tedesca Mueller (con un nome così sei un predestinato a fare grandi cose!); il 4 a 1 finale è un risultato pesante che manda nel caos dei tabloid Capello e tutta la ciurma.
In serata di fronte alla selecion di Maradona, una squadra che può metterla in difficoltà: il Messico. E nei minuti iniziali sembra riuscirci per davvero. Grande inizio con una traversa semplicemente pazzesca di Salcido! Però è l'albiceleste a portarsi in vantaggio con Tevez, platealmente in fuorigioco: una svista che costerà cara al nostro arbitro Rosetti, rispedito in patria. Gli argentini dilagano sempre con un ispiratissimo Messi (come Maradona nel '86) che fa segnare i suoi compagni, con Higuain prima (sempre più capocannoniere!) e con Tevez che calcia una bordata che quasi buca la rete. Il Messico ha il tempo di accorciare con Hernandez: 4 a 1 il risultato finale e Argentina ai quarti dove incontrerà la Germania: la vendetta è servita!
Nella partita che doveva vedere i nostri azzurri di fronte all’Olanda, vede invece come protagonista la Slovacchia, altra sorpresa (relativa) di questa competizione. I tulipani però sono ben altra cosa e lo dimostrano piazzando un micidiale uno-due targato Robben-Sneijder. Finale slovacco con tante azioni che servono solo però a mettere in mostra la bravura del portiere Stekelenburg. Proprio allo scadere un inutile rigore di Vittek (a quota 4 reti in questo mondiale) fissa il punteggio sul 2 a 1.
In serata lo spettacolo è assicurato tra le due sudamericane Cile e Brasile che danno vita a una partita divertentissima e vivace: i verdeoro dimostrano tutta la propria forza e bravura a chiudere le partite, prima con Juan di testa , poi Fabiano e infine Robihno. Finale: 3 a 0!
Paraguay e Giappone si affrontano nel pomeriggio, per una partita che consacrerebbe la vincente alla storia: nessuna delle due formazioni è mai arrivata ai quarti. Ne vengono fuori 120 minuti di noia: una partita brutta, contratta! Ai rigori il Paraguay non ne sbaglia uno, il Giappone purtroppo si! Un'altra sudamericana ai quarti, insieme a Brasile, Argentina e Uruguay.
L'ultimo ottavo, tutto europeo, tra Spagna e Portogallo è puro spettacolo: primo tempo in mani alla squadra capitanata da CR9 che fa davvero tremare la difesa avversaria, poi però sale in cattedra l’assoluto e indiscusso protagonista di questi mondiali, David Villa. Sua la rete che piega i portoghesi e che consegna il derby iberico alla promettente formazione spagnola. Toccante la scena del portiere Eduardo (migliore in campo) in lacrime consolato dal collega Casillas.
Ci avviamo verso i quarti che regalano un match insolito come Uruguay-Ghana, una partita tra due nazionali mai giunte alle semifinali come Spagna e Paraguay e poi due autentiche perle per tutti, tifosi e non come Argentina-Germania e Olanda-Brasile, partite da vivere come un sogno di una notte di mezza estate.
Sergio Basilio


