Ci sono serate che non la smetteresti mai di camminare tra la gente. Ci sono serate dove le cuffiette non sono strumenti di distrazione ma ampolle di vetro dentro le quali nascondersi, osservare. Ci sono serate che ti senti inutile, ma non perché qualcuno sia più utile di te, neanche perché hai avuto qualche delusione. Niente di tutto questo, no. Ci sono serate dove ti senti inutile perché passi sotto grandi storie di gente che ha fatto qualcosa che andava oltre ed al di sopra della loro stessa vita. Gente che con un foglio ed un po’ d’inchiostro tesseva la tela dell’orgoglio. E tu? Ed io? Guardi la gente dentro le loro macchine, non sai a quello che pensano, non sanno che tu rifletti su cose importanti. Li guardi, a volte ti guardano anche loro. Pensi che quelle persone al semaforo mai più staranno in quell’ordine, che il ragazzo dietro di te con la bici è un essere umano come te e che forse mai più vi rivedrete prima di morire, eppure non vi fermate a parlare, non vi fate neanche un saluto, figuriamoci un sorriso. Ti vengono i brividi quando sotto mille tatuaggi vedi confusione e paura, quando le maniche di camicia sotto una bella giacca sono sdrucite. Ma tu che fai, noti tutto questo, sospiri e vai avanti. Poi magari ti vengono in mente frasi che hai sentito ed a cui hai anche colpevolmente sottaciuto.<< L’arroganza della cultura, c’è gente che ha l’arroganza della cultura>>. Ma che cos’è l’arroganza della cultura? Avete mai visto un professore di lettere non essere infastidito se qualcuno ignorante prende stupide posizioni sulle figure letterarie di una poesia? Beh io si, come pure ho visto meccanici infastiditi perché avevano di fronte uno stupido che voleva spiegargli com’erano fatte le automobili. No, non esiste l’arroganza della cultura, perché chi sa è naturalmente infastidito da chi sa meno di lui, in qualsiasi ambito. Altro è l’arroganza del nozionismo, tipo quelli che sanno tutto di scemenze colossali come il numero di lingotti d’oro che nascondeva in casa Gheddafi o l’aggiornamento sempre più aggiornato sulla situazione di Avetrana, anzi no ora ultimo aggiornamento: il testamento di Dalla. Poi cambia canzone, pochi secondi in cui senti il rumore dei tuoi passi, le cuffiette non sono più ne di vetro ne di plasma, sei li nel cuore della notte, il rumore delle auto nella testa, anche di quella vecchia Alfa Romeo. Ma dura solo pochi secondi la nuova nota è già pronta, li a farti sentire forte, invincibile, solo, fesso….
Il mondo non si ferma. Il tentativo è allora, con umiltà e realismo, capirlo, influenzarlo, migliorarlo. Ivano Asaro
giovedì 8 marzo 2012
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