E’ strana la vita, lo s’impara andando avanti. Un giorno ti senti fiero ed orgoglioso, anche per cose piccole, che per nessuno contano, il giorno dopo magari sei li a leccarti ferite che ancora non sanguinano, ancora forse neanche inferte, che forse non arriveranno mai. La vita è strana si, proprio strana. Ci sono i posti nella vita, che contribuiscono a dare colore e tono alla stessa, i posti dove gente serena e spensierata ti fa capire che il domani è molto vicino a quel passato dove le lotte erano quotidiane e producevano altro rispetto ai sogni. Ma ci sono anche i posti, quelli tristi, dove si concretizza il malaffare degli “ammazzafuturo”. Il danno è quando un posto non riesci a catalogarlo. Ci sono luoghi che il dominio dei soldi ha consegnato all’ambiguità, dove ti sforzi di vedere gente che pensa al futuro, termine che per sua stessa natura include la socialità tra le genti, ed invece ci trovi solo gente, che non pensa al domani, ma che semplicemente va avanti, rilanciando la bisca legalizzata sulla pelle della gente. Questi luoghi, incastonati nella città più bella ed importante del mondo, Roma, sono quelli del potere, si del potere, ormai i termini rappresentanza e sinonimi sono caduti in desuetudine. Il parlamento, le sedi dei ministeri, lo stesso Palazzo Chigi, li chi vede più uomini che progettano un futuro dove si deve stare meglio che nella generazione precedente? Chi può dire che dalle aule parlamentari si siano alzate voci in grado di disegnare una società che abbia un qualche pregio od almeno un tratto identificativo? Niente di tutto ciò. E fa ancora più impressione pensare che forse il più “fondamentale” dei Presidenti del Consiglio ebbe a dire che- i politici (politicanti) pensano alle prossime elezioni, gli statisti alle prossime generazioni-cit.. Già un altro mondo. Ma cosa ci è successo? Cosa ha determinato il fatto che una volta a parlare in tv e a dare lezioni ai tedeschi eravamo noi, proprio De Gasperi (autore della citazione precedente) creò la stessa necessità di una realtà Europea, e che i discorsi di fine anno erano letti da personaggi come Pertini. Le risposte possono essere le più disparate, e non tutte conducono a MrB. Ma adesso proprio lui, MrB, non c’è più, eppure noi siamo ancora qua a farci del male, solo che adesso al male diamo un nome ed un cognome, ci accorgiamo che qualcosa sta accadendo ma stiamo fermi, impassibili, lasciando che il mondo ci passi a fianco. Ci facciamo dire di tutto, persino le sciocchezze più bieche ci entrano nello stomaco, ed avviene che magari la mente si lascia asfaltare dalla parlantina, ma l’intestino proprio non ce la fa e ti viene il mal di pancia. Come si fa a non “incazzarsi” quando ci dicono che l’articolo 18 così strutturato l’abbiamo solo noi, ergo non è così fondamentale, neanche la tanto citata Germania infondo ce l’ha. A parte che su questo andrebbero aperte discussioni enormi, ma ancor prima dei tecnicismi mi chiedo: ”ma se vogliamo davvero imitare la Germania, ma proprio da li dobbiamo cominciare?” Ok rinunciamo all’art 18 così com’è oggi, ma prima dateci una classe dirigente dove ministri si dimettono perché rei di avere copiato ad un esame, datemi una classe imprenditoriale che partorisce le eccellenze in qualsiasi campo, e che va si in Cina, ma mantiene ed aumenta i posti di lavoro sul suolo tedesco. Datemi fabbriche dove i sindacati contino nel giusto modo, non come in Italia che i contribuenti hanno comprato decine di volte la Fiat e questa adesso fa la furbetta. Dateci tutto questo prima di parlare di Germania, dateci tutto questo prima di parlare di Liberismo. Liberismo altro grande tema. Anche li le parole si sprecano, gli economisti che sanno cos’è ci vanno cauti, i politici che non lo sanno si mettono a dire delle oscenità. Risultato che loro vogliono ottenere è che gli uomini siano trattori, che quando consumano troppo carburante