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mercoledì 1 gennaio 2020

*Quello strano, vecchio, solito morbo.*

Il tempo delle feste è il tempo del ritorno.
Ritorni a casa per tanti giorni consecutivi,
Ritorni a parlare con parenti e conoscenti che non vedevi da tempo,
Ritorni su pensieri che avevi scordato e di conseguenza ritorni su ragionamenti che avevi archiviato.
Poi ti rendi conto che certe cose non cambiano mai.
Senti battute su un albero di Natale che si distrugge per il brutto tempo su cui l’amministrazione avrebbe colpe cosmiche, ascolti dubbioso affermazioni giuridicamente fantasiose ed addirittura percepisci che c’è voglia di un passato non troppo lontano.
Provi pure a dire la tua:
provi a ricordare che le strade rosse sono state cavolate inutili, provi a dire che il problema dell’immondizia era una bomba con un timer acceso dal momento in cui si annunciò la differenziata in modo dissennato, cerchi di ricordare che non c’è un numero, che sia uno, che denoti che Mazara in 10 sia diventata capitale, sia migliorata.
Stremato parli della Spiaggia Di Tonnarella, per l’ennesima volta impraticabile nonostante 10 anni di promesse, della ferrovia che nonostante 10 anni di promesse taglia ancora in due la città.
Ma alla fine ti arrendi.
Capisci che le persone vogliono solamente decidere chi sia il proprio padrone, alcune hanno il privilegio di decidere la lunghezza della catena.
Questa città potrà cambiare sindaco centinaia di volte ma la malafede e l’ignoranza sono una cuccia troppo comoda per potervi rinunciare.

Ivano Asaro


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