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lunedì 4 gennaio 2021

Fallimento

 Se hai meno di 20’anni, o giù di lì, od addirittura meno, esci da un funerale tragico in cui si piange un 16enne morto per un’incidente stradale e cammini senza casco, sfidando pioggia e fango (il tema della mancanza della targa tralasciomolo in questo frangente) c’è un serio problema.

Non sei cattivo, magari neanche stupido, sei senza cultura, sei impreparato a capire la vita ed i pericoli connessi.

Su quegli scooter, con marmitte truccate, parafanghi cadenti, mentre si effettuano sorpassi almeno discutibili, c’è il fallimento di due istituzioni cardini della nostra società: famiglia e scuola.




venerdì 1 gennaio 2021

Pensierino di fine Anno 2020






Ci siamo.

Ultimo giorno, o quasi.

Tra poche ore il 2020 sarà un ricordo.

Uno di quei ricordi che porteremo con Noi per sempre.

Più che un livido, una cicatrice.

È stato un anno lungo, lunghissimo.

Per la prima volta ho provato la strana sensazione già nota ad alcuni: vivere più anni nello stesso anno.

C’è stato qualcosa, forse un’illusione, prima che il covid e parole come pandemia e virus ci abbracciassero e stringessero fortemente.

Poi è arrivato LUI. Da lì paura, porte chiuse, dirette televisive con numeri sempre più spaventosi, camici, esperti e bare.

C’è stato un dopo, forse un’altra illusione, fatto di sole, domande e dubbi e tanti tanti sorrisi.

Ed infine il suo ritorno.

LUI che riappare con vigore, non essendo mai andato realmente via, si siede a capotavola e ci dice come mangiare, a che ora uscire e di cosa avere paura.

Ogni singolo passaggio, qui citato o meno, è stato faticoso, pesante.

È complicato descrivere il sapore di certe sensazioni.

Hai la muffa nel cervello, il fischio nelle orecchie.

Quando hai voglia di uscire e ti impressioni delle strade vuote; quando hai la necessità di parlare con qualcuno e quel qualcuno è lontano parecchi lockdown da te.

Sono stati mesi difficili, un anno complicato. Quando hai paura del campanello che suona, di una busta che si apre con un esito, quando conti i giorni prima di potere sentire l’aria entrare dal finestrino.

Già sensazioni, sicuramente sconnesse, ogni ricordo ne tira fuori un altro.

Dirette, speciali, morti, contagiati, intubati.

Eppure questo 2020 ci lascia tanto, mi lascia tanto.

Ho concretizzato che cosa non voglio essere, entrerò nel nuovo anno con la grande possibilità di volare verso ciò che ritengo il mio posto nel mondo, o magari verso lidi più favorevoli. 

Ho riscoperto il valore dell’amicizia senza pudore, della voglia di famiglia presente e futura ed ho avvertito il prezzo delle sofferenze.

Molti, moltissimi, in questo 2020 hanno perso tanto, tantissimo.

Non posso che essere solidale con loro, ricordandomi di sorrisi che non vedrò più.

Insomma non c’è alcuna morale in questo fine 2020 come non c’è nel mio pensiero.

C’è la speranza.

C’è la speranza che il cinismo sociale che è proliferato ritorni ad essere oggetto di vergogna;

che la voglia di parlare a tutti i costi smetta e che si viva senza facili bagliori ed appannamenti;

che l’ignoranza sia perseguita come un male sociale;

C’è la speranza che ritorneremo a guardare la luna, abbracciati, stretti, con chi vogliamo, senza guardare l’ora.