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mercoledì 28 maggio 2014

I cocci della sinistra mazarese: COSI' NON VA!



Ivano Asaro, Davide Mauro
Dopo una sconfitta gli allenatori guardano solitamente al positivo cercando di non far danni ulteriori dove vi è già uno svantaggio da recuperare. 

Per opportunismo dovremmo anche noi fare così: star zitti, fermarci alla facciata e magari ostentare pure qualche sorrisino.

Questo è quello che è sempre accaduto ed è ciò che ha regalato all’arroganza la possibilità di accaparrarsi posti d’onore nella sinistra locale.

Si potrebbe parlare di tecnicismi, di come la nuova legge elettorale abbia fatto dissipare voti, di dove il voto disgiunto sia andato (e da dove sia partito). Non sarebbe serio, almeno in questo momento.

I tradimenti ce li svelerà solo il tempo, consci che che gli indizi attuali potrebbero essere imbarazzi futuri.

Si obietterà: “Perché solo adesso?”. Vi chiediamo: “Bisognava farlo prima della conferenza al Mahara Hotel arrivata in ritardo rispetto alle candidature degli altri? Oppure discutere a giochi fatti sullo stile da adottare e sui criteri delle nomine, a scapito di favorire gli avversari?”

Credevamo nel dott. Bianco, persona splendida. Ci ha messo la faccia, cercando di coprire le lacune, le deficienze e le malversazioni altrui.

Ma che dire delle scelte assessoriali? Assurde, irragionevoli, lontane dalla realtà.

Come si può pensare di attrarre il voto d’opinione di una società, lacerata economicamente, che si sente per giunta tradita anche da un certo tipo di politica, facendo affidamento al dott. Palermo, al sig. Crocchiolo o al sig. Pinta? La scelta di quest’ultimo poi è assolutamente insensata: come può un elettore di sinistra rivedersi nella sua persona dopo gli ultimi 10 anni di attività politica mazarese?

Parlare di opportunità fallite è quasi eufemistico, se si pensa che su 7 candidati, ben 5 fanno parte della sponda opposta del fiume e il sesto è un movimentista.

E cosa si fa per sfruttare questa occasione? Una campagna elettorale anonima.

A cosa serve essere di “sinistra” se poi si affrontano le tematiche alla stregua degli altri?

Dove sono i temi dei lavoratori? Si è discusso di pesca per essere udibili solo agli armatori, dimenticando di fatto i marinai. Si è parlato di opere pubbliche, infrastruttura ed economia, dimenticando muratori, agricoltori, fabbri, falegnami (prediligendo nei sermoni politici pseudo-imprenditori locali).

Dove sono i temi dell’antimafia, della rivalsa legalitaria, dell’ambiente? Si è persino lasciati ad altri (quelli sostenuti dai partiti di Dell’Utri, Cuffaro e Saverio Romano) la serenità di dedicare un minuto di silenzio per Falcone.

E’ evidente che le scelte dovevano necessariamente essere altre, diverse, forti, contro tendenti, ambiziose. Persino i giovani sono scomparsi fra i meandri dei discorsi: neanche uno lanciato nella mischia a parlare di cose che conosce (informatizzazione, banda larga, etc.).
Ed è così che Cristaldi ha potuto recitare nuovamente il ruolo di Gulliver: gigante con i nani di questa città, nano fuori dai confini locali. 
La speranza adesso è che nessuno sia contento se l'attuale sindaco batta Torrente (o viceversa): un progetto come quello del Partito Democratico dovrebbe essere equidistante da esperienza di centro destra, specie con i loro presupposti.

Vogliamo gettare benzina sul fuoco: infiammare il dibattito e ridiscutere tutto.

Quello che serve è un passo indietro dei vertici, occulti e palesi, dei gruppi e delle coorti che finora hanno giostrato la situazione a loro piacimento. E’ doveroso ricominciare a ragionare su cosa sia veramente un progetto di sinistra, che non vince da anni, né unito (come questa volta), né diviso (come 5 anni addietro). Una fase nuova che parta dai punti selettivi di quello che si deve essere e si vuole andare.

