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domenica 12 ottobre 2014

Uomo e destino siano coautori di una stessa storia

A volte, solo a volte, ci si può illudere di essere padroni di qualcosa, di esserne proprietari e non semplici manutentori, reggenti di un peso che inizia prima e finisce dopo i nostri confini temporali. Essere nel possesso, ed attenzione, nulla a che vedere con la proprietà privata di Marxiana memoria, di qualcosa, che sia essa un'emozione, un sogno, persino un ricordo, è qualcosa che ci passa dentro ed al momento opportuno, ovviamente secondo logiche a noi quasi sconosciute, scompare, salta, va da qualche altra parte. Non siamo padroni di ciò che abbiamo dentro, ne siamo depositari temporanei. Persino le idee, quelle che postuliamo dopo ore di analisi, o dopo minuti di dolore, ci appaiono nostre, parte delle nostre viscere, ma non siamo noi a crearle, a plasmarle. Le idee ci scelgono. Nessuno di noi è quello che è perché lo ha scelto, forse in minima parte si, ma per lo più siamo frutto di circostanze donateci da altri che a loro volta non saprebbero motivarvi sino in fondo la ragione delle loro scelte. L'unica cosa che, almeno provandoci, possiamo tentare, è accorgerci di questo, e beffardamente provare a metterci di traverso, o convincerci che le cose ci aggradano perché lo vuole la nostra psiche e non le nostre papille gustative. Io, in fondo, sono convinto che uomo e destino siano coautori di una stessa storia, perché se è vero che le idee ci scelgono, se i sentimenti ci riempono e ci svuotano a loro modo e piacere, è vero anche che idee, sentimenti, sensazioni, principi, tensioni morali, nulla sarebbero senza un corpo da muovere, una mente che scintilla ed un cuore che si agita.

Ivano Asaro
Ivano Asaro

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