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lunedì 28 giugno 2010

via Rita Atria

“Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi…
ma io, senza di te, sono morta.”
Così si esprimeva e scriveva sul suo diario la giovanissima Rita Atria pochi giorni prima di suicidarsi. E subito dopo la strage di via d’Amelio in cui furono uccisi e dilaniati il giudice Paolo Borsellino e le 5 persone della scorta.
Rita Atria nasce a Partanna, cittadina del trapanese dove la mafia è vitale ed infiltrata in varie attività economiche, in una famiglia dove il pater è un mafioso appartenente al clan degli Accardo, un boss che dirige un colossale traffico di droga. Anche il fratello sta iniziando la sua scalata nella criminalità organizzata e la madre è custode di “ valori mafiosi” quali l’omertà e l’ubbidienza, la sottomissione. Incarnazione della fimmina che ha l’obbligo di trasmettere ai figli tutto quel rituale che fa parte della famiglia mafiosa. Quando il padre viene ucciso in una faida di mafia, sarà il fratello Nicola che a prendere il comando ed anch’egli perisce sotto i colpi della lupara.
Da quel momento Rita sente che deve reagire ed inizia a collaborare con le forze dell’ordine, una scelta difficile, controcorrente, dolorosa soprattutto quando anche la madre le si scaglia contro e la rinnega come figlia, arrivando in seguito al gesto estremo di devastare la tomba di Rita.
La vicenda umana e le implicazioni psicologiche che hanno condotto la giovanissima Rita Atria prima a cercare vendetta, poi a respingere con forza il concetto di "Mafia Dentro", ed infine ad affidarsi al "Senso Di Giustizia" (incarnato dal giudice Paolo Borsellino) sono tutt’ora oggetto di profonde analisi e riflessioni indirizzate ad esplorare l’universo femminile nei suoi rapporti con Cosa Nostra.
(tratto da "Donne di mafia. Donne contro la mafia" di F.sca Incandela, 2° Ed. Libridine)

18 anni fa moriva a Roma Rita Atria: l’associazione antiracket “Io non pago il pizzo…e tu?” e i giovani di Sosta Vietata intendono ricordare la figura della prima testimone di giustizia avanzando alla Commissione Toponomastica del Comune di Mazara del Vallo la proposta di intitolare a Rita la strada che collegherà per la prima volta direttamente il Lungomare S.Vito a via Castelvetrano (e viceversa). Per ricordare il suo coraggio, la sua scelta, la novità del messaggio della giovane donna.
Per dire ancora una volta NO alla MAFIA!
“Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognarlo? Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.”

Il presidente dell'Associazione Antiracket "Io non pago il pizzo...e tu?"
Francesca Incandela

Lo Staff di Sosta Vietata
Francesco Iannazzo
Alberto Tumbiolo
Ivano Asaro

2 commenti:

  1. Condivido l'iniziativa, magari con una lapide (o una ceramica) che ricordi chi era o chi é stata Rita Atria. Per quanto riguarda la strada...usi bene il futuro..."collegherà"; mi chiedo, quando?. Ho saputo che ci sono seri probleami tecnici; nella parte più bassa la strada "sarebbe" sotto il livello del mare,,, e per il "principio dei vasi comunicanti"....quando ci sarà pioggia abbondante si potrebebro verificare "seri" allagamenti.Per ora, quindi, plaudo l'iniziativa per ricordare Rita Adria, ma mi auguro che il verbo al futuro "collegherà" non diventi un verco al "condizionale"..."collegherebbe", o "dovrebbe collegare".
    Un caro saluto e..buon lavoro a tutti voi.
    Giovanni D'ALFIO

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  2. Abbiamo già ricevuta la notizia che la via è stata intitolata a Padre Morello, illustre concittadino, ma continueremo a proporre il nome di Rita Atria accettando anche i suggerimenti dei lettori, grazie.Francesca Incandela

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