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mercoledì 29 febbraio 2012

La Corte dei diritti umani condanna l’Italia

La Corte dei diritti umani ha condannato ieri all’unanimità, in via definitiva, i respingimenti verso la Libia attuati dal 2009, per aver violato il diritto dei migranti a non essere sottoposti a tortura o trattamenti inumani e degradanti. Il caso nello specifico riguarda i 22 somali ed eritrei che assieme ad altre 200 persone circa vennero intercettati a 35 miglia da Lampedusa il 6 maggio del 2009 da navi italiane, trasbordati su queste e riportati in Libia. L’Italia dovrà risarcire a ciascuno dei ricorrenti 15mila euro per danni morali.

“Questa sentenza sarà esaminata con la massima attenzione ed alla luce dell’analisi di questa, prenderemo decisioni per quanto riguarda il futuro”, ha commentato il presidente del Consiglio Monti. Questa sentenza “ci farà pensare e ripensare alle nostre politiche sulle migrazioni”, ha concordato il ministro per l’Integrazione e la cooperazione Andrea Riccardi. L’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), loda il verdetto definendolo “storico”. Sempre all’unanimità, la Corte ha condannato l’Italia per aver violato l’articolo che vieta le espulsioni collettive (è solo la seconda volta in 60 anni che uno Stato membro del Consiglio d’Europa viene condannato per questa violazione) e per non aver concesso un ricorso effettivo ai migranti contro la decisione di respingimento. Nella sentenza, contenuta in circa 80 pagine, la Corte rigetta tutte le tesi difensive italiane.

Noi Giovani dell’Italia dei Valori riteniamo che la condanna della Corte di Strasburgo costituisca un necessario atto di civiltà contro le scellerate politiche sull’immigrazione messe in atto dal precedente governo, che calpestano i più elementari e fondamentali diritti della persona. Una politica aggressiva che non ha prodotto alcun risultato positivo, se pensiamo alle considerazioni del vicepresidente del Csm secondo il quale l’introduzione del reato d’immigrazione clandestina non ha affatto diminuito il fenomeno e relega dunque tale azione politica ad una mera, pericolosa ed improduttiva campagna mediatica.

Tale sentenza costituisce una condanna nei confronti di un governo illiberale, demagogico e populista, per colpa del quale un intero Popolo, quello italiano, che si è sempre caratterizzato per la tolleranza, l’accoglienza ed il rispetto dei diritti fondamentali, dovrà pagare per una condanna che denota tutta l’incapacità, l’arretratezza e l’inattualità di certe pratiche politiche che ci sono estranee ma che fanno presa su una certa classe dirigente.

Rudi Russo

Coordinatore nazionale Giovani IDV

Consigliere Regione Toscana

lunedì 20 febbraio 2012

Giovani IDV per la liberazione di Rossella Urru


Era il 22 ottobre del 2011 quando Rossella Urru, 29 anni, cooperante del Cisp è stata rapita nel deserto algerino sud occidentale, vittima della guerra tra bande terroristiche che infestano l’area. Insieme a Rossella, altri due colleghi spagnoli sono stati rapiti.

Centoventi giorni. E nessuna notizia. O meglio, le ultime risalgono a dicembre quando un gruppo dissidente di Al Qaeda ha rivendicato il rapimento. Si tratta del Movimento Unito per la jiahad in Africa.

I tre giovani lavoravano nel campo profughi di Tindouf, dove da 36 anni vive in esilio un intero popolo, quello saharawi , da quando l’ex possedimento spagnolo fu invaso dal Marocco nel 1975. Da allora i miliziani del Fronte Polisario rivendicano l’indipendenza del territorio e si battono per ottenere il ritiro del Marocco e un referendum per l’autodeterminazione del loro popolo.

Per il popolo Saharawi il rapimento potrebbe avere sviluppi fatali dal momento che la popolazione sopravvive quasi esclusivamente grazie al sostegno e all’impegno di organizzazioni umanitarie internazionali, moltissime delle quali spagnole ed italiane.

“Rossella è la parte migliore dell'Italia”, si legge sul web. Lei che ha lasciato l'Italia per “dedicarsi agli altri”. Ma l’altruismo non l’ha salvata. Si legge nel web, dove si moltiplicano gli appelli ed i comunicati.

Noi Giovani dell’Italia dei Valori aderiamo ai numerosi appelli per chiedere il massimo impegno alle Istituzioni affinché Rossella possa tornare a svolgere la sua encomiabile attività.