si buttano e se ne compra uno nuovo, naturalmente portare a demolire un mezzo agricolo ha i suoi costi, che però saranno compensati dal risparmio di carburante del nuovo trattore, utile fino al nuovo modello. Così i lavoratori che costano troppo, saranno “demoliti” sull’altare del nuovo impiegato versando una mancia di massimo 27 mensilità, che sono tante si, ma troppo poche per rappresentare un ammortizzatore utile a sopperire alla mancanza di reddito prima del nuovo lavoro, sempre se a 45-46 anni un nuovo lavoro lo trovi, sempre se lo trovi a 50 poi. Stupidamente ci incartiamo nelle parole di qualche vecchio parruccone che ci dice dove sta la verità, una verità che dopo aver venduto a pochi euro la Grecia e l’Italia adesso si prenderà la Spagna ed il Portogallo. Discorsi che non piacciono a nessuno, certo, ma che è ora di fare, perché è ormai quasi 10 che paghiamo una costante perdita di dignità nell’interesse di un sistema, quello finanziario autoreferenziale, dove singoli manager guadagnano come stati. La realtà è dura ma come si reagisce alle cose dure? Come? Questo non lo so, in questo sfogo che la rete mi permette di diffondere non voglio giustificare certe reazioni, ma come ebbi a dire tempo a dietro, chi conosce lo sguardo di un padre che non può nutrire i propri figli? Chi conosce il cuore di un padre che deve dire al figlio all’università, non ti posso più mantenere? Chi sa cosa c’è nell’animo dei ragazzi che appena finito di fare l’amore in macchina immaginano la loro vita insieme, come fu per i loro genitori, certo con sacrificio ma con tantissima passione, e che invece non possono fare altro che ritornare ad essere bambini, condannati ad essere eternamente inutili? Io non so se sia giusto scusare certe reazioni, non lo so. La cosa che più mi preoccupa, però, è che una volta quando sentivo di certe manifestazioni violente, il mio disappunto era netto, totale e spassionato. Ora sempre più spesso mi capita di vedere le immagini della Grecia, della Spagna, della Russia, della Val di Susa, e non avere più la stessa serenità d’animo e farmi una domanda, “ma perché nessuno chiede il conto a chi ha creato questo casino?”
Ivano Asaro
...e pensare che c'è chi ancora oggi preferisce tenere gli occhi,le orecchie e soprattutto la bocca CHIUSA!..... e pensare che c'è GENTE che per permetterci di considerate normalità ciò che che per loro erano sogni ha peso la vita! Ma come facciamo a rimanere ancora fermi davanti all'unica possibilità che ci viene offerta,di rinunciare ai nostri sogni? Perchè permettiamo che a prendere le decisioni per NOI siano persone che non hanno la minima idea di cosa significhi avere PAURA del futuro? Il futuro è un nostro diritto e ne siamo privati anche se indirettamente non siamo liberi di vivere la nostra vita. Che società è quella in cui non si ha il sano DIRITTO di crearsi una propria famiglia? Che società è quella in cui per poter seguire gli studi si deve pagare la pena vedere un padre stanco,avvilito e consapevole che tutti i sacrifici che sta facendo non serviranno a nulla se non al giorno stesso che sarà già finito quando si riserverà la possibilità di pensare? Non è permesso pensare perchè l'unica possibilità che ai genitori viene offerta è quella di buttare la propria salute al vento inseguendo lavori spesso a tempo determinato. Lavori in cui la gratificazione non esiste,anzi dove l'unica gratificazione è quella di sapere che i tuoi figli stanno bene (almeno fisicamente).Penso sia banale ripetere ciò che hai perfettamente riassunto tu, ma è proprio vero, costantemente ci ritroviamo a leccarci ferite che non esistono semplicemente perchè non ce le siamo inferte noi ma ci sono state inferte da chi purtroppo ci rappresenta!.....e pensare che sono proprio coloro che ci rappresentano a rubarci i sogni, il futuro,LA VITA!
RispondiEliminaBravo Ivano, come sempre...
RispondiElimina