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venerdì 8 gennaio 2010

"Molti dei nostri uomini politici sono degli incapaci. I restanti sono capaci di tutto." (Boris Makaresko)

L'ignoranza della politica spesso fa paura: sapere che i nostri politici assomigliano sempre più a dei caproni, i quali pensano che Nelson Mandela sia un leader militare del Sud America, oppure che l'effetto serra "raffreddi" l'ambiente, anzichè surriscaldarlo, non fa certo crescere la stima degli italiani verso la classe politica. Sarà vero che ogni popolo ha i politici che si merita? Che belli i tempi in cui i politici si vedevano in Tv solo durante le tribune elettorali dove rispondevano al fuoco di fila dei giornalisti e poi tutti insieme si ritrovavano nella tribuna politica a commentare il risultato delle elezioni. Gente di altro spessore rispetto agli attuali anche se poi la musica in occasione delle elezioni era la stessa, tutti avevano vinto e nessuno aveva mai perso. Ma almeno c'era rispetto, intelligenza, capacità, tutte doti che oggi facciamo fatica a ritrovare nei nostri rappresentanti in parlamento, a parte qualche rara eccezione. Rievocare i tempi passati con nostalgia non è mai positivo ma di certo chi mai avrebbe pensato di dover rimpiangere il vecchio modo di fare politica della prima repubblica. Oggi di fatto non è cambiato molto, sono rimasti i soliti mali dei politici italiani, ma non più mascherati dalla conoscenza del proprio mestiere. Nel frattempo ogni giorno abbiamo qualche politico che dà il meglio di sè in esternazioni e dichiarazioni di vario genere, rilasciate a televisioni, radio o nel bel mezzo di qualche trasmissione televisiva ormai diventate una specie di vetrina permanente per parlamentari, ministri o politici attualmente disoccupati.
Sembra proprio che la classe politica italiana si possa suddividere in un reparto ignoranti, in uno di condannati e in uno di uomini onesti, consapevoli del proprio servizio ed animati da un forte sentimento di cooperazione, solidale ed ottimista. Beh, il problema è che i primi due reparti rischiano l’implosione, il terzo sembra frequentato da fantasmi: tutti auspichiamo uomini di tal fatta, qualcuno ne parla, ma pochissimi li hanno visti. Essendo convinti che neanche i somari debbano andare in parlamento, io non penso che debbano essere tutti plurilaureati, però avere qualche nozione di cultura generale, quando si devono scrivere le leggi, aiuta; naturalmente se uno non sa quando è stata scoperta l’America, rispetto a chi ha favorito dei mafiosi siamo tutti d’accordo che c’è una discreta differenza, ma il nostro è sempre un giudizio di tipo politico e mai di tipo penale, visto che noi non facciamo i magistrati, tale giudizio investirà anche il fatto che uno, se non sa parlare italiano o non sa le nozioni fondamentali di storia, non è degno di rappresentare il suo Paese.
Assistiamo sempre più a un crescendo di “ignoranza armata”, e così di un’arroganza dell’ignoranza, che rappresenta un perfetto e devastante “cretinismo pratico.” Una società la nostra che premia la mediocrità e l’ignoranza e quanto più si è ignoranti tanto più si tende a essere arroganti per un meccanismo psicologico di difesa e di mascheramento della propria pochezza, e quanto più si è arroganti tanto meno ci si preoccupa di colmare la propria ignoranza.
È proprio l’avanzata degli ignoranti armati a contraddistinguere la nostra italica - e non solo - contemporaneità incapace di premiare i meritevoli e i capaci. Un’avanzata che contiene, alla lunga, un elemento drammatico: se sono questi i personaggi “vincenti” che diventano classe politica dirigente, quale progresso possiamo sperare per il nostro paese? Se il dubbio, il ragionamento, il rispetto dell’altro vengono sopraffatti dalla tronfia sicumera degli incompetenti, come possiamo alimentare quel confronto vitale per la nostra crescita intellettuale?
Mi piacerebbe individuare i responsabili di questa deriva. La televisione, che offre vetrina quotidiana ai parlatori urlanti del nulla per assicurarsi qualche punto in più di share, dato che il ragionamento tende a essere tedioso, mentre il detto perentorio è di facile impatto? La politica, che spesso non valorizza i talenti ma gli apodittici proclamatori di slogan indotti dal leader di turno? In generale quella che chiamiamo la società dell’immagine, nella quale conta chi appare e non chi sa?
Mi piacerebbe non dovermi sentire così anacronistico. Mi piacerebbe avere dei maestri in cui credere. Maestri saggi però, pervasi dall’intelligenza di colui che “sa di non sapere”. La nostra consolazione? Un asino puoi raccomandarlo quanto vuoi…non diventerà mai un cavallo…

Prof. Danilo Di Maria
Pubblicato anche su "L'Opinione" anno XI n. 27 15-12-2009

2 commenti:

  1. proporrei un esame,scritto ed orale, pre-elettorale a tutti i candidati!

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  2. "Dubitate di chi ha solo grandi certezze e riponete fede in chi ha anche dei seri dubbi, in quanto la vera saggezza sta anche nel saper riconoscere la propria ignoranza, ne fu un classico esempio il grande filosofo greco Socrate, alla base della cui sapienza stava la consapevolezza di sapere di non sapere nulla."
    Nel caso descritto sopra dal mio umilissimo e venerabile Maestro i politici in sintesi hanno massacrate,annientate umiliate tutte le teorie del povero Socrate, è ormai ovvio a noi tutti che loro sono ignoranti, ma molto ignoranti, ma cosa ancor più grave e il non esserne consapevoli.
    Come le dissi già una volta caro Maestro l'ignoranza unita all'arroganza diventa DINAMITE PURA.
    e quello è il caso lampante di parecchi politicanti mazaresi.
    Rino

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