L’auspicio, forte e radicale, è che chi crede di poter dare un contributo riunisca assieme gli amici con cui condivide idee, sogni ed aspirazioni in gruppi, associazioni, comitati per stilare una scaletta condivisa dei temi da cui cominciare a costruire su queste macerie.

Perché se qualcuno non avesse ancora capito: così non va!
Ivano Asaro & Davide Mauro


venerdì 23 maggio 2014

Perché sto con Tspiras

Ivano Asaro
Ho molto meditato sulla scrittura di questo testo. Ho pensato che il fraintendimento sarebbe stata circostanza facile: che il lettore medio avrebbe potuto sovrapporre la mia idea a quella di questo Blog. In realtà Canto Libero, per esigenze soprattutto logistiche, non ha potuto esprimere una preferenza per le elezioni europee, quindi ognuno dei componenti ha fatto la propria scelta. Io ho meditato a lungo prima di scegliere da che parte stare. Ho pensato, ripensato, rimuginato sulla classica lista dei pro e dei contro. Molti motivi, molte candidature ottime, mi avrebbero portato a votare per il Partito Democratico. Gente brava, intraprendente, di storia e caratura, come Elly Schlein in Emilia, oppure Renato Soru in Sardegna, sono garanzia di una politica che sa cosa fare, e nel caso di Soru ha già fatto, molto bene anche. In realtà però votare gente, anche mirabile, in un contenitore sbagliato non fa di quelle candidature una scelta di minor valore, ma porta a vacillare anche gli elettori più pervicaci. Io elettore del Pd poi lo sono sempre meno, sempre più in profondo contrasto sia con le scelte nazionali che locali, almeno quelle che mi costano personalmente. Per questo ho guardato altrove, in cerca forse di qualcosa che poteva pure non esserci. In realtà ho trovato parte delle mie risposte nel progetto di Alexis Tsipras. Sottolineo fortemente il fatto che io, magari sbagliando, non cercavo risposte, ma mie risposte. Ognuno è quello che è, con i propri pregi e difetti e per me non vanno bene tutte le risposte, ma quelle che tengano conto dei miei valori e principi. In Tsipras ho visto questo, ho letto questo, mi sono sentito raccontare questo. Il progetto di Tsipras, per ironia della sorte risponde alle logiche di quello che doveva essere il famoso “Papa Straniero” della sinistra italiana, che invece lo è andato a prendere nelle fila della Dc. Io non voglio fare dietrologia, complottismi, cose insomma di basso cabotaggio. Tanta gente per bene sta con Renzi, lo supporta, spera nelle sue azioni governative. Io però voglio altro. Sto con Tsipras quindi, e non ci sto solo perché sono deluso ed amareggiato con il Pd, ci sto anche perché non vedo il simbolo di SEL, nonostante sia consapevole che ve ne siano i candidati. Vendola dovrebbe ritirarsi a vita privata, perché semplicemente ha mancato di rispetto con la propria condotta privata ad un'intera Regione, tradita ed oltraggiata. Il governatore della Puglia dovrebbe ricordarsi di quando diceva che un uomo pubblico deve avere una condotta migliore dell'uomo medio (come fra l'altro all'art. 54: <<I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge>>) , anche privatamente.




I discorsi rivolti a Berlusconi, alle sue escort, sono un pugno allo stomaco sentendole adesso. La sinistra è magari anche questa, io non ne sono convinto, ma si abbia la bontà di togliersi dalla scena. Voto Tsipras perché parla di Sinistra, e non di comunismo. Voto Tsipras perché parla di Sinistra, concetto che secondo molti era finito. Peccato che gli stessi poi, e mi riferisco ai Grillini, per animare l'elettorato parlino prima di Pertini, poi di Rodotà, poi ancora di Berlinguer: tutta gente con una storia politica di prima grandezza. A tal proposito lasciatemi citare un bravo giornalista, Saverio Tommasi, che dice: <<Dire di non essere ne di destra ne di sinistra è di Destra>>. Voto Tsipras perché l'economia ci rende magari più veloci e connessi, ma la sanità e l'istruzione pubblica ci rendono più liberi. Voto Tsipras perché la Germania fa le Audi, ma prima viene l'aria pulita e l'attenzione all'agricoltura sostenibile. Io insomma, voto Tsipras. Lo voto per quello che è, per quello che spero che faccia.

