Due considerazioni serali, solo per continuare a starvi simpatico.
1- Un politico, un partito, tutto intero, dal 28 marzo (e nei giorni immediatamente successivi) aveva provato a dire: “Ripartiamo, ora. Fabbriche aperte, dove possibile, prima di Pasqua”. “Per ora siamo da soli, tra qualche giorno ci daranno tutti ragione”.
Bene. Quelle frasi erano evidentemente delle stupidaggini perché in una pandemia il dato temporale non è una variabile secondaria, quindi avere ragione dopo, non vuol dire averla avuta prima (come il tempo ha peraltro dimostrato). Inoltre se togli la logica dal ragionamento per sostituirlo con “il buon suono delle parole” non fai un servizio a nessuno.
Certo tutto ciò è secondario in Italia, quel paese in cui la memoria dura il tempo di un post.
2- sento da giorni il concetto di “ripartenza”. Riprendere il discorso dove l’avevamo interrotto. Siete sicuri che sia giusto? Siete sicuri che il mondo che abbiamo lasciato a metà febbraio sia veramente totalmente meritevole di salvezza? Io un po’ di cose le cambierei sinceramente.
Cosa c’entrano queste due cose? Forse niente ma ve le volevo scrivere. Se applichi il Salvinismo, anche se ad un livello più alto, non sei migliore, sei solo più aulico.
Se non sei in grado di immaginare un altro futuro e lasci parlare di 7 giorni lavorativi, voucher e finanza mentre il mondo esplode non ti chiamare sinistra, non ti chiamare e basta.
Ivano Asaro
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