Ivano Asaro |
Abitudinario per come sono apprezzo fortemente il valore della ripetitività. Ripetere aiuta, specie cose che sono venute bene, nella speranza di non fare peggio, con l'ambizione di migliorarsi.
E' essenzialmente per questo che anche oggi mi adopero per trarre i bilanci dopo l'estate mazarese.
L'ho fatto negli ultimi anni, ritenendolo un esercizio utile al dibattito, per quanto risultato poi infruttuoso ed inascoltato.
Ma chi scrive per passione lo fa principalmente per se.
Mi piacerebbe affermare che l'estate mazarese è passata senza colpo ferire, quasi a denotare l'assenza di fatti rilevanti. Oltre che bello da dire non sarebbe neanche una totale bugia parlare di un'estate tranquilla nella città del satiro. Nessun evento criminoso di particolare caratura, nessun politico di immenso prestigio passato per le nostre strade e neanche tragici fatti legati alla tratta dei clandestini che ci riguardano. Assenti poi del tutto grandi eventi culturali di caratura regionale o nazionale.
Eppure non è vero che nella nostra città non è successo nulla.
Non è vero se si considera la particolare congiuntura storico-economica che viviamo ed il personalissimo carattere dei mazaresi tutti e di alcuni in particolare.
Certo parlare in maniera enigmatica non serve.
Chiariamo subito che siamo nell'estate precedente alle elezioni comunali, ovvero in quell'arco di mesi che denotano sempre quell'insolito fermento civico, dove tutti si ricordano di fare parte di una comunità. Cosa talmente ipocrita che non vale il tempo di una battuta ironica.
In questo contesto, dove tanto si gioca e dove tanto è in gioco, magari con casse più floride, le lobby della nostra città avrebbero già dispiegato i movimenti di opinione, gli intellettuali di parte ed avrebbero in buona sostanza additato la necessità di una svolta nella nostra comunità. Ora tutto questo non è possibile per mancanza di capitali, di imprenditori rampanti e di condizioni politiche favorevoli: d'altronde contro chi protesti se i maggiori poli politici nazionali sono d'accordo?
Ciò detto Mazara è come un vulcano: i movimenti ci sono, e da fuori sono quasi impercettibili. Sotto la crosta però ci sono vere e proprie rivoluzioni giorno per giorno.
Cominciamo con il dire che l'uomo da battere è davvero Nicola Cristaldi.
L'attuale sindaco, ex onorevole, nonostante non sia più nelle grazie del Senatore D'Alì, almeno per il momento, è il vero e proprio uomo forte della prossima competizione elettorale. Come per le scorse consultazioni il suo è un appeal del tutto unico.
Lo si vota perché è lui. Paradossalmente fosse meno arrogante sarebbe meno acclamato.
Certo non si può dire che in questi anni abbia brillato per la condotta amministrativa, anzi i fiaschi della chiatta e della ferrovia, il tormentone del consiglio comunale avverso, le storie legate alle ceramiche e da ultimo il cinema <<più piccolo del mondo>>, o più semplicemente il <<più caro al metro quadrato>>, sono dei macigni sul politico locale che più di altri ha goduto di voto disgiunto e di forte considerazione popolare.
Carattere quello del primo cittadino che lo porta da un lato ad essere oggetto di forte critica nazionale, ricordando il fattaccio della “sua” auto “blu” sul parcheggio riservato ai portatori d'handicap, ma di forte affezione di una fascia consistente della popolazione mazarese, quella che vive nel mito dell'uomo forte e di una cultura spesso ostentata e quasi mai percorsa fattivamente. Certo i bilanci dello stato danno poco spazio di manovra agli enti locali, ma dalla chiatta ai consulenti poco si può dire di positivo.
Cristaldi però ha sempre un vantaggio: la sua persona, il suo rapporto con l'elettorato, fatto questo che lo fa correre meno in giro a cercare alleanze, da notare che ho detto meno, non mai.
Si vince senza accordi? Tutt'altro.
Il sindaco Cristaldi sa benissimo che quasi sicuramente, restando questo lo scenario, si andrà al ballottaggio l'anno prossimo, ed è sempre lui il più accreditato alla vittoria con i contendenti che si sentono in giro.
Contendenti poi che sono o tantissimi, ovvero se davvero si tramuteranno in azioni le idee portate avanti da sparuti gruppi, oppure necessariamente pochi. L'unico che ad oggi pare certo, e conseguentemente il più forte ostacolo per la riconferma di Cristaldi, è Vito Torrente.
Personaggio conosciuto forse addirittura più di Cristaldi, che però nonostante riesca sempre a contornarsi di team fortissimi, e riesca a dare proprio l'idea di avere un potere economico spropositato, è meno apprezzato dai cittadini indipendenti. Torrente ha un forte potere, non solo politico, ma proprio di welfare locale. Le attività a lui direttamente riconducibili o meno, sono un centro di aggregazione di voti che sarà la motivazione di liste fortissime, ad oggi più forti di quelle che potrebbe presentare Cristaldi stesso. Ma la speranza di Torrente è quella di vincere al primo turno od al massimo avere un gap talmente elevato da scoraggiare chi pensi di ribaltarlo in un eventuale ballottaggio, non avendo di per se un forte e radicato voto d'opinione.
