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mercoledì 22 gennaio 2014

Se c'è Renzi è colpa di Ingroia


Ingroia
Avete presente quei giornali in cui il titolo dice una mezza verità in confronto al testo? Avete presente quando il titolo viene smentito dall'articolo? Non è questo il caso. Penso davvero quello che il titolo indica con nettezza. Partiamo dal principio per spiegarlo. 
Il 24 e 25 febbraio 2013, giorni delle ultime elezioni politiche, i due maggiori poli, quelli storicamente intesi, ovvero Berlusconi da una parte e centro-sinistra dall'altra, hanno pareggiato con il disonore delle armi. Bersani ha dilapidato centinaia di migliaia di voti (presunti) accumulati dopo le primarie; Berlusconi ha illuso il popolino con la fandonia della “restituzione dell'Imu”. Il reale vincitore di quella competizione, nonostante si classificò terzo, fu Grillo. Il risultato del duo Grillo-Casaleggio fu impressionante, al di sopra delle stesse aspettative del movimento, secondo i più maliziosi. Tutti gli altri persero, anche sonoramente. Perse Monti, ovvero l'uomo amato fino a pochi mesi prima. Perse Monti e Scelta Civica, non il Montismo, considerati i risultati.
Enrico Letta
Perse anche Oscar Giannino, non tanto per le sue idee troppo laceranti od il suo look improbabile, quanto per un curriculum non proprio onesto. Perse anche, e qui dico soprattutto, Antonio Ingroia. L'ex Pm, l'ex magistrato, l'ex Ingroia che aveva deposto la toga per dedicarsi alla cosa pubblica da un altro scranno. Risultato? Ingroia ha perso, aggiudicandosi la sconfitta più cocente, con percentuali imbarazzanti, non in grado di assicurargli neppure un posto in Parlamento. Di tutto ciò la storia terrà conto, e ne terrà come abbiamo visto in maniera profonda. Il più grande partito del centro sinistra ha assegnato le due posizioni apicali, segretariato e Presidenza del consiglio dei Ministri a due Democristiani, Renzi e Letta. Le quotazioni di Sel sono in caduta libera, specie dopo la bruttissima figura di Nichi Vendola sull'affare Ilva. Ingroia ha il destino di essere simbolo. Prima simbolo dei giovani Magistrati senza paura, poi di “eroe degli eroi” antimafia in vita, poi di una sinistra che in Italia non esiste più, quella che è sinistra senza l'attributo <<centro>>, ma sinistra e basta, integrale od integralista.
Matteo Renzi
Ingroia ha perso. Perché ha perso? Ingroia si è affidato a gente che non vince elezioni dalla “Rivoluzione d'ottobre”, stimabili in quanto intellettuali ma non come politici, ovvero i comunisti in tutte le loro assurde ed ridondanti formazioni. Di Liberto, Ferrero, gente per bene per carità, ma che riescono a stare divisi avendo 5 voti a testa.
Ferrero, Di Pietro, Di Liberto
Ingroia si è affidato a gente come Di Pietro, anche lui, al netto di taluni errori, uomo per bene, ma che era alla fine di un percorso politico per colpa della tanto amata tv d'inchiesta (chi non ricorda la puntata di Report sulle case di Di Pietro?). Ingroia ha perso perché ha preparato la campagna elettorale con i tempi tutti sbagliati. Troppo poco tempo in Nicaragua, troppo poco tempo in Italia. La campagna elettorale non doveva essere fatta puntando alla sconfitta del Pd, ma alla propria vittoria. Ingroia, con quei tempi, con quei modi, con quei compagni di avventura ha legittimato chi diceva che la magistratura è di sinistra, dimenticando i magistrati di destra (uno su tutti: lo stesso Paolo Borsellino) che combattevano la mafia in modo fiero e cazzuto.
Ingroia ha sbagliato, ha segnato la fine di un'epoca, legittimando tutto il resto avvenuto dopo. Ha permesso che si votasse contro di lui, concettualmente un punto sbagliato. Ha avuto compagni d'avventura sventurati Ingroia, ed altri ingenui, come Salvatore Borsellino, le cui critiche hanno smontato l'ex magistrato agli occhi degli stessi elettori. Cosa avrei fatto io al posto d'Ingroia? Avrei aspettato, avrei fatto passare quel momento, detta banalmente mi sarei stato in Nicaragua un altro po con quell'incarico di prestigio ancora qualche tempo, ovviamente cercando di assolverlo al meglio e facendo sentire la presenza autorevole e libera. Avrei aspettato Grillo al varco, non facendomi fregare i voti da lui. Di un personaggio come Ingroia ora ci sarebbe bisogno. Ora che il Pd è una fucina di nuovi Democristiani renziani sempre d'accordo fra di loro, come la migliore tradizione Berlusconiana. Che di sinistra ci sia bisogno non lo dico io. Lo dice il fatto che manca il vessillo e la casa per le idee di Rodotà, Zagrebelsky, Flores D'arcais, Spinelli tanto per fare qualche nome.
Stefano Rodotà
Di una certa sinistra ci sarebbe bisogno ora. Ora che Di Matteo è sotto attacco nella maniera più ambigua e sonora possibile, quasi che qualcuno voglia preparare l'inchiesta per la sua morte in anticipo, come se qualcuno voglia replicare il caso Scarantino. Ora ci sarebbe bisogno di Sinistra. In un momento in cui il sogno Crocetta si infrange in una Sicilia sempre più corrispondente alle idee di Sciascia. Ma Ingroia è stato troppo vanitoso, troppo presuntuoso per calcolare tutto ciò. Ha considerato i suoi titoli di merito giudiziari battistrada per la politica. Errore grossolano in un paese che vota Berlusconi, che tra Cuffaro e Rita Borsellino preferisce il primo e preferisce ancora Maroni ad Ambrosoli. Ingroia ha sbagliato, mi brucia perché ora ci sarebbe bisogno di quel sogno, tirato fuori dal cassetto troppo presto e goffamente. 

Cuffaro

Soluzioni? Per ora solo la speranza.


















Ivano Asaro




Ivano Asaro

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