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mercoledì 28 agosto 2019

28 agosto 2019

Questa crisi, si spera quasi alla fine, ci lascia tanto e, se possibile, ci insegna anche di più. 
Matteo Salvini e la sua epopea, tutt’altro che finita, ci insegnano come il ventennio berlusconiano abbia prodotto danni culturali profondissimi, più di quelli che i sociologi immaginavano. 
La Patria che ha inventato la politica, nelle forme nobili e meno nobili, grazie, o per meglio dire per colpa, della sottocultura “velinesca” ha imparato a seguire l’uomo “ruttante”, neppure in grado di spiegare le sue stesse parole, figuriamoci i cambi di strategia e le incoerenze. 
La memoria ipocritamente corta degli italiani non imbarazza più dopo decenni passati tra mafiosi promossi al senato, legittimi impedimenti, veline diventate ministro e favori sessuali in cambio di poltrone. 
Il Partito democratico fa un gesto nobile ed al contempo stupido. Questo esperimento governativo non andava neppure abbozzato in questi termini. Non fosse stato per Matteo Renzi e per il tempo che ci vuole per fare nascere i “comitati di azione civile”, Mattarella non avrebbe avuto necessità di provare una via specifica, ma avrebbe potuto puntare su un ventaglio più ampio di opportunità (certo poi magari qualcuno fa finta di dimenticare che già 14 mesi fa il Presidente della Repubblica aveva già pronto il governo Cottarelli). Il Partito Democratico corre il serio rischio di scomparire, con i codardi che si staccheranno appena in tempo per salvare la faccia. 
Vien da se che però molto probabilmente il partito democratico sarebbe morto lo stesso. 
Anni ad inseguire il liberismo, talvolta pure demenziale, i capitani d’azienda bugiardi (parlo proprio di Marchionne, per alcuni l’amico Sergio) lasciando ad altri il compito di gridare le parole d’ordine delle fasce più disagiate. 
Il partito democratico da anni non ha un’anima, magari altri ce l’hanno sbagliata, ma il pd non ce l’ha proprio.
Insomma questo pd, ci insegna che, tra sacrificio e “poltronismo”, se le persone normali, i lavoratori, i poveri, che non votano per te, e magari lo fanno per ignoranza, il problema non è loro, ma è il tuo che guardi da un’altra parte, che li giudichi piuttosto che guidarli. 
Infine il 5 stelle. La forma più alta di delirio istituzionalizzato. Sapevamo che un partito post ideologico, una volta al potere avrebbe reso “nuovo e fragile” ogni cosa toccata. Quello che non potevamo sapere era che tutto attorno al partito di Grillo sarebbe diventato “post ideologico”, rendendo un partito anti sistema meritevole di governare, almeno per gran parte dei cittadini. Questo ha portato l’uomo qualunque ad affrontare questioni non qualunque, con gli esiti evidenti che viviamo.
Il post di Grillo di questa sera (con un sistema di potere che ricorda la Russia pre staliniana, il popolo sotto e le menti eccelse sopra a governare) ci mostra come anni a prendersela con i “professoroni” sono stati un errore, smentendo anni ed anni di credo politico di masse di leoni da tastiera. 
Se c’è una cosa che dobbiamo imparare è che la cultura non sarà mai un problema, mai, e neppure la preparazione.

Ed a che ci siamo, impariamo a gridare grazie a Mattarella, unico vero architrave di un paese di ciarlatani e trucchetti.


Ivano Asaro