lunedì 28 giugno 2010

via Rita Atria

“Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi…
ma io, senza di te, sono morta.”
Così si esprimeva e scriveva sul suo diario la giovanissima Rita Atria pochi giorni prima di suicidarsi. E subito dopo la strage di via d’Amelio in cui furono uccisi e dilaniati il giudice Paolo Borsellino e le 5 persone della scorta.
Rita Atria nasce a Partanna, cittadina del trapanese dove la mafia è vitale ed infiltrata in varie attività economiche, in una famiglia dove il pater è un mafioso appartenente al clan degli Accardo, un boss che dirige un colossale traffico di droga. Anche il fratello sta iniziando la sua scalata nella criminalità organizzata e la madre è custode di “ valori mafiosi” quali l’omertà e l’ubbidienza, la sottomissione. Incarnazione della fimmina che ha l’obbligo di trasmettere ai figli tutto quel rituale che fa parte della famiglia mafiosa. Quando il padre viene ucciso in una faida di mafia, sarà il fratello Nicola che a prendere il comando ed anch’egli perisce sotto i colpi della lupara.
Da quel momento Rita sente che deve reagire ed inizia a collaborare con le forze dell’ordine, una scelta difficile, controcorrente, dolorosa soprattutto quando anche la madre le si scaglia contro e la rinnega come figlia, arrivando in seguito al gesto estremo di devastare la tomba di Rita.
La vicenda umana e le implicazioni psicologiche che hanno condotto la giovanissima Rita Atria prima a cercare vendetta, poi a respingere con forza il concetto di "Mafia Dentro", ed infine ad affidarsi al "Senso Di Giustizia" (incarnato dal giudice Paolo Borsellino) sono tutt’ora oggetto di profonde analisi e riflessioni indirizzate ad esplorare l’universo femminile nei suoi rapporti con Cosa Nostra.
(tratto da "Donne di mafia. Donne contro la mafia" di F.sca Incandela, 2° Ed. Libridine)

18 anni fa moriva a Roma Rita Atria: l’associazione antiracket “Io non pago il pizzo…e tu?” e i giovani di Sosta Vietata intendono ricordare la figura della prima testimone di giustizia avanzando alla Commissione Toponomastica del Comune di Mazara del Vallo la proposta di intitolare a Rita la strada che collegherà per la prima volta direttamente il Lungomare S.Vito a via Castelvetrano (e viceversa). Per ricordare il suo coraggio, la sua scelta, la novità del messaggio della giovane donna.
Per dire ancora una volta NO alla MAFIA!
“Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognarlo? Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.”

Il presidente dell'Associazione Antiracket "Io non pago il pizzo...e tu?"
Francesca Incandela

