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giovedì 30 luglio 2009

I giovani e il bere: una scelta di consapevolezza

Nella nostra cultura è ormai assodato una sorta di consenso sociale relativo al consumo di bevande alcoliche. L’”iniziazione” al bere avviene spesso in ambito familiare, con un consumo di alcol che potremmo definire “alimentare”. Dopo questa iniziale esperienza il consumo di vino, e soprattutto di birra diventa abituale e i genitori accettano tale abitudine a condizione che rimanga contenuta e sotto il loro “controllo”. Il consumo di alcolici da parte di un giovane all’interno della propria famiglia non si configura quindi mai, sin dall’inizio, come un comportamento inadeguato. Col passare del tempo però il “controllo” dei familiari viene esercitato sempre meno, gli adolescenti tendono a sfuggire alle regole imposte dai genitori nella ricerca di un’identità propria che si delinea all’interno del gruppo di pari. E’ qui che si sperimentano le bevande “alternative” (ad esempio la birra in luogo del vino) e i comportamenti trasgressivi come l’abuso. Il senso di questo utilizzo eccessivo, anche se non quotidiano, di alcolici, si può comprendere solo se ci si svincola dall’idea che esso sia legato al piacere del gusto. Quest’ultimo è infatti assolutamente secondario all’effetto che si va ricercando nella sostanza, a quello stato di euforia e benessere che può dare o a quella disinibizione che risulta funzionale all’interno di un gruppo di adolescenti. In altri termini, non è tanto importante la qualità di ciò che si beve, ma che la gradazione e i quantitativi siano tali da avere un effetto “potente”. La prima cosa da sapere riguardo all'alcoolismo è che l'alcool altera la mente e ostacola l’apprendimento. Rende la persona stupida, assente, smemorata, illusoria e irresponsabile. Nelle scuole, si è osservato che chi fa uso di alcool è molto più lento nell’apprendimento degli altri studenti, come se finisse in una specie di torpore, diventando insensibile e incapace. Si può quindi comprendere perchè l’alcool sia considerato da alcuni un valido “sostituto” delle droghe: è una sostanza che può provocare uno stato di profonda alterazione psicofisica ed allo stesso tempo è una sostanza legale e socialmente accettata. Recentemente si è visto un significativo mutamento nella rappresentazione sociale del bere, con un passaggio dal vino alla birra e ai superalcolici e con l’individuazione di nuovi luoghi del bere spesso assunti da modelli esteri (aumentano i pub e le birrerie a discapito delle trattorie e dei ristoranti). Potremmo parlare di due modelli del bere: un modello tradizionale legato al vino e alla cultura dello stare insieme e un modello moderno legato al consumo per lo più di birra e superalcoolici e alla necessità di affrontare difficoltà personali (timidezza, paura, imbarazzo, ecc). Mentre da una parte ultimamente si nota una stabilizzazione del consumo medio pro-capite per la popolazione adulta, dall’altra si assiste ad un preoccupante incremento dell’uso o dell’abuso di bevande alcoliche fra i giovani. In Italia solo il 26% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni dichiara di non avere bevuto negli ultimi tre mesi, ciò significa che il 74 % ha bevuto almeno una volta alcolici o superalcolici. Il 60% dei giovani consumatori beve prevalentemente birra e il 40 % vino. Gli aperitivi e i digestivi sono assunti dal 34% e i superalcolici (per lo più sotto forma di cocktail) dal 21% dei ragazzi in età tra i 15 e i 24 anni. Pertanto è evidente come il problema alcool e giovani sia di particolare rilevanza e di grande attualità specie dopo il provvedimento adottato dal primo cittadino del Comune di Milano. Resto veramente perplesso di fronte alla replica del sindaco di Salemi utilizzata nei confronti del Sindaco Letizia Moratti. Nessuno ha fatto divieto di consumo di alcolici: si sta cercando soltanto di limitarne l’abuso in soggetti ancora minorenni spesso deboli e facilmente influenzabili. Il tentativo è quello di tutelarli cercando di rinviarne di qualche anno la scelta che ci si augura, in futuro, più responsabile. Bene. Non discuto affatto le iniziative finora adottate: la sensibilizzazione è sempre auspicabile e necessaria. E' anzi un primo e fondamentale strumento che lancia messaggi educativi e propositivi senza diventare troppo invasivo negli specifici casi di ciascuno. Il problema forse è un altro: di fronte al dilagante alcoolismo dei giovani è sufficiente un volantino esposto nei locali, ben sapendo che i gestori passeranno sempre dal punto di vista dei giovani per gli “scocciatori” del caso, che le famiglie tenderanno a scaricare la colpa su di loro perchè oggi va di moda alleggerire i ragazzi da qualsiasi responsabilità, che i ragazzi stessi escono già con il malsano obiettivo di esagerare?
