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lunedì 1 marzo 2021

vere domande a cui dovrebbe rispondere Matteo Renzi.

Farsi le domande da solo facilita di molto la ricerca delle risposte.

Fa così Matteo Renzi nella sua rubrica del cuore (il link: https://www.matteorenzi.it/enews_690_sabato_27_febbraio_2021): si scrive le domande e si da le risposte.

Poi il solito “spataffio” di comunicazioni scivolose della coorte renziana che alcuni chiamano Italia Viva, tipo Davide Faraone e Ivan Scalfarotto (quello che non ci teneva alle poltrone) e Anna Rita Leonardi diciamo.


Siccome non sono quelle le domande giuste, proviamo a porle noi le domande realistiche.


1- Lei ha partecipato alla famosa conferenza con Mohammad bin Salman in qualità di Matteo RENZI od in qualità di Senatore della Repubblica italiana? 

Se fosse la prima: Lei non ha titolo per “intrattenere rapporti ufficiali”, che in un certo modo potrebbero giustificarla, ma ha preso soldi personali, a livello personale, da un omicida e dittatore; se fosse in veste ufficiale (e sarebbe allora doveroso capire lo scopo di tale missione) ha “invidiato” il costo del lavoro Saudita facendo vergognare un paese occidentale e democratico, patria tra gli altri di Giuseppe Di Vittorio (ma forse nel periodo nel Partito Democratico non gliel’hanno ricordato).

2- Scrive di avere condannato l’omicidio #Khashoggi, ed adesso che la #CIA ha chiarito molte cose (tra cui le responsabilità di quell’omicidio), abbandonerà il board di un’ente guidato e finanziato da un’omicida?

3- quanti altri politici con incarichi attuali sono presenti e pagati nel board?


Ecco magari queste domande sono più realistiche.


Nel frattempo continua la raccolta firme per le dimissioni del senatore di Italia Viva.


http://chng.it/HxTssHgF

Prendere il Mes

 C’è una bella storia che la truppa di Matteo Renzi ci ha raccontato: Giuseppe Conte ed il suo governo non prendevano il #MES per populismo e per fare contenti il MoVimento 5 Stelle.

Passato #Conte ed il suo governo con l’arrivo di #MarioDraghi, il quale ha chiarito che non avrebbe preso il MES, i Renziani si sono affrettati a prendere posizione, ma a loro modo.

Davide Faraone autore delle più belle uscite di Italia Viva dichiara: <<Il nostro Mes è lei, presidente Draghi. Ecco perché noi di Italia viva non lo chiediamo più>> chiarendo che con l’effetto #Draghi, #spread giù per capirci, era più conveniente prendere soldi sul mercato che con il MES.

Tesi discutibile, ma uno prova a metterci la buona fede.

Poi però, siccome le storie di #MatteoRenzi finiscono tutte nello stesso modo, lo spread, come le persone di buon senso sapevano, risale per arrivare di nuovo a 105 punti (fonte: https://mercati.ilsole24ore.com/obbligazioni/spread/btp-10a-bund-10a?refresh_ce=1) ed a ben vedere due giorni prima delle dimissioni dei ministri di Italia Viva (Elena Bonetti, Ivan Scalfarotto, Teresa Bellanova) che hanno causato le dimissioni di Conte, lo spread era a 106 punti base (fonte: https://www.google.it/amp/s/www.repubblica.it/economia/2021/01/11/news/borse_11_gennaio_2021-282032263/amp/). 

Ora la cosa giusta sarebbe che Faraone dicesse: “scusateci”, ma siccome ciò non avverrà accorgetevi di quando sono stati opportunisti i personaggi appena citati.

A meno che ora #Renzi non metterà paletti e lancerà ultimatum anche a Draghi per prendere il MES (ma chissà come mai non credo).


Quanto fastidio doveva darti Conte? Quanto fastidio?

Giuseppe Conte e la Repubblica dove nessuno fa mai un passo indietro (post lungo lungo).


Spesso mi ritornano in mente le parole di #OscarFarinetti:” io lo dissi a Matteo. Vattene, vai un paio d’anni negli Stati Uniti, ti richiameranno loro”.

Il Matteo in questione è #Renzi, e “loro” è il Partito Democratico.

Ora, al di là della lungimiranza cattiva del patron di Eataly, va detto che il tema di farsi da parte è centrale nella storia moderna e contemporanea della politica italiana.

Silvio Berlusconi provò a fare un passo di lato, neanche indietro, solo alla fine della sua epopea, con Angelino Alfano, e neanche bene gli riuscì.

Gianfranco Fini non ci provò o comunque non si ha notizia di ciò che #Almirante fece con lui.