Chiediamo al Governo ed al Ministero degli Esteri di fare quanto più possibile per liberare Rossella e non lasciare da soli quanti, come lei, mettono a disposizione le proprie capacità, le proprie energie e si impegnano per non lasciare al proprio destino intere popolazioni che rivendicano il proprio diritto all’autodeterminazione e proprio per questo vengono perseguitati, uccisi e privati dei più fondamentali diritti.

La Comunità internazionale prenda esempio dalla Società civile che si organizza e si impegna affinché i più basilari diritti, internazionalmente garantiti, abbiano una reale ed effettiva tutela cominciando proprio dal non abbandonare chi dedica parte della propria vita impegnandosi in tal senso ed è vittima di sabotaggi e rapimenti.

Rudi Russo

Coordinatore nazionale Giovani IDV

Consigliere Regione Toscana



lunedì 13 febbraio 2012

Giovanardi e le sue ossessioni non ci rappresentano

Giovanardi questa volta l’ha sparata davvero grossa ed ha dimostrato un certo impegno nel ricercare parole offensive e provocatorie che ormai denotano infraintendibilmente l’inattualità di un personaggio politico retrogrado ed assolutamente fuori luogo.

Due donne che si baciano in strada? Sono come “chi fa la pipì in pubblico”. Il senatore del Pdl, Carlo Giovanardi ex sottosegretario con delega alla Famiglia, prosegue la sua personale “crociata” contro gli omosessuali, degna di Luigi IX di Francia, che visse nel 1200.

Ma Giovanardi, nelle sue parole, cerca una credibilità che non esiste fornendo bizzarre lezioni di educazione sessuale e di igiene. “Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere”, ha spiegato in una intervista radiofonica, aggiungendo poi: “Ci sono anche faccende delicate. Ci sono problemi di batteri, che richiedono una grande attenzione nel momento in cui si fanno certe pratiche. Quindi nel momento dell’educazione sessuale nelle scuole, è normale, dare un modello: gli organi dell'uomo e della donna sono stati creati per certe determinate funzioni. E non è altrettanto naturale il rapporto tra due uomini o due donne".

“A lei che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio”.

Parole che fanno effetto, specie se pronunciate dall’ex sottosegretario con delega alla Famiglia di un Paese civile come il nostro, in cui chi governa dimostra spesso di non essere all’altezza dei cittadini che rappresenta.

Noi Giovani dell’Italia dei Valori, da sempre attenti ed attivi nelle battaglie civili, riscontriamo una pericolosa ossessione nelle parole di Giovanardi che non rendono onore ad un Paese libero ed una comunità civile come la nostra. Affermazioni di una tale volgarità dovrebbero essere immediatamente censurate dal partito di cui Giovanardi fa parte, poiché irrispettose e non degne di un rappresentante del Popolo. Le uscite del senatore dimostrano quanto il nostro Paese abbia bisogno di una classe politica nuova, in grado di interpretare le propensioni di una società in continua ed inesorabile evoluzione. Chi rappresenta i cittadini ha il dovere di governare in nome del Popolo secondo il principio di universalità che vede gli eletti responsabili di fronte alla nazione intera e non una parte di questa.

Rudi Russo

Coordinatore nazionale Giovani IDV

Consigliere Regione Toscana


venerdì 10 febbraio 2012

Giovani IDV nel Giorno del ricordo

Oggi per il nostro Paese è il “Giorno del ricordo”, il giorno di memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.

Istituito per legge nel 2004, “la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Il Giorno del ricordo è una solennità civile, un atto doveroso che ha l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria dei tragici eventi che costrinsero migliaia di italiani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia e di tradizioni. Per non dimenticare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, per lo più compiuti dall’ esercito popolare di liberazione iugoslavo dopo la seconda guerra mondiale e che portò all’esodo di 350 mila fiumani, istriani e dalmati che, dal 1945, si riversarono in Italia con tutti i mezzi possibili.