Per non parlare, analizzando la situazione generale, di una particolare noia e apatia che sembra affliggere i nostri giovani e che certo non invita a tramutare in attività benefiche lo stare in compagnia. Nella gerarchia istituzionale abbiamo dapprima la famiglia che dovrebbe inculcare valori positivi e senso di responsabilità personale, associazioni, comitati e scuola che possono essere coinvolti (questi sì) in opera di sensibilizzazione perchè in questo caso parliamo di cultura, poi le istituzioni locali che nel loro ruolo primario sono tenute a far applicare le leggi dello Stato. Dire che la legge c'è già significa scaricare ancora una volta il barile senza entrare nella concretezza del problema e del ruolo che spetta alle Istituzioni Comunale e Provinciale. Il provvedimento di Letizia Moratti invece è utile a responsabilizzare tutti i soggetti coinvolti nell'applicazione di tale legge. Finchè non saremo in grado di stabilire le competenze di ciascun attore dello scenario sociale, come potremo pensare di adottare politiche costruttive per la concreta risoluzione dei problemi del territorio? L'ordinanza, firmata dal sindaco di Milano, Letizia Moratti, vieta la somministrazione, la detenzione, il consumo e la cessione anche a titolo gratuito, di bevande alcooliche di qualunque gradazione ai minori di 16 anni. I divieti si estendono anche alla vendita e alla somministrazione di bevande alcooliche, in zone accessibili ai minorenni, a mezzo di distributori automatici che non siano dotati di sistema di lettura automatica di documenti con i dati anagrafici di chi li utilizza. Intanto, questa nuova sperimentazione si sta diffondendo almeno in forma d' idea in molti altri comuni d'Italia come a Pavia, Bergamo e Ravenna. Solo in questo modo si potrà ottenere un valore aggiunto e un effetto sociale, culturale, operativo moltiplicatore delle azioni di prevenzione messe in atto. No quindi a tanti progetti tra loro isolati e senza coordinamento, come qualche volta è successo. Si a progetti condivisi e collegati. Sia l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) che il National Institute of Health (NIH) degli Stati Uniti ribadiscono che nessun individuo può essere sollecitato al consumo anche moderato di bevande alcoliche, (figuriamoci minorenni) considerando il rischio che l’uso di alcool comporta per l’organismo. Inoltre gli individui che non bevono non possono e non devono essere sollecitati a modificare il proprio atteggiamento”. Alla luce di questi dati, concordo con il sindaco di Milano Letizia Moratti poiché ritengo di fondamentale importanza la realizzazione di un programma che intervenga adeguatamente per prevenire i danni dell’alcoolismo. La campagna del primo cittadino ambrosiano contro l'abuso di alcol ha proprio il compito di promuovere dei comportamenti e stili di vita coerenti con il mantenimento di un buono stato di salute. Pertanto non ritengo affatto che tale campagna di uso consapevole e misurato di bevande alcooliche possa in qualche maniera ledere l’economia vinicola del nostro territorio. Tutelare e proteggere la nostra salute e quella della nostra famiglia è insieme un diritto e un dovere. Difficilmente però cambieremo la qualità della nostra vita se non impareremo sempre più a proteggerci in prima persona, per noi stessi e per i nostri cari. E poi, quando mai proibire con la finalità dell’educare è mai stato da rigettare come metodo pedagogico volto alla correzione di ciò che può nuocere alla sana crescita di un giovane: non credo che la mia generazione o quelle vicine alla mia, sia cresciuta stupida o traumatizzata dai divieti dei nostri genitori. Oggi, col senno del poi, ringrazio quei “no” educativi che hanno contribuito alla crescita formativa di soggetti con una coscienza civile adeguata per affrontare con dignità le difficoltà che l’esistenza ci pone ogni giorno dinanzi. Per fare questo, per potere scegliere stili di vita e comportamenti “sani” dobbiamo essere informati e perciò consapevoli. La consapevolezza può spingerci al cambiamento e il cambiamento è necessario per ridurre i nostri comportamenti a rischio. I giovani sono la nostra risorsa per il presente, la nostra speranza di sopravvivenza. E proprio i giovani sono i bersagli di falsi modelli di vita, di dati falsi, di sostanze tossiche reclamizzate nei modi più subdoli e abietti. I giovani spesso non hanno abbastanza forza per dire di no, temono di non integrarsi nel gruppo di rimanere “fuori”. Pertanto è bene che la legge tuteli quegli adolescenti ancora in formazione con una personalità non definita, facile preda di tentazioni forti e talvolta subdole. Sicuramente l’età anagrafica non sarà sempre indice di maturità; poco importa, ciò che è rilevante è il fatto che il “divieto” metta dinanzi a ciascuno la propria responsabilità morale e civile. Certo probabilmente ciò che è vietato diventa maggiormente anelato, ma sono convinto che i segni tangibili di cambiamento non lasceranno indifferente l’intera società civile.
Prof. Danilo Di Maria

