Ci sono tanti modi per ricordare cose, persone ed eventi. Ci sono modi positivi, più o meno, e ci sono i modi negativi, più o meno. In questi ultimi si è sempre aggiunto in modo naturale e consuetudinario la cosa, la persona e l’evento inutile. E certo mi direte voi: è negativa una cosa inutile. Io fino al congresso della Fiom del 6 giugno 2012 non ero arrivato a pensarla così. Pensavo, sbagliando, che ci fosse il positivo ed il negativo, poi, in mezzo, ci fosse l’inutile: quella cosa che non arreca danno, ma neanche produce effetti positivi. Ieri Bersani mi ha fatto cambiare idea. Il segretario Pd, ora come non mai Partito Demente, come dice un giornalista vero, ha ribadito con forza che il progetto che fu dell’Unione non va più, e questo ce lo aspettavamo, ma che neanche l’IDV va più bene, no proprio no. Già metodologicamente è il risultato di un’analisi storica quanto meno superficiale, se non addirittura errata. Non furono Ferrero ne Di Liberto, gli attuali dirigenti comunisti, a mettere fine all’esperienza Prodi, l’ultima per intenderci, e quello di Bertinotti è un riferimento troppo lontano per poterlo ritenere ancora valido. Ma almeno li posso trovare un senso, non si vuole andare alle elezioni con partiti che predicano cose, giuste, ma con la <<falce ed il martello>> dietro. Ci sta. Dopo tutto è la linea che il Pd persegue senza mezzi termini da tantissimo tempo ed anzi la moria di comunisti sembra essere l’unico obiettivo raggiunto da Bersani & Co. . Ma perché Di Pietro? Perché l’Idv? Li non c’è falce e martello, al contrario sono insieme alla lega l’unico partito che si è professato post ideologico fin dal principio, omettendo da questo elenco l’Udc che prende le distanze anche da Gesù Cristo, in quanto troppo integralista, meglio Cuffaro di certo. L’idv non ha nulla, ma proprio nulla nulla, in comune con Ferrero e Di Liberto, se non aspettarsi che il Pd faccia la cosa giusta. Ed allora Bersani è impazzito o cosa? No, semplicemente è inutile. Bersani, dagli ingenui come me, era visto fino a non troppo tempo fa come il Bersaglio dei giochi al massacro di Walter Veltroni e di Massimo D’Alema, due che hanno fatto tanto per la sinistra italiana, in negativo s’intende. Invece no, Bersani non è neanche codesta specie di vittima. Bersani è semplicemente un politico, niente di più, niente di meno. Quanti avessero visto in lui un uomo illuminato, quanti ne avessero decantato le lodi, beh, si sono sbagliati. Bersani non è il partito come Di Pietro o Berlusconi, Bersani non ha il partito come Casini, non è nel Partito come Maroni, Bersani è il segretario del Pd perché gli è toccato, perché i poteri hanno indicato lui, e si sa i poteri raramente espongono certa gente dinamica e d’iniziativa, ne preferiscono sempre altri tipi, tirate voi le conclusioni a questo punto. La storia terrà conto dell’operato in questo paese del segretario Bersani, ne terrà conto e non per la sua positività, ma per la sua inerzia, per le sue seghe mentali e per la sua mancanza di coraggio nel proporre quello che la gente vuole contro le Banche che, a posto di essere pubbliche nel compito, hanno privatizzato gli stati ed i servizi sociali. Bersani sa tutto questo e tace, volendo escludere il campagnolo ed i suoi compagni di Partito dell’IDV, non controllabili, ma stranamente non lo fa con Vendola a cui tende la mano. Ma come Di Pietro no e Vendola si? Ma Vendola non è dichiaratamente di sinistra? Paradossale direte, tutt’altro. L’italia dei Valori siede ormai da tempo in Parlamento, cosa invece diversa per Vendola che ha bisogno per strutturarsi e per crescere non solo di entrare nella stanza dei bottoni, ma anche dei rimborsi elettorali. Bersani questo lo vede. Quindi come fece Veltroni proprio con Di Pietro, usato per dire in Tv le cose che i democratici non potevano dire, contro i comunisti del tempo, ora i vendoliani sarebbero lo strumento per dire che la sinistra quella vera sono loro, contro Di Pietro e Di Liberto, ma con Vendola appunto, un Vendola castrato un secondo dopo le elezioni naturalmente, come fu per tutti quelli che hanno sperato nel PD. Allora Bersani forse non sei inutile, sei più che inutile. Per carità non lo dico io, lo dice la storia. Quella storia che ha bocciato BUSH, che ha bocciato SARKOZY, che boccerà la MERKEL, che ha deriso Berlusconi e che ha cancellato Casini e quelli come lui a livello mondiale dai posti che contano. Ma questo al segretario Pd non interessa, lui deve tenere insieme il partito, non capendo che chi esce dal pd, perché predica cose sbagliate sarà il primo a perderci, come Rutelli che è passato da dirigente a signor Nessuno e neanche viene citato nell’alleanza del Terzo Polo. Allora a questo punto che dire: spero che Vendola non faccia l’errore di vedere nel Pd una speranza se non unitaria di tutto il centro-sinistra italiano, e non come unico vessillo di un certo pensiero, il che sarebbe inutile, e lasci al pd al loro vero animo, quello dettato dai Letta, dai Veltroni, dai D’Alema, dagli Ichino ecc. ecc. ecc. Cose che insomma non sono adatte alla gente normale, che vuole vivere serenamente <<nonostante>> la politica.
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