Lo Staff di Sosta Vietata
Francesco Iannazzo
Alberto Tumbiolo
Ivano Asaro

sabato 26 giugno 2010

Speciale Mondiali - 3° Giornata

Sorge il sole del 21 Giugno su tutto il Sud Africa ed è un sole di verdetti, perché da oggi inizia il terzo e ultimo turno dei gironi, il che significa partite allo stesso orario, passaggi del turno, lacrime di gioia per chi passa e di disperazione per chi torna a casa, ma soprattutto significa emozioni a valanga, per tutti.
Si comincia alle 16.00 con i padroni di casa che devono battere la Francia "più brutta di sempre "e sperare che Messico e Uruguay facciano il loro dovere senza accordi di pareggio che li farebbe passare senza problemi. E si comincia subito forte! Il Sud Africa gioca bene e affonda i colpi su una Francia davvero inesistente: a complicare la situazione in settimana il licenziamento di Anelka dalla federazione, Sarkozy che da Parigi lamenta giustamente le inconsuete magre figure e un Thierry Henry inspiegabilmente in panca. Ecco allora che su un calcio d'angolo i Bafana Bafana passano in vantaggio, raddoppiando poco dopo. E' notte fonda per i francesi, specie per le notizie che giungono da Rustemburg: l’Uruguay è in vantaggio! Tutto il popolo sudafricano spera ancora in un storico e alquanto miracoloso passaggio del turno , ma proprio i francesi ad una ventina di minuti dal termine accorciano le distanze con un gol inutile per sè e per la squadra africana, che alla fine pur eliminata sarà riempita da una pioggia di applausi da parte del suo pubblico. Sconfitta la Francia: da film la scena ripresa dalle telecamere di mezzo mondo che inquadrano il ct Domenech durante il riscaldamento solo a centrocampo: niente discorso nello spogliatoio per lui. In serata è una passerella per Maradona, l'uomo che può far sognare ancora gli argentini: il suo Messi continua a non segnare, ma non è un problema se paragonato alla mole di gioco distribuita dal giocatore durante la partita: ogni azione da rete parte magicamente dai suoi piedi; un pò come accadde a lui nell'86. C'è da star tranquilli allora: i suoi gol arriveranno proprio nel momento del bisogno. Il finale è un secco due a zero alla Grecia che non aveva molte speranze; le aveva invece la Nigeria nonostante le due precedenti sconfitte sommergendo la Corea del Sud di gol: il risultato finale è un due a due combattuto e spettacolare. Eliminata la seconda squadra africana!
Altro girone e altre emozioni al cardiopalma! Dopo la bufera pubblica che ha investito Fabio Capello e i suoi boys ora è il momento della verità: o batte la Slovenia o fuori scuse.
Sir capello allestisce una corazzata ovviamente votata all’attacco, anche se Rooney non ancora al meglio aiuta la manovra inglese che segna con Defoe, preferito dal ct a Heskey; nella ripresa continua l’assalto sventato solo da un Handanovic versione saracinesca e grande chiusura prima di Terry, poi di Upson e infine di Johnson, sofferenze immense per tutti i numerosissimi inglesi presenti allo stadio. Termina la partita, ma non le emozioni: la Slovenia potrebbe raggiungere gli ottavi anche con questo risultato se gli Stati Uniti non battono l’Algeria ed è così fino al 92’ ! E' Donovan a far impazzire di gioia gli USA che passano lasciando in lacrime una Slovenia che è arrivata meritatamente a tanto così dagli ottavi storici.
La sera tocca alla Germania: una squadra come quella teutonica non può permettersi di uscire adesso dalla competizione e riesce, prima a difendersi da un Ghana impreciso e sfortunato sotto porta, e poi a siglare l’uno a zero vincente di Ozil.
Paura per la formazione ghanese, che può esultare al fischio finale del match Australia-Serbia, terminato sul punteggio di 2-1 (Cahill, Holmann, Pantelic).
All’Italia, serve una vittoria contro la Slovacchia per non complicarsi la vita con possibili combinazioni: gli azzuri per 70 minuti non scendono in campo! Gli slovacchi che rincorrono la loro prima vittoria mondiali fanno una prestazione maiuscola, che li porta in doppio vantaggio. Basterebbe un pareggio considerata la gara tra Nuova Zelanda e Paraguay, ma l'Italia non ne approfitta, svegliandosi troppo tardi con l'ingresso di Pirlo: l'incontro termina tre a due con gol italiani di Di Natale e di Quagliarella. Cala il sipario: finisce così tra i fischi la storia dei campioni del mondo che non hanno mai giocato così male e non erano mai usciti dai mondiali ai gironi senza neanche una vittoria. Nel girone E l’Olanda aritmeticamente qualificate batte anche il Camerun già eliminato timbrando 9 punti. E' puro spettacolo tra Danimarca e Giappone: chi vince passa! I danesi hanno più esperienza, ma i giapponesi danno una vera lezione di calcio tra punizioni perfette, grande strategia di gioco e un Honda versione stella del mondiale vincendo per tre a uno.
Per l’ultima giornata tutti gli occhi sono puntati su Brasile-Portogallo: uno zero a zero che accontenta entrambe le formazioni; nell'altro match Drogba & soci batte tre a zero i simpatici coreani del nord, chiudendo con onore il girone della morte. Gli spagnoli invece sudano freddo contro il Cile, l’outsider fin qui più forte: risolvono il match Villa e Iniesta per il due a zero finale della Spagna. A niente serve il pareggio tra Honduras e Svizzera.
Ecco che si completa il tabellone degli ottavi di finale, con ben cinque squadre del Sud America, a conferma della tradizione di alternanza di vittorie mondiali tra europee e sudamericane. A noi non rimane che l'amare per un Italia davvero (davvero!) brutta e non ci resta che goderci le sfide
dei prossimi giorni, tifando magari per la formazione più simpatica.