domenica 19 luglio 2009

Condoglienze dell'A.G.I. ai familiari delle vittime

Anche io mi sento resposabile dell’incidente che ha provocato la morte delle 4 donne di Mazara del Vallo e mi sento responsabile perché abbiamo trasformato la nostra società in qualcosa di orrendo e invivibile e permettiamo a tossicodipendenti di guidare un auto in maniera indisturbata e senza che nessuno fa niente. Anche io mi sento responsabile, da rappresentante di un associazione giovanile, Associazione Giovani Insieme, perché non mi sono impegnato troppo per risolvere il problema della sicurezza nelle strade e per far un po’ di sensibilizzazione tra i giovani. Anche io mi sento responsabile perché se mesi addietro scrissi una lettera al prefetto per chiedere maggiori controlli e ho notato che questi controlli non sono mai arrivati, dovevo insistere e far si che in Mazara del Vallo le forze dell’ordine badino in maniera attenta ai fattori devianti di una società perversa. E se oggi un giovane della mia stessa età, con problemi di tossicodipendenza, si mette alla guida di un autovettura, uccide 4 persone e va via, allora, anche io mi sento responsabile perché ho sottovalutatoil fattore morale di ogni giovane la vita e l’altruismo al centro della nostra esistenza. Oggi il nostro paese è in lutto e ancor di più si devono sentire in lutto tutti i giovani della nostra città e iniziare un percorso di risanamento dei valori vitali ed esistenziali. Condoglianze dal presidente dell’A.G.I. “Associazione Giovani Insieme", Agate Cipriano e da tutti i componenti alla famiglia distrutta.