Torrente comunque è un candidato fortissimo, che piace pure a gran parte del pd, ma solo ufficiosamente, in quanto ufficialmente è una figura molto molto scomoda, l'inchiesta e l'affaire Gucciardi ne è segno tangibile.
Chi può allora battere Cristaldi?
Potrebbe provarci Scilla, che <<attualmente ha un esercito ma non è un generale>> (cit.), e si sa le fila potrebbero sfaldarsi senza un punto di riferimento in sella per troppo tempo.
Ma con quale assembramento potrebbe provarci? Forse il più ambito, quello che vede come possibile candidato anche Pino Siragusa, molto vicino da tempo a D'Alì. E se alla fine a capeggiare il pdl, o la nuova Forza Italia verosimilmente, fosse Duilio Pecorella, direttamente indicato da Roma?
Un guazzabuglio dove alla fine vincerà non il più valido, che magari lo potrebbe essere tra i candidabili, ma chi avrà le amicizie più in alto e la temerarietà più connaturata.
Come non dimenticare che c'è anche una Sinistra. Quella dove a vario titolo hanno pescato tutti, da Macaddino che ora guarda, ed è ricambiato, a Cristaldi, allo stesso Vito Torrente che spera di avere un pd come cinque anni fa, disposto a tutto pur di eleggere un congruo numero di consiglieri comunali, anche stando in coalizioni assurde oltre che improponibili.
Fuori dal campo, ma non per questo fuori dai giochi, pare stare Massimo Russo, ma il suo è un nome che piace tanto a quell'area che è figlia della maggioranza Crocettiana, nonostante lo stesso sia attraverso Billardello, assessore comunale attuale, vicino a Cristaldi. Tutte queste persone, come lo stesso Mimmo Turano, non possono e non vogliono per ora sbilanciarsi, la loro è una posizione che gli da il pretesto per essere amici di tutti. Atteggiamento che invece prova a non avere dottore Pino Bianco, che in maniera diversa dal dottore Palermo, prova a sondare il terreno. Dire di essere candidati o di volersi candidare non fa bene, meglio farlo dire agli altri, meglio farlo apparire come una scelta necessaria, ma per ottenere ciò bisogna lanciare il sasso nello stagno.
Infine ci sono i grillini, alcuni di loro anche amici miei personali, ma di cui fatico a comprendere la strategia e le tecniche. Non nego di avere sempre mosso grandi dubbi sul metodo Grillo, e nonostante ci siano ottime persone a fare parte del movimento pentastellato non vedo un reale fermento tale da mettere a rischio la vecchia politica. Sicuramente più avanti registrerò le novità e la vitalità attorno al movimento.
Forse sarebbe logico chiudere qui il bilancio. Forse sarebbe logico parlare d'altro, ma in assenza di una grande estate e di metri e metri di spiaggia, ho il pretesto per dire il candidato a sindaco che per me potrebbe scalzare Cristaldi, o meglio i candidati, che ho identificato personalmente e che per motivi di educazione non cito nel loro nome di battesimo, ma che penso voi capiate.
Mazara ha sicuramente fortissime personalità, forse più a sinistra che a destra, ma sicuramente più attive a destra che a sinistra. Tutti attualmente, sono comunque forzatamente nel giogo politico di Cristaldi, tutti almeno a mio parere sarebbero battuti in un eventuale ballottaggio.
Chi non è abbastanza brillante, chi non è abbastanza perspicace, chi non è abbastanza simpatico, chi non è abbastanza coinvolgente, chi non è abbastanza amato, chi è considerato ignorante, chi delinquente, chi ignorante e delinquente. Nessuno dei grossi nomi in campo per ora, che provengano dalla politica attiva o da quella di partito può essere un forte antagonista per chi da anni detta l'agenda politica Mazarese. Tutti tranne due.
Non ritenendo giusto citarli per nome, come precedentemente detto, ve ne faccio una rappresentazione sintetica. A mio avviso solo un giovane che sa fare politica, che vive della sua professione, che in poco tempo ha creato un gruppo guizzante ed un po confuso attorno a se; oppure l'usato che non ha deluso questa città, che ha saputo dire dei secchi no, e meno male per la nostra salute, che è fonte di rimpianto eterno per la sinistra mazarese, che ha ormai un'età importante, ma anche e soprattutto un bagaglio di esperienza enorme specie nel campo della marineria.
A voi il giochino di identificarli.
Io mi scuso per essermi dilungato, ma i bilanci sono bilanci, specie in una città come Mazara del Vallo, dove è possibile vedere fantasmi in giunta e vincitori all'opposizione.
Ivano Asaro
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