Sergio Basilio




venerdì 25 giugno 2010

PUNTO CULT - 2° Puntata

Secondo appuntamento con Punto Cult, la rubrica che recensisce film di culto. In questa puntata Giacomo ci propone la classifica dei 10 film più belli del 2009, confrontandoli dalla decima alla prima posizione, discutendo di flop, oscar e premi vari.
Buona Visione.


martedì 22 giugno 2010

Speciale Mondiali - 2° Giornata

C’erano una volta le grandi certezze dei mondiali, c’era una volta l’Italia, magari catenacciara ma dura a morire, c’era la grande Inghilterra dei leoni indomabili, c’era la Francia che faceva paura a chiunque, c'era la Germania che arrivava sempre alla fine: squadre che hanno scritto più volte la storia mondiale, eroi e miti di racconti leggendari narrati ai nipotini. Ora tutte queste certezze, che davano vita al grande interesse per la Coppa del Mondo, sembrano andate (speriamo solo momentaneamente perdute).
Eh si! Perché in questo pazzo (pazzo!) mondiale guardi una Francia, che francamente non dovrebbe nemmeno essere qui, cadere a pezzi sotto i colpi devastanti di un Messico forse mai così concreto, giovane e spettacolare. E non si tratta poi tanto dei colpi degli avversari a far male, ma più che altro le liti interne, i problemi di spogliatoio e l’odio per un ct che un intero paese non vuole più alla guida: insomma cari francesi è il momento di cambiare, quindi anche se matematicamente non siete ancora fuori. è già iniziata l’era Blanc. I leoni di sua maestà la regina in questa savana sembrano più che altro gazzelle davanti agli avversari; dopo la brutta partita con gli USA la squadra di sir Capello riesce a far ancora peggio contro l’Algeria che fa si una ottima partita tattica, ma dagli inglesi non puoi aspettarti nemmeno un tiro in porta per 90'. Un'autentica delusione davanti ai tantissimi tifosi venuti fin qui (e soprattutto davanti ai "principini"). S’era tanto parlato bene della Germania prima e non bisogna parlarne male ora dopo la sconfitta con la Serbia per 1 a 0, perché effettivamente i tedeschi, in 10 dopo soli 25’, tentano davvero di tutto per pareggiare le cose, ma incappano in una giornata sfortunata (con il principe Poldo che sbaglia anche un rigore). Di fatto anche il loro cammino è in salita e l'ipotetico passaggio del turno non sembra più cosa scontata.
Andiamo poi alla sorpresa più grande, che poi tanto grande non è, se guardiamo il gioco espresso. I campioni del mondo fermati sull’1 a 1 dalla Nuova Zelanda, forse davvero la più debole tra tutte le nazionali presenti. Ma non ci sono scuse, il gioco mostrato dagli italiani, la pochezza in avanti, il punto debole che una volta era il punto di forza ovvero la difesa, dimostrano che la squadra di Lippi è ancora un cantiere aperto e presumibilmente lo resterà.
Ma in questo secondo turno non è mancata la classe del biondo principe celeste Forlan che sigla la doppietta contro i Bafana Bafana ormai quasi sicuramente eliminati, la tripletta di Higuain per l’Argentina che sembra sempre più forte (aspettiamo però a parlare di coppa!). Non sono mancate le belle partite, su tutte Slovenia-USA 2 a 2 dove gli americani hanno fatto vedere di essere cresciuti e di poter arrivare lontano e Danimarca-Camerun 2 a 1 con Eto’o che segna dopo i primi minuti e poi in una fredda notte del Sudafrica sale in cattedra Rommedhal con una partita sontuosa, assist prima e gran gol dopo. Non sono mancati anche tanti gol (ben 42 rispetto ai 25 del primo turno) di cui solo il Portogallo ne fa 7 alla Corea del Nord. Le certezze? L’Olanda che continua a vincere, senza convincere, il "Brasile meraviglia" che fa fuori un Drogba sfortunato ma che comunque lascia il suo segno al mondiale africano, la Spagna che riesce a riprendersi dalla brutta figura iniziale e il Cile, una sorpresa che può andare molto lontano.
E i campionissimi? Rooney non ha mai tirato in porta, non è mai entrato in partita ed è solo riuscito a litigare con i tifosi; Anelka è già rientrato in patria per aver insultato pesantemente il tecnico; i sud americani Messi e Kakà sono i più in forma e danno già spettacolo, anche se non segnano, cosa che non si può dire invece di Luis Fabiano già in lotta con Higuain per la classifica di capocannoniere; Drogba, quasi eliminato, ma è già un vero miracolo che sia in campo dopo soli 10 giorni dall’intervento; Sneijder silenziosamente sta portando l’Olanda agli ottavi; i fenomeni spagnoli vivono di tocchi di prima, nella speranza di entrare in porta con tutto il pallone (con travaso di bile del povero Del Bosque); il modello Cristiano ha cominciato a carburare e dopo pali e traverse è riuscito a trovare finalmente il gol.
Ma il mondiale non è finito e tutto ancora si può riscrivere. Una piccola curiosità: ogni volta che il mondiale si è giocato in Europa è sempre stato vinto da un'europea; quando si è gioca to in altre parti del mondo a spuntarla è stata una sudamericana: chissà che non sia ancora così. C’erano una volta le grandi squadre...e speriamo ci siano ancora.