Noi Giovani dell’Italia dei Valori nel ricordo delle vittime e dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati riteniamo che, come anche per il “Giorno della memoria”, solo una conoscenza ed una coscienza storica collettiva, approfondita e condivisa può dare luce a vicende dolorose della storia del nostro Paese, che hanno investito i nostri connazionali. Scelte di campo, arbitrarie interpretazioni e distorsioni della realtà, specularmente condotte da italiani e slavi e mosse da spirito identitario o nostalgico verso opposte ideologie morte e sepolte non hanno fatto altro che dare margini di movimento a gruppi estremisti che prendono spunto da tali e tragici avvenimenti per urlare la loro folle menzogna e giustificare la loro becera e sepolta ideologia.

Il Giorno del ricordo sia, per gli italiani tutti, un momento per fermarsi a pensare quanto la follia umana non abbia un colore, una ideologia precisa e definita, quanto invece questa sia frutto di estremismi che, seppur opposti, si incontrano nel netto ed inequivocabile rifiuto dell’altro, percepito come una minaccia, non come una risorsa.

Rudi Russo

Coordinatore nazionale Giovani IDV

Consigliere Regione Toscana

mercoledì 8 febbraio 2012

IDV, Russo: “Giovani SI della Toscana sia un esempio per il Governo”


Firenze, 8 febbraio 2012. “Insieme al Comitato “9 aprile” – commenta il Segretario della Commissione Sviluppo economico in Consiglio regionale e coordinatore nazionale Giovani Idv, Rudi Russo - saremo domani pomeriggio di fronte al Ministero del Lavoro per dar voce alle proposte concrete del decalogo della precarietà e chiedere con forza che il dibattito ritorni su un terreno di serietà e concretezza, dopo le ultime dichiarazioni dei ministri e del Premier. Le misure previste dal Progetto Giovani SI dalla Regione Toscana possono esssere un esempio per il Governo”.

“Dall'articolo 18 che allontanerebbe gli investimenti, alla monotonia del posto fisso e al posto accanto a mamma; si sta perdendo di vista la serietà e l'importanza che la riforma del lavoro deve avere, nonchè i termini concreti della questione, relativi alla necessità di garantire la stabilità e la continuità delle condizioni di lavoro, anche di fronte agli ovvi requisiti di mobilità, formazione continua e flessibilità che il mercato oggi richiede”.

“La sfida è quella di garantire i diritti del lavoratore, rifiutando gli scambi al ribasso, e garantirne la libertà di scegliere i propri percorsi lavorativi. Combattere la precarietà significa combattere una causa e non un effetto della crisi; per rilanciare l'economia e' necessario partire dalla certezza del lavoro e dal rilancio dell'imprenditoria giovanile: temi che nulla hanno a che vedere con l'articolo 18, ma che riguardano la condizione concreta dei lavoratori e una nuova politica dello sviluppo”.

Il decalogo contro la precarietà:

http://www.ilnostrotempoeadesso.it/component/content/article/35-contenuti/237-il-nostro-decalogo.html


Rudi Russo

Consigliere Regionale della Toscana - Coordinatore Nazionale Giovani dell'Italia dei Valori

mercoledì 1 febbraio 2012

Si è aperto il congresso degli imbecilli in massa…e su questo la penso come Manzoni



Sarà perché da piccolo, all’esame della quinta elementare, la maestra mi disse “tu non sai scrivere”, probabilmente aveva ragione; sarà perché adesso che sono cresciuto mi stanno sul naso molte cose, ma di certo non voglio smettere di pensare e di scrivere.

La neve fuori la finestra s’addensa, presto sarà ghiaccio, poi si scioglierà, così com’è naturale che avvenga, perché tutto è po’ così, avviene, colpisce, ti condiziona e poi svanisce.

Giorno 16 gennaio 2012 la Sicilia viveva uno dei suoi momenti topici, la gente si svegliava, usciva dalle case, bloccava strade ed autostrade, si complicava la vita, perché è così che si fa quando lo stress e la disperazione ti prendono, si rinuncia a qualcosa, ti attiri le ire di chi i problemi non li vive ancora personalmente, però fai rumore, imprimi in tutti la consapevolezza che qualche cosa non va. Ed allora eccoli li gridare, scaldarsi con mezzi di fortuna quei trasportatori, per primi e poi, agricoltori, pescatori, disperati di ogni genere. Movimento dei forconi e forza d’urto i nomi dei manifestanti, pastori sardi nell’altra isola. Da dire ci sarebbe tanto come cronaca, poco come spiegazione, che cosa vuoi chiarire politologicamente a chi non ce la fa ad andare avanti, quale motivazione vuoi dare a chi vede i suoi figli senza futuro, nemmeno quello immediato, e quindi spacca tutto, e chissenefrega della benzina che non arriva per qualche giorno. Infondo potrei dirvi ve l’avevo detto (intervista estiva di LILIANA PINTA), ma quelli che usano questi mezzi, queste frasi, mi stanno proprio antipatici, quindi figuratevi se mi metto io a riempirmi la pancia di sospiri compiaciuti. Ed allora perché quest’articolo?