Cipriano Agate

sabato 18 luglio 2009

Mazara, auto sbanda e uccide 4 donne

Un'intera famiglia è stata distrutta in un incidente stradale avvenuto a Mazara del Vallo, nel Trapanese. Quattro donne sono morte - una madre, le sue due figlie e la nipote - e altre quattro persone, tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare, sono rimaste ferite. Il pirata della strada che ha causato l'incidente è fuggito via senza prestare soccorso alle vittime e, dopo la notte, è stato fermato da polizia e carabinieri. L'incidente è avvenuto in via Vaccara, alla periferia della città. Le vittime sono Susanna Siragusa, 83 anni, le figlie Filippa Andreani, 50 anni e Alda Andreanni, 48 anni e la nipote dell'anziana, figlia di Filippa Andreani, Concetta Li Mani, 32 anni.Nell'ospedale Abele Ajello sono ricoverati, due bambini, figli di Concetta Li Mani, una delle vittime, il padre della donna, Giuseppe Li Mani, e Antonino Ranti, marito di Alda Andreani, anche lei deceduta.Le vittime erano davanti alla porta di casa, a pochi metri dalla strada, a prendere il fresco, quando sono stati investiti dall'automobilista alla guida di una Golf. Il guidatore, pluripregiudicato e con problemi di droga, andava a folle velocità e avrebbe perso il controllo del mezzo, piombando sulla corsia opposta, salendo sul marciapiedi e travolgendo otto persone.
da Tgcom Mediaset

Le parole spesso e volentieri non sono sufficienti ad esprimere ciò che realmente si prova di fronte ad una simile notizia: in merito alla tragedia avvenuta nella serata di ieri, lo staff di Sosta-Vietata, i relativi amici, conoscenti e lettori, affranti e sconfortati dal dolore dei familiari, esprimono la loro piena solidarietà. Nel ricordo delle vittime e nel rispetto del lutto cittadino nella giornata di Lunedì lo staff interromperà per ventiquattro ore eventuali pubblicazioni.

Chi l'ha visto? (parte III)

Ci abbiamo scherzato su e riso anche più del dovuto, ma è impossibile continuare ad ignorare, costeggiando il lungomare S.Vito, che di per se i turisti apostrofano come "povero, obsoleto e venefico", le "continue e misteriose" (poi mica tanto..) sparizioni delle lastre di marmo. Noi ci siamo rivolti presso alcuni esperti del settore, a titolo puramente informativo, per redigere una stima approssimativa dei danneggiamenti causati da questi presunti ignoti. Le lastre, 254 mancanti e 7 danneggiate, hanno un costo (proporzionato alle reali dimensioni riportate nella figura in alto) di 58-60 euro cadauno. Se la matematica dunque non è un'opinione, il costo delle eventuali riparazioni si aggirerebbe attorno ai 15000-16000 euro, non considerando comunque il denaro necessario per la manodopera.
E questo è ancora una volta il prezzo che la città di Mazara del Vallo purtroppo deve pagare per la stupidità di alcuni cittadini...
Lo Staff di Sosta-Vietata

venerdì 17 luglio 2009

Eletti senza vincolo di mandato


Recita la nostra costituzione che i parlamentari sono ELETTI SENZA VINCOLO DI MANDATO. Tale precisazione comporta quella libertà, personale oltre che politica, nel proporre idee funzionali al paese, nell’interesse supremo della comunità sociale. Tale direttiva costituzionale è stata percepita dalla nostra classe consiliare, fornendone prova già alla prima adunanza, sovvertendo nella quasi totalità il pronostico che era stato uno dei cavalli di battaglia della dott.ssa Vinnuccia Di Giovanni, la famosa "opposizione di maggioranza". Ricordiamo infatti che frutto dell’apparentamento Scilla-Di Giovanni era stato il raggiungimento dei 21 consiglieri contro i 9 del poi risultato vincitore On. Cristaldi. Eppure se tale era stato il risultato della mossa politica dei due candidati risultati sconfitti, il consiglio, il primo della nuova legislatura, ha portato i 21 a 16, bastati comunque per eleggere Pietro Marino presidente del consiglio, e i 9 cristaldiani addirittura a 14. Notando bene che tali numeri sono di fatto la prova di maggioranza tentata dal sindaco in consiglio, e non di certo un voto espresso liberamente su una tematica reale, sorge spontanea una domanda: Ma come si fa ad essere già alla prima convocazione contro la propria coalizione? Come si fa a credere che dietro tali passaggi non ci siano colpe derivanti da personalismi o da strane strategie ordite da chi orbita nel retroscena? Nella speranza che questi dubbi siano infondati, Sosta-vietata ed i suoi lettori attendono impazientemente una risposta...