Sergio Basilio

domenica 20 giugno 2010

“Ensemble Selinus” e “La Rotta dei Fenici”

www.ensembleselinus.net è un sito per far conoscere la musica dell’Ensemble Selinus e per far vedere attraverso un promo l’attività concertistica del gruppo. Internet si è ormai affermato come uno straordinario strumento di promozione soprattutto anche per le formazioni musicali che non hanno una casa discografica. Tramite questa opportunità, l’Ensemble Selinus ha colto l’occasione per promuovere il nuovo lavoro musicale dal titolo “La Rotta dei Fenici”.
L’album, con le musiche di Gaspare Federico e i testi di Leda Stella, è prodotto dall’Associazione Culturale “Amarchord” di Sciacca, mentre le edizioni musicali sono state affidate alla Micocci Dischitalia di Roma. Il Cd contiene anche il brano “La Rotta dei Fenici”, che da il nome all’intera opera, nato a seguito della collaborazione con l’omonimo Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa ed è stato presentato lo scorso mese di Marzo 2009 a Selinunte in occasione del raduno dei rappresentanti dei partner dell’Itinerario Culturale provenienti da 14 Paesi del Mediterraneo. I brani, arrangiati in chiave moderna, sono dedicati alla Sicilia, alle nostre radici, alle nostre tradizioni; riportano sonorità mediterranee e evidenziano come la musica può diventare ottimo veicolo di cultura, valorizzando, anche, il patrimonio storico ed archeologico della nostra terra. Nel 2004 l'Ensemble, produce, col patrocinio del Comune di Calatafimi-Segesta, il suo primo lavoro musicale dal titolo Elimi”. Il CD, riscuote presso il pubblico un grande interesse favorendo, di conseguenza, la nascita di prestigiose collaborazioni. L’Album “Elimi” ha goduto di passaggi radiofonici nazionali su Radio Rai 1 nell’ambito del programma “Con parole mie” di Umberto Broccoli e su Radio 24 nell’ambito del Programma “Zombie” di Diego Cugia. I brani del CD “Elimi” sono stati utilizzati dall’ Istituto “Luce” per la sonorizzazione del documentario sulla Sicilia “I Picciotti del Profeta”; inoltre le stesse musiche sono state utilizzate per la sonorizzazione di un ciclo di 5 documentari messi in onda da Sky “Marco Polo”, canale 414, all’interno del programma “Campanili”. Gli autori, Gaspare Federico e Leda Stella, nel 2004, hanno autoprodotto il Cd “From Diary” con la formazione “Free Spirits” composta dagli stessi. Tale prodotto richiama sempre sonorità mediterranee con testi in inglese ed è stato eseguito per l’apertura di alcuni concerti di Franco Battiato nel tour 2003 (Santa Maria di Licodia e Catanzaro Lido). Nel 2009, a seguito della collaborazione con la Micocci Dischitalia di Roma, l’”Ensemble Selinus” è stata inserita nel libro di Vincenzo Micocci “Vincenzo io t’ammazzerò”- la storia dell’uomo che inventò i cantautori, in quanto discografico che ha portato alla ribalta molti cantautori italiani. Molteplici sono stati i concerti effettuati in sedi prestigiose come Palazzo dei Normanni – Fondazione “Federico II”, Teatro “Pirandello” di Agrigento - XXIII EFEBO D’ORO Premio Cinematografico Internazionale 2001, I Festival Gattopardiano a Santa Margherita di Belice, V e VI Premio Internazionale Teatro di Segesta, Albe al Teatro Greco di Segesta, Convegno Internazionale delle Religioni a Villa Niscemi - Palermo, Premio Strega - Villa Niscemi Palermo, Meeting dei Ministri del Commercio della Unione Europea e dei Paesi del Mediterraneo – Palermo, altri. Tutto questo testimonia la voglia di questa formazione musicale di fare emergere la propria realtà artistica, di mettersi in gioco nel panorama artistico – musicale nazionale ed internazionale coniugando musica, storia e cultura.
Dell’Ensemble Selinus fanno parte: Nicolò Lipari e Dario Barbarìa ai Violini, Roberto Federico alla Viola, Nicolò Guirreri al Violoncello, Francesco Federico ai Flauti e al Basso, Gaspare Federico alle Tastiere e Programmazioni Computer, Leda Stella, Voce.