Piazza Maggiore, Comizio Tsipras




Lo voto anche per altri motivi. Lo voto perché sentire Bella Ciao ad un comizio politico mette di Buon Umore; sentire citare Gramsci e Togliatti è Emozionante; dire ancora Compagno è un onore; ricordare in Piazza Maggiore a Bologna la strage fascista della stazione è liberatorio. Lo voto perché spero che Tsipras e gli intellettuali che a fianco a lui sono scesi in campo non scordino questa bella battaglia ed aiutino i giovani, che in queste ore sono con le bandiere in mano, a formare una sinistra sinistra, una sinistra italiana, ne comunista ne liberale, una sinistra sociale insomma. Spero che la scossa arrivi questo 25 maggio e per darla io voto l'altra Europa con Tsipras.


Ivano Asaro, Ivano Marescotti, Alberto Arcuri






Ivano Asaro



Ivano Asaro

Madrid va a Lisbona: sarà Decima?



Ormai manca pochissimo dall’attesissima finale! 
Come da pronostico entrambe le spagnole rimaste in corsa per la Champions sono riuscite a battere i rispettivi avversari con prestazioni convincenti. Atletico Madrid e Real Madrid hanno dominato le loro gare dal primo fino all’ultimo match: i campioni di Spagna hanno avuto un cammino più difficile rispetto al Real, ma hanno saputo gestire la poca esperienza con dinamismo,cinismo e organizazzione; il Real, invece, ha avuto un girone agevole, ma in semifinale si è ritrovato il grande Bayern Monaco di Pep Guardiola, travolto senza troppe difficoltà. L’Europa è merce spagnola, l’Europa Legue è stata vinta dal Siviglia e adesso le due squadre madrilene si affronteranno a Lisbona per scrivere la storia.

Qui Real: condizione fisica pessima per i blancos di Ancelotti che hanno regalato la Liga all’Atletico Madrid puntando con grande decisione alla Decima. La stella Cristiano Ronaldo preoccupa: gli acciacchi dell’ultimi mesi tengono in ansia il tecnico italiano in vista del match decisivo per la stagione del Real. Ad aggiungere problemi, l’infortunio nell’ultima di campionato del bomber Benzema che tenterà fino all’ultimo di recuperare per la finale. Ancelotti, non avendo certamente Xabi Alonso, schiererà: CASILLAS CARVAJAL RAMOS VARANE COENTRAO ISCO MODRIC BALE C.RONALDO DI MARIA MORATA

Qui Atletico: periodo infortuni drammatico per Simeone che si gioca una doppietta storica per la società biancorossa. Dopo la vittoria della Liga, i guerrieri di Madrid cercheranno di compiere una vera impresa contro i favoriti del Real. La finale è una partita a sé, la storia ha dato risultati clamorosi, ma giocare senza Arda Turan e Diego Costa (dato in forte recupero?) sarà dura per il Cholo Simeone, che schiererà: COURTOIS JUANFRAN MIRANDA GODIN FELIPE LUIS RAUL GARCIA GABI TIAGO KOKE DIEGO VILLA

Sfida che presenta numerose insidie per entrambe le formazioni: se da un lato abbiamo un attacco stellare con Cristiano Ronaldo Bale Benzema o Morata e Di Maria, dall’altra parte troviamo la difesa più forte d’Europa. Ricordo ancora la sfida strepitosa degli undici di Simeone a Barcellona finita 1 a 1. Godin e Miranda formano una vera cerniera,è difficile passare questi due! Ma se il Real possiede un attacco stellare di certo la sua difesa non è all’altezza, i blancos dovranno evitare i contropiedi fatali dell’Atletico che con gli inserimenti di Koke e la costante presenza in attacco di Villa possono sorprendere la disattenta difesa di Ancelotti. Fatte queste premesse, il Real è troppo esperto per perdere una finale così importante,il tecnico di Reggiolo prepara questa finale da settimane, non vuole perdere come accadde a Istanbul col Milan e,quindi, sarebbe clamorosa una debacle. Quindi il mio pronostico va verso la vittoria del Real, in cui Cristiano Ronaldo verrà consacrato come l’uomo della Decima e il tanto osannato Simeone verrà sconfitto dopo una stagione piena di gioie.

