Google+

mercoledì 13 ottobre 2010

Storia, sentimenti, tradizioni, degrado!

Contemplare i momenti, che separano la vita terrena da ciò che è oltre, risulta alquanto complesso. Quei momenti, a volte attimi, a volte mesi, sono l’esempio della difficoltosa accettazione che l’uomo ha della morte propria e dei soggetti verso cui ha versato impegno, affetto, stima. In quelle condizioni il dubbio sul da farsi crea immobilità, dolore, addirittura diniego. Quelle circostanze possono divenire il marchio di fabbrica di tutte quelle cose non dette e non fatte che adesso ci mancano. Nel passato però grandi interpreti del pensiero, opponendosi al disfattismo filosofico di alcune teorie, hanno pensato che l’unione delle persone e la commemorazione dei defunti, degni e meritevoli, potessero risolvere o alleviare le sofferenze provocate dalla nostra finitezza nel rapporto con l’infinita forza della morte. Proprio per questo nel moderno significato di “camposanto”, si raccoglie sia la concezione religiosa della commemorazione e del rispetto, sia lo spunto per creare conforto nel vicino che versa in eguale situazione, lo slancio per ripartire, raccontando e tramandando la forza di chi, degno di essere stato su questa terra, non c’è più. Pertanto un luogo in cui tangibilmente si toccano storia, sentimenti e tradizioni, non può essere abbandonato a sé stesso, in uno stato di degrado e pericolosità fuori da ogni logica. L’unione nel dolore per cercare spiragli nella coltre della solitudine deve essere assecondata dalla cura e dalla perizia riservata ad un luogo simbolo di pace, di un ordine e di un equilibrio superiore.


2 commenti:

  1. Salvaguardare la storia, la cultura di un paese, e' molto importante.... Le origini mazaresi fanno parte del nostro presente, rimbocchiamoci le maniche tutti.

    RispondiElimina
  2. Carissimo, hai sollevato alla mia mente il ricordo di tutti i momenti trascorsi in questo luogo, per una visita, o per quello che molte persone che conoscevo hanno definito un "trasloco" come avessero acquistato o cambiato "casa"...non nego che da poco a travolgermi, quando visito questo posto, sono i sentimenti e le emozioni piuttosto che un'osservazione oggettiva dello stato di degrado..ma prima che mi accadesse tutto ciò, era l'alone di mistero a coinvolgermi... le anziane donne che si prendevano cura degli "appartamenti" dei loro cari...che stanno ore e ore sedute a guardare solo l'immagine di chi le ha lasciate..
    Il tuo articolo solleva una questione che non è pubblica, ma secondo il mio modesto parere è molto personale...viviamo in una società dove la più totale frenesia nella vita, non contempla molto tempo da trascorrere in questo luogo dove l'equilibrio dello stare bene, e lo stare male è piuttosto delicato..per cui la cura della singola tomba o di tutto un reparto non può che essere affidata a chi ne conserva gli affetti..inutile pretendere che qualcuno di "estraneo" si preoccupi di rimettere in sesto le singole tombe antiche..piuttosto visto che non hai suggerito nulla per risolvere il "problema", direi che l'unico provvedimento da prendere, da parte delle dovute autorità dovrebbe essere quello di velocizzare lo svecchiamento delle tombe ultracentenarie dimenticate..e ristrutturare queste aree per fare..come dire..posto..! per il resto alcune delle tombe che hai fotografato, non penso verranno mai messe in sesto..a meno che non ci siano dei particolari incentivi ai discendenti per continuare a rendere quelle aree monumentali..

    RispondiElimina