venerdì 18 giugno 2010

Speciale Mondiali - 1° Giornata

"L'Africa torna al Mondo, Il Mondo torna in Africa": apre così il collegamento Fabio Caressa dal Sud Africa, uno dei suoi soliti bei monologhi prima di una partita importante, anche se questa volta ha un significato più profondo, che va oltre il mondo dello “Sport”. Simboleggia il ricongiungimento dell'uomo lì, nella terra dove è nato, tra i meravigliosi paesaggi paradisiaci dell'Africa. Si apre dunque l'ennesima kermesse sportiva globale, la Coppa del Mondo. Forse molti, me compreso, si chiederanno "Ma così presto? Possibile che siano già passati quattro anni?" Sembra impossibile. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le incredibili gesta di Fabio Grosso, Fabio Cannavaro, Gigi Buffon e tutti gli altri. E invece è di nuovo Mondiale. Diverso dal precedente: un mondiale dove certamente la padrona di casa non è tra le favorite per la vittoria finale e forse anche un mondiale tra i più piovosi visto che lì è inverno e per giunta nel periodo delle grandi piogge.
La prima giornata dei gironi eliminatori ci regala subito tante sorprese, qualche certezza e molti dati statistici che devono farci pensare. Com’è tradizione la partita d’apertura (quest’anno tra Sud Africa e Messico) non è lo spettacolo che tutti si aspettavano: giocatori contratti, paura di perdere davanti il proprio pubblico e qualche problema di dialogo in campo viste le tantissime e fastidiosissime wuwuzela che saranno odiate, da chi sta allo stadio ma anche dal pubblico a casa, per tutto la manifestazione. Meglio il secondo tempo: la prima rete dei mondiali viene segnata da Tchabalala! Grandissimo gol: sinistro al volo sul secondo palo. Ma grande partita dei messicani che con ordine riescono a trovare il pareggio con cui si chiude poi la gara. Nella sera l’attesissima Francia scende in campo contro l’Uruguay per uno scialbo 0 a 0 che non accontenta nessuno. Il girone si chiude con un solo punto per tutte e quattro le squadre. Il giorno dopo, a parte la sorprendente vittoria della Corea del Sud sulla Grecia abbastanza inaspettata, tutti gli occhi del mondo intero sono puntati sull’Argentina di Messi in campo e Maradona in panchina. Contro la Nigeria ci si aspetta spettacolo da entrambe le parti, ma è un assolo albiceleste che mette in mostra due cose: la grande forza che questa squadra può esprimere e la bravura del portiere nigeriano Enyama che praticamente le prende tutte, tranne il colpo di testa di Heinze per l’uno a zero finale. Nella sera l’Inghilterra di Fabio Capello spera di fare bottino pieno contro gli States, ma son finiti i tempi in cui per l’America la parola “football” era sinonimo di gioco con palla ovale e corazze da indossare. Lo chiameranno “soccer” ma ora sanno bene cos’è e come si pratica, specialmente grazie a Bob Bradley, questo tecnico tanto anonimo quanto bravo; così dopo il vantaggio di Gerrard al 4’ che sembrava spianare una goleada ecco il pareggio degli USA con un bel tiro di Dempsey e una clamorosa, pazzesca papera di Green, portiere che aveva vinto il ballottaggio con James per difendere la porta inglese. Colpa dello “Jabulani”, particolare pallone sferico e liscio che lo porta a diventare un po’ ballerino e imprevedibile? Non è questo il caso ed è uno “scandalo” che una nazionale forte come l’Inghilterra non riesca a trovare un portiere come si deve. Sarà 1 a 1 al fischio