giovedì 16 luglio 2009

I Giovani per la Politica o la Politica per i Giovani?

Parlare di politica con i ragazzi non è facile. Nella mia esperienza personale di docente che, nel mondo della scuola, interagisce con i giovani, negli ultimi anni ho visto crescere sempre di più, un profondo senso di sfiducia. Mi capita spesso di dialogare con alunni che ragionano utilizzando i più banali luoghi comuni, del tipo “I politici sono tutti ladri”, oppure “La politica è una cosa sporca”. Andando più su con l’età, la musica non cambia. Si continua a vedere tutto nero, senza speranza. e conseguenze di questi ragionamenti pessimisti sono prevedibili. I giovani più puri e idealisti tendono a restare al di fuori del mondo della politica. Quelli più rampanti e “traffichini”, invece, la cercano esclusivamente per trarne qualche vantaggio personale. Frequentano qualche partito o movimento nella speranza, prima o poi, di riuscire a trovare un lavoro o fare una carriera più veloce. Le prospettive non sembrano rosee. Se l’andazzo è questo, dovremmo davvero rassegnarci ad avere una classe politica monopolizzata da ladroni e approfittatori. Bisogna rassegnarsi a questo? Io penso proprio di no. La strada da percorrere, per invertire la rotta, non è facile. Ma, al tempo stesso, non bisogna demordere. Gli strumenti per offrire entusiasmo e ottimismo alle nuove generazioni esistono: basta utilizzarli. Il primo argomento da proporre ai giovani è quello del recupero del senso della collettività. E’ da qui che bisogna ripartire. Se si comprende l’importanza del proprio rapporto con gli altri e del proprio contributo all’interno della società, si può ritrovare ottimismo anche nell’approccio con il mondo della politica. “Collettività” è una parola che sembra essere sparita dal vocabolario dei giovani. E’ necessario, invece, un tipo d’educazione completamente diverso, che abitui le persone, fin dai primi anni della propria vita, a porsi in relazione con gli altri. Questo è certamente un primo passo per far comprendere, in seguito, l’importanza della politica come strumento di aiuto alla collettività. Il secondo argomento da proporre ai ragazzi è quello della santificazione personale e del proprio lavoro o impegno scolastico. Che cos’è la politica? Non è altro che un lavoro da svolgere bene, come quello del giornalista, dell’infermiere, del medico o dell’avvocato, o un impegno di studio da portare a buon fine. Bisogna ricordare ai giovani che tutte le professioni possono essere svolte in modo corretto, oppure scorretto. Quella del politico presenta esattamente gli stessi rischi di corruzione che possono capitare, sotto forme diverse, a qualunque altro mestiere. Fare bene il proprio lavoro o studiare alacremente significa irradiare il mondo con una luce nuova, diversa, ottimista, rassicurante. Significa dare il buon esempio ed insegnare agli altri che lo stile di vita cristiano non è un’utopia. Il terzo ed ultimo argomento da proporre è quello della “lotta”. Questo termine, ovviamente, va svuotato di tutti i suoi significati aggressivi e bellici. Parlando di “lotta” si intende, chiaramente, la lotta tra il bene e il male. Ragionare in termini pessimistici, dicendo che la politica è una cosa irrimediabilmente perversa e compromessa, non serve a nulla. Il prodotto di questo ragionamento è semplice. Se i “posti” della politica vengono lasciati tutti alle persone disoneste, non cambierà mai niente. Bisogna, invece, fare uno sforzo e riuscire a penetrare in certi ambienti, senza lasciare a casa il proprio bagaglio di valori e di ideali. Devono essere i giovani a cambiare la politica, e non la politica a cambiare i giovani. L’importante è non lasciarsi scoraggiare di fronte alle prime avversità. Una sconfitta di oggi potrebbe essere la vittoria di domani. Basta pensare all’esempio di Gesù. Quando lo immaginiamo lì, inchiodato su una croce, deriso dai soldati romani e abbandonato dai suoi seguaci, che cosa possiamo pensare? Che è stato sconfitto. Quell’uomo crocifisso potrebbe rappresentare l’immagine perfetta di un insuccesso. Ma è proprio da quell’apparente insuccesso che è cominciata la salvezza dell’umanità. Quel fallito, a poco a poco, ha cambiato il mondo con un semplice messaggio d’amore. A poco a poco, con costanza e pazienza, si potranno abbattere quelle che il Papa chiama “strutture di peccato”. Seguendo l’esempio di Cristo, senza paura. La passione per la politica può diventare una parte molto importante della propria vita, soprattutto se si crede in ideali e se si hanno dei principi da difendere.
Prof. Danilo Di Maria

