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giovedì 8 dicembre 2011

Le borse tifano per l’Illegalità……. O quanto meno la mafia non gli da fastidio.

Grazie a tutte le FORZE DELL'ORDINE per renderci orgogliosi di questo paese.





Sono molto arrabbiato. Lo sono perché secondo me è giusto esserlo. Certo uno spazio come questo, che aspira ad essere d’opinione, poco spazio dovrebbe lasciare alle emozioni. Gli stati d’animo sono una cosa che poco ci entrerebbe con la politica e con la legalità, un politico corrotto non lo è perché antipatico o non lo è meno perché simpatico. Tutto questo è vero, verissimo, non si arresta un mafioso per la tracotanza ma per i reati, non si va alla presentazione di un libro contro la criminalità per la simpatia dell’autore, che non guasta per carità, ma per la sua bravura nell’esporre il tema. Alla luce di tutto questo sono stato in dubbio parecchie ore prima di decidere se scrivere o meno questo breve testo-sfogo. Alla fine però mi sono deciso, perché al di là della rabbia, al di là di qualsiasi dato moralmente soggettivo, vi sono i fatti, quelli per cui mi sono arrabbiato, che non hanno interessato le televisioni ed i giornali e che magari non interesseranno neanche voi. Senza tanti giri di parole i dati sono questi: da qualche mese ormai abbiamo in testa termini che riguardano la finanza, la borsa, insomma i capitali. Ci hanno voluto insegnare che il nostro stato per uscire dalla crisi deve fare le riforme, deve puntare a creare economia reale, e farla crescere, anche a costo di sacrifici sulla pelle degli operai. Insomma tutti hanno fornito una “ricetta” per abbassare lo spread, per far si che lo stato non andasse in fallimento e quindi il paese si potesse mantenere, tutti partendo dal presupposto che bisognava incidere sulla realtà anche pesantemente per ottenere qualcosa. Perfetto, infondo anche il popolo si era convinto, tutti abbiamo aspettato il lunedì di “Monti” per sapere cosa dovevamo rimetterci, tutti, anche se non d’accordo, abbiamo usato frasi di circostanza per dire che la direzione presa dal nuovo premier in fondo non è quella sbagliata. Ed anche le borse hanno in queste settimane reagito positivamente, lo spread è andato sempre più restringendosi, l’Europa sembra tenerci maggiormente in considerazione (ahhahahaha), ed il mondo adesso ha una persona seria in più al timone. Addirittura ricordo quando in televisione si teorizzava il carattere diretto tra alcune uscite scomposte dell’Ex “capo”, Berlusconi, e le perdite in borsa. Anche io stavo cominciando a convincermi, può darsi che la gente investa leggendo costantemente i giornali economici sparsi nel globo, mi dicevo; può darsi che la gente non creda che uno stato guidato da un 75enne in quelle condizioni psico-fisiche sia in grado di restituirmi l’investimento: tutte queste cose le ho pensate e molte persone come me, in buona fede. Ora però mi viene in mente una domanda: se il cambio della guardia a Palazzo Chigi fa cambiare trend alle borse ancora prima di effettivi disegni di legge, come mai l’arresto di un potentissimo boss della Camorra, latitante da 15 anni, con intrecci economici in tutta Italia financo in Parlamento, con un potere economico stimato in cifre con parecchi zeri e per di più uomo di copertura di un vero e proprio sistema economico parallelo non lascia traccia nella Borsa? Non è forse più affidabile uno stato con un super-latitante in meno? Perché la gente dovrebbe essere più fiduciosa con un Berlusconi in meno e non dovrebbe esserlo invece con un MICHELE ZAGARIA in meno? A questa domanda non ho risposta, se non pensando male, se non arrivando ad immaginare che il sistema delle borse e della finanza sia solo un’immensa truffa ai danni dei popoli, dove artificiosamente si comprano titoli di stato, o non si comprano quando conviene così, per portare in auge o far sprofondare rivali nel sistema economico mondiale. In tutto questo non ci vedo chiaro niente, se non il fatto che il mio paese, L’ITALIA, il 7 dicembre 2011 è un po’ più libera perché le forze dell’ordine hanno affidato alle galere un boss che come tutti i mafiosi rappresenta l’anti-stato. Quindi vince lo stato, vince la legalità e vincono gli italiani, anche se forse alle banche conviene qualcosa di diverso. Mi scuso per lo sfogo, complice di una forma quanto mai elementare e verace ma sentito come un moto dell'animo.

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