finale e via alle feroci polemiche che investiranno il povero (si fa per dire povero visto che è l’allenatore di questi mondiali che guadagna di più: 8,8 milioni) Fabio Capello. Altra giornata, altre sorprese: nel pomeriggio dopo una partita vicina allo zero assoluto per noia, la Slovenia prende tre punti inaspettati grazie all’ennesima papera dei portieri qui in Sud Africa e si porta così incredibilmente prima nel girone degli inglesi; poi tocca a Serbia-Ghana, una partita dove accade praticamente di tutto: pali, traverse, espulsioni e rigore di Asamoah Gyan che porta in vantaggio il Ghana sulla Serbia di Stankovic. La sera finalmente spettacolo di una grande: scende in campo la Germania contro l’Australia e anche se magari non è tra le favorite e nessuno ne parla è sempre la Germania: solida, pragmatica, diretta e adesso anche spettacolare, come nel caso del primo gol con grande corsa sulla fascia, palla in mezzo leggermente arretrata per l’accorrente Podosky che buca le mani di Schwarzer per l’uno a zero, poco dopo raddoppio di Klose che si porta a 10 reti, vicinissimo al record di gol segnati ai mondiali, detenuto finora da Ronaldo con 15. Nel secondo tempo chiudono i conti Mueller e Cacau il brasiliano naturalizzato che fa da portabandiera per tantissimi giocatori dal doppio passaporto in questa squadra e quasi tutti titolari, vedi Khedira, Ozil, Podosky, Klose, Mario Gomez, tutti brasiliani, polacchi o turchi. Impensabile fino a qualche decennio fa proprio nella Germania!
L’indomani è il grande giorno dell’Italia che gioca in serata contro il Paraguay, partita attesissima da tutti visto che scendono in campo i campioni del mondo in carica. C’è tempo nel pomeriggio di assistere ad una brutta Olanda che riesce comunque a portare immeritatamente i tre punti a casa contro la Danimarca e il Giappone che meritatamente batte il Camerun di Eto’o, francamente troppo brutto per essere vero.
Poi l’attesa diventa tensione, la tensione diventa adrenalina e le maglie azzurre scendono in campo. Cominciamo bene, quasi a sorpresa Lippi mostra una squadra che ha gambe e corsa, anche se non riusciamo ad arrivare a conclusioni pericolose, ma creiamo tanto, loro no. Pepe è un demonio sulla fascia corre, copre, riparte, crossa, il migliore con Criscito; ma su una punizione per i sudamericani una disattenzione di capitan Cannavaro, palla in rete con Alcaraz e subito tutto ciò di buono creato improvvisamente diventa polvere, diventa nulla. Nel secondo tempo al rientro in campo delle squadre non si vede Buffon e un intero paese trema. Gigi non ce la fa, ha un problema alla schiena e deve uscire, al suo posto Marchetti; sotto il diluvio e il gelo di Cape Town riusciamo a riprendere la partita grazie al migliore in campo in assoluto, Daniele De Rossi che riporta l’equilibrio nel risultato, finirà così, con un pareggio che vedendolo con bicchiere mezzo pieno non è così male, visto che il Paraguay era l’avversario più ostico del girone, il giorno dopo bisognerà sperare in un pareggio delle altre due compagini del gruppo F. E difatti è proprio un pareggio (l’ennesimo 1 a 1 di questo mondiale) il risultato tra Slovacchia e Nuova Zelanda, un pareggio trovato all’ultimo dagli oceanici grazie al colpo di testa di Reid. Nel pomeriggio si attende grande spettacolo dalla Costa d’Avorio di un recuperato Drogba e dal Portogallo di Cristiano Ronaldo, ma dopo un palo