Non ci riuscirono Romano Prodi (e solo pensare che possa essere stato Sandro Gozi viene un momento di smarrimento; Sandra Zampa del resto è sempre stato un riferimento più che un delfino del professore bolognese); non ci è riuscito Massimo D’Alema ( e per Matteo Orfini vale quanto detto per #Gozi).

Forse #MatteoRenzi è un delfino (ma il padre putativo è innominabile, più di Renzi stesso con buona pace di Marco Travaglio) di Denis Verdini, ma in fondo di quale eredità stiamo parlando? 

Magari Umberto Bossi, ma ne Roberto Maroni ne Matteo Salvini sono realmente subentrati a seguito di una scelta del leader, a seguito di un passo indietro di quest’ultimo.

Si ha difficoltà a fare un passo indietro, per via di quel vecchio (e sempre verde) assioma #Andreottiano: “non lasciare mai la poltrona”.

Ecco la nostra #Repubblica si basa su questo principio. 

Chi ha lasciato ne è la prova.

Dove sono, tra gli altri, il già citato #Alfano, Enrico Letta, Alessandro Di Battista? 

Fuori dal girone principale.

Ovvio che ognuno di loro (non tutti con la stessa forza) occupano posizioni di primo piano, anche di prestigio almeno in un caso, ma non nella cabina di regia.

E #Conte? Conte da italiano segue questa medesima strada.

In attesa delle sue parole sappiamo da Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede (tra gli altri) che l’ex premier ha accettato l’incarico di rifondare il MoVimento 5 Stelle.

Ma perché? Perché? Perché, porca miseria?

Perché Conte non è potuto realmente tornare a fare il professore per un biennio.

Magari con le sue idee ben diffuse, veicolate, ma perché adesso diventare personaggio di parte?

Perché adesso?

Essere leader di un partito che appoggia #MarioDraghi? Che bisogno c’era? 

Non so se per merito di Rocco Casalino, o altri, ma tutto era stato ben veicolato.

Le paure del popolo che il Governo Draghi sta generando e tutte le promesse che il nuovo governo di larghissime intese violerà, avrebbe aperto un’autostrada per la colazione tra M5S, Sinistra Italiana, #partitodemocratico: una coalizione che soltanto Conte avrebbe potuto incanalare e spingere avanti.

Adesso non è detto che sia così, soprattutto che sarà così. 

Una mossa per togliere Davide Casaleggio dai giochi, e per far contare meno gli uomini di Alessandro Di Battista, ma che comprometterà l’equilibrio dell’uomo sintesi del precedente #Governo.

Leggo da Saverio Tommasi che certo, da sinistra, si può essere contenti del nuovo compito del Professore Conte, perché sarà argine a derive destrose del Movimento 5 stelle e perché ha in alcuni temi di sinistra (ambiente e società) la sua direzione.

Magari si, ma magari anche no.

Conte diventa uomo di parte. Forte? Trainante? Lo dirà il tempo.

Il candidato premier della coalizione di centro sinistra? In questo momento non è più certo. Magari però Nicola Zingaretti tornerà politico e saprà sfruttare le cose a suo modo (cosa che da agosto 2019 non riesce più a fare).

Ed il resto delle sinistre? È il mondo di Conte? No.

Ma il soggetto unico di cui parla da mesi Pier Luigi Bersani, auspicando anche il nome di Conte, finisce qui? 

Insomma vediamo.

Sostituzione Arcuri. Perché ?

 Premetto che la decisione di sostituire #Arcuri era nelle cose, specie a seguito della nomina di altri ministri.

Premetto anche che non si vuole in alcun modo asetticamente difendere Arcuri (specie quando nell’aria c’è odore di avvisi di garanzia).

Ma mi chiedo perché sostituire Arcuri.

Ci sono motivi, che vengano detti, scritti.

La nota di Palazzo Chigi recita SOLAMENTE:


Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha nominato il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. A Domenico Arcuri i ringraziamenti del Governo per l’impegno e lo spirito di dedizione con cui ha svolto il compito a lui affidato in un momento di particolare emergenza per il Paese.


Quindi perché?

Ha fatto male? Che venga detto. 

Non ha fatto male e serve ad accontentare Matteo Renzi, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e quietare Giorgia Meloni? Che venga detto.

Certo dal #governodeimigliori ci si sarebbe aspettato un atteggiamento più trasparente.

Dal governo dei competenti ci si sarebbe aspettato una maggiore chiarezza.

Invece c’è solo l’apparenza di volere rimuovere nei nomi l’era di Giuseppe Conte, ma non nei fatti (in attesa del nuovo #Dpcm che tanto fastidio dovrebbe dare a Italia Viva).