Mirko Scimemi


lunedì 5 maggio 2014

Il Momento


Ivano Asaro
Ho spesso pensato che la vita sia un'inesorabile sequenza di momenti sempre uguali e sempre diversi tra loro. Ogni istante è infinitamente uguale e diverso dal precedente, e qui sta il fascino del tempo, anche dal successivo. Ho spesso pensato questo, non sempre a dire il vero. Talvolta, come tutti, mi sono bloccato a ragionare nel tempo fermo. Mi sono cioè convinto, evidentemente sbagliando, che gli istanti non siano passi verso un traguardo che prima o poi taglieremo, ma semplicemente episodi che si sommano in maniere banale tra loro. La verità è che il tempo passa, ed oltre alle foto, i compagni e gli amici, passano amori e dispiaceri, odori e colori, vita e morte attorno a noi. Il tempo scorre e c'è un modo orrendo di vederlo passare: quello di non sentirsi partecipi di esso. Essere spettatori del fiume che ci scorre di fronte è una sensazione angosciante dal mio punto di vista. Essere lontani dal centro dell'universo rende la nostra esistenza assimilabile a quella di meri codici identificativi di chissà quale elenco perso in un deposito. L'uomo ha il diritto di essere di più, di far contare la propria individualità nel rispetto e nella libertà dell'individualità altrui. E' però giusto dire che non mi basta il diritto di esserci. E' opportuno dire che, non di certo per arroganza, ma per spirito e convinzione, ritengo che esserci e contare sia un dovere. Sono passati molti, forse troppi, forse troppi pochi, anni da quando ho fatto dell'interesse socio-politico il mio primo campo d'interesse. Non credete che sia facile essere etichettato con miseri stereotipi, di chi ha una passione alta e viene confuso per un ricercatore di opportunità e prebende.
Non credete sia agevole trattenere il ghigno di fronte chi vuole “insegnarti” sciocchezze e superficialità. Vedere gente che ti passa a fianco, sottovalutando te e quello in cui credi, ti pone davanti a barriere psicologiche molto difficilmente superabili. Eppure la passione, l'ardore, la convinzione sono la chiave per tutte le porte, l'analgesico per tutte le delusioni. Il dovere di esserci, il diritto non mi basta per quanto detto, mi ha portato più volte a decifrare l'istinto di schierarsi come un'insana voglia di superiorità personale. Forse un giorno capirò che la voglia di provare ad incidere nella realtà nasce solo da un istinto puerile di supremazia ed egoismo, però ora voglio provare a dire che non ci si deve più accontentare del meno peggio. Ora è il momento di convincere che il tempo passa e le occasioni perse non tornano indietro. Il momento di dire basta recriminazioni, basta lamentarsi degli altri. Passare i mesi a guardarsi indietro non è cosa giusta se si hanno gli strumenti per cambiare quello che vediamo davanti. Il momento è questo. Il momento è quello della verità che si compie perché c'è il rispetto per gli altri, c'è stato e ci sarà. Rispetto che però non deve più autorizzare nessuno a commettere soverchierie a buon mercato. In sintesi concludo dicendo che arriva, ed è arrivato, il momento in cui o smetti di lamentarti e fai vedere che ci sei oppure non hai il diritto di lamentarti. Arriva l'istante in cui la tensione morale deve essere matura per invadere strade e salotti, perché non soltanto un giorno ci chiederanno: <<ma voi dov'eravate?>>, ma verranno a chiederci i conti etici delle nostre azioni. Ecco, è per questo che non si può più derogare ne sbagliare. 

E' per questo che bisogna prendersi il momento.   

Ivano Asaro
Ivano Asaro