Chi l'ha visto? (parte II)

giovedì 9 luglio 2009

Chi l'ha visto? (parte I)














Lastra Di Marmo
Data della scomparsa: N.D.
Sesso: F
Età: 34 (al momento della scomparsa)
Nazionalità: Italiana
Corporatura: Robusta
Abbigliamento: Una maglietta grigia e un paio di jeans
Scomparso da: Lungomare S.Vito (Mazara del Vallo)


Mazara piange la triste scomparsa della nostra concittadina Lastra Di Marmo. La notizia, battuta nella serata di ieri dai media locale, ha trovato conferma soltanto alle prime luci dell'alba, quando le forze dell'ordine, accertato l'avvenuto, hanno istituito posti di blocco in tutto il paese per restituire ai familiari la figlia scomparsa. Dalle prime indiscrezioni, Lastra, uscita a fare quattro passi per le vie del centro, sarebbe stata avvicinata da brutti ceffi armati con piede di porco, che l'avrebbero costretta a salire con la forza su una malmessa auto verde. Tufo Di Marmo, padre della scomparsa, disperato e afflitto profondamente dal dolore, ha voluto subito lanciare un'appello alla cittadinanza affinchè chiunque abbia visto qualcosa, si faccia avanti al più presto. E anche noi di Sosta-Vietata, vicini in questi attimi di trepidazione al dolore dei familiari, vogliamo rivolgere a te il nostro pensiero cara Lastra: "Speriamo di poterti rivedere presto e che i presunti criminali che ti tengono sotto sequestro possano essere assicurati alla giustizia". Seguono aggiornamenti...

Dal G8 dell’Aquila tre grandi insegnamenti: coinvolgimento popolare, rispetto ambientale ed estensione del benessere a fasce più ampie di popolazione.