colpito da CR7 da distanza siderale ne viene fuori un altro pareggio a reti bianche, con una netta superiorità in campo per gli africani. La sera poi, nel gelo di -4 gradi scende in campo il Brasile dei fenomeni contro la modestissima Corea del Nord. Ci si aspetta la grande goleada, che però tarda ad arrivare visto che i coreani chiudono praticamente qualunque spazio difendendo in undici. Il Brasile si spazientisce consentendo anche qualche pazzesco contropiede ai velocissimi asiatici. Nel secondo tempo però la stanchezza si fa sentire e la diga coreana cede e permetta a Maicon di siglare uno dei gol più belli del mondiale: una staffilata sul primo palo che porta in vantaggio i verdeoro; pochi minuti dopo raddoppio di Elano e meno male perché sul finale la Corea accorcia le distanze con un bellissimo gol della bandiera. Questa partita inoltre regala una delle più belle scene viste finora: durante l’inno coreano l’attaccante scoppia in un pianto vero e sentito che commuove non pochi presenti.
Chiudono la prima giornata l’Honduras con il Cile, terminata con la vittoria di quest’ultimi per uno a zero e forse la più grande sorpresa, ovvero la sconfitta della Spagna, per tutti la candidata numero uno almeno insieme al Brasile per la vittoria finale. Una Spagna troppo sicura di se, con il famoso “tiki taki” ovvero il lunghissimo possesso palla e passaggi di prima per sfiancare l’avversario ma la Svizzera è squadra tosta (lo sapevamo…) e con una partita di grande sacrificio e un gol rocambolesco mette in cassaforte tre punti insperati contro i campioni d’Europa in carica.
Prima giornata che sicuramente non ha regalato tantissime emozioni: parecchi pareggi figli di una paura a lasciarsi andare, paura di perdere che non fa certo bene allo spettacolo, ma la cosa che più di tutte ci deve far pensare e anche forse preoccupare un pochino è che tutte le grandi d’Europa hanno perso, pareggiato o comunque non dato un bel segnale; resiste solo la Germania che ha davvero convinto ma le altre non sono state all’altezza, mentre le due superfavorite del sud America sono già sulla buona strada. Il mondiale però è lungo e riserva sempre tante sorprese, quindi sediamoci e gustiamoci questo sano mese di calcio internazionale.

Sergio Basilio

domenica 6 giugno 2010

PUNTO CULT - 1° Puntata

Uno spazio per l’arte e il divertimento: Sosta Vietata inaugura questa nuova "stagione" dando la possibilità a giovani artisti mazaresi di mettersi in gioco. E' il caso di Punto Cult, rubrica curata da Giacomo Asaro, che nei prossimi mesi ci accompagnerà nel mondo della cinematografia internazionale. A tutti voi auguriamo buona visione.



Considerato da molti uno dei più importanti e controversi film del cinema statunitense, Taxi Driver è uscito nelle sale americane nel 1976 nonostante le riprese e il montaggio finirono due anni prima. Diretto da Martin Scorsese e scritto da Paul Schrader, vinse la Palma d'oro al 29° Festival di Cannes e due premi BAFTA. La trama sembra un girone dell'inferno. Travis Bickle è un ventiseienne alienato, isolato, depresso e sessualmente frustrato, ex marine reduce del Vietnam congedato nel 1973 (nella versione italiana è 1963). Soffre di una insonnia cronica che lo porta a lavorare come tassista notturno a New York. Un cast eccellente, che comprende oltre a Robert De Niro, una giovanissima Jodie Foster, un bravissimo Harvey Keitel e Peter Boyle.