Quello che dall’8 luglio si sta celebrando nel capoluogo abruzzese devastato dal terremoto, è forse il più significativo evento che questo paese abbia saputo creare negli ultimi anni insieme alla proposizione della rogatoria mondiale sulla pena di morte, attribuibile al precedente governo. L’attuale summit tra i potenti della terra va al di la del mero incontro , della pura apposizione di firme su trattati da ratificare: infatti se le aspettative non saranno disattese questo G8, grazie alla spinta che proviene dall’attuale crisi economica mondiale, stringerà su tre grandi temi che dovranno essere il monito per ogni cittadino di questo pianeta: coinvolgimento del popolo nelle decisioni, e non delle masse strumentalizzate, rispetto e sviluppo di una nuova coscienza ambientale sia in senso protezionistico che nell’ottica di una giusta progressione delle energie pulite ed infine allargamento delle fasce abbienti per una più omogenea divisione delle ricchezze sul nostro pianeta. Tutto ciò sembra concretarsi con scenari che fino a qualche anno fa sembravano surreali: un nero presidente della più forte nazione del mondo(USA), seduto vicino al primo ministro russo che a sua volta guarda non più con diffidenza alla vicinanza politico-economica franco-tedesca, ma anzi ne coglie motivi di positivo interesse. Naturalmente l’attuazione di tali propositi sarà ardua, lunga e dispendiosa in quanto dovrà passare da territori particolari come l’Iran, la Cina, e stesse realtà americane ancora legate a visioni obsolete rette da conservatori, ma come suol dirsi <chi ben comincia è a metà dell'opera>. E se fondamentale è quello che all’Aquila viene detto, basilare, per non rimanere indietro o peggio venire schiacciati dai fatti, è seguire queste linee guida poste in essere dal summit. Pertanto anche la nostra città deve muoversi in tal senso. L’ormai archiviata campagna elettorale ha dimostrato che il popolo ha voglia di scendere in piazza, ha voglia del coinvolgimento che fa parte della politica vera, a testimonianza che dai cittadini bisogna partire per cogliere le istanze reali di cui si sente maggiore bisogno. Ma questa città deve anche avere il coraggio di superare le paure dovute alla criminalità e alle malversazioni passate e guardare con occhio interessato alle nuove tecnologie energetiche, perché se capitale del mediterraneo vogliamo diventare, di certo non possiamo farlo legati alle lampade ad olio. Infine bisogna intraprendere la strada dei grandi lavori, dimostrare che il vanto dei grandi agganci non era solo uno spot elettorale, e lavorare affinché l’ambiente sia salvaguardato e diventi possibilità di ricchezza e sviluppo. Partendo da ciò si prende un treno che a breve e che poi non sarà facile raggiungere in corsa. Si spera pertanto che un nuovo sentimento di appartenenza colga gli animi dei cittadini e si elimini quell’olezzo, purtroppo non solo in senso figurato, che ci ricorda che tanto abbiamo da fare.

sabato 4 luglio 2009

Al via la pulizia dei litorali!

Per distinguerci dalle opinioni critiche e distruttive, che vantano il solo obiettivo di denigrare e screditare gli apprezzabili sforzi del neo-sindaco di risolvere situazioni semplici solo all'apparenza, pubblichiamo il comunicato stampa in cui si avvisa che i lavori di pulizia della spiaggia sono stati finalmente appaltati e partiranno (ci auguriamo..) al più presto, nell'ovvia speranza (visto il protrarsi della stagione estiva..) di poter continuare a raccontare la celerità e la funzionalità della nuova amministrazione.


Comunicato stampa n. 04 del 01 Luglio 2009

Saranno avviati entro pochissimi giorni i lavori di pulizia straordinaria dei tratti di spiaggia libera di Tonnarella e San Vito. Il Sindaco di Mazara del Vallo, on.le Nicola Cristaldi, ha ottenuto dalla Protezione Civile nazionale un finanziamento straordinario di circa 80.000: fondi richiesti ed ottenuti all’indomani dell’insediamento dell’on.le Cristaldi alla carica di Sindaco. I documenti formali, necessari per l’avvio dei lavori, sono stati già sottoscritti dall’Amministrazione Comunale e notificati alla Protezione Civile provinciale. I lavori saranno svolti dall’Ato Tp 2 Belice Ambiente, sotto il controllo dell’Amministrazione Comunale. I fondi della Protezione Civile saranno accreditati alle casse comunali. Il Comune erogherà le somme alla Belice Ambiente, dopo un’attenta verifica sull’efficienza del servizio reso.

L’Ufficio Stampa del Comune di Mazara del Vallo

Ettore Bruno