Perché: se, infondo era facile dire che il “popolo affamato fa la rivoluzion” come cantava Rita Pavone, cosa ben più complessa è capire se quello che sta succedendo è proprio tutto causato dagli eventi, oppure c’è qualcosa, o qualcuno, che soffia perché ciò avvenga. Ma andiamo per gradi. E’ logico che ciò non sarebbe avvenuto se a governare questo paese politicamente ed industrialmente non ci fossero gli esempi più eclatanti dell’illogicità e della rappresentanza occulta, e ahimè anche dell’inutilità. Ma a chi vuoi chiederle queste cose se ad esempio Pd e Pdl, i due maggiori partiti di questo paese sono governati da zio e nipote, Gianni ed Enrico Letta? Allora cerchiamo di capirle da soli, ognuno con il proprio apporto, il mio è questo articolo.

Vent’anni di Silvio Berlusconi hanno legittimato l’ignoranza in questo paese, non che prima le persone sapessero cosa significasse democrazia parlamentare, ma avevano più rispetto per ciò che era giusto, adesso vedendo le riunioni della Lega, che il bravo Saverio Tommasi ci mostra con tanta ironica minuzia, si capisce come una frase, “in questo paese non c’è democrazia”, ha un significato tutt’altro che ideale. In questo stato di cose, finché è durato, l’impero mediatico è stato il vero oppio per i popoli, bastava che Gerry Scotti regalasse due biciclette a bambini disperati per la fame che i nostri cuori erano colmi di speranza per il futuro, senza contare null’altro. Così nonostante la povertà si diffondeva come la peste del Manzoni, la benzina arrivava a costare come il pane, noi ci crogiolavamo nelle guerre di popolo dei pacs, nelle questioni sulla cittadinanza, ecc., ecc., che diciamoci la verità hanno si un fondamento, ma sono indubbiamente stati usati per distrarci. Questa però, come tutte le epoche finiscono, e poco importa se per meriti oscuri di Corrado Passera, o per telefonate tedesche all’indirizzo del Quirinale, ed allora Silvio Berlusconi non è più il nostro presidente. Quello che mi aspettavo era, come tutti, che il Presidente nuovo, cioè Mario Monti, fosse più incisivo, più equo, più presidente di tutti. Questo non è avvenuto, per lo meno fino ad oggi. Quello che di sicuro non mi aspettavo era che dopo anni di peggioramenti continui, il popolo insorgesse proprio in queste circostanze. Che senso ha sottostare per un 20’ennio ad un puttaniere, non nel senso di consumatore finale di escort, ma nel senso che è riuscito ad accumulare svariati record come quello di debito pubblico prodotto in un giorno, figuracce a livello internazionale, amici sbagliati, (basta non ne metto più)… e poi ribellarsi dopo poco tempo dall’insediamento di un nuovo esecutivo? Mario Monti, come dirò dopo, ha il merito di rappresentare il cambiamento, se poco incisivo lo dirà il tempo, ma è sicuramente un miglioramento, perché è stato contestato così presto, perché così fortemente? Vedete io non voglio vederci per forza un deus ex machina dietro le cose che accadono: sono ad esempio convinto che Cisl e Uil, Angeletti e Bonanni, sono rientrati nel solco della Cgil, perché adesso non c’è più Mediaset che li fa andare in tv, quindi per avere spazio mediatico devono dire e fare cose di rilievo, in parole povere protestare. Ma i forconi sono un’altra cosa. La Sicilia è una terra particolare, dove pochissimi sono schiavi delle situazioni di mafia, ma tutti lo sono delle circostanze, dei saluti, dei caffè offerti al bar. Che la rivoluzione parta naturalmente da li non è impossibile, ma molto molto strano. Certo la redenzione è cosa accaduta in passato, ma per redimere Palermo dalla facile connivenza e convivenza dovettero morire parecchi poliziotti, parecchi magistrati, parecchia gente, poi Falcone e Borsellino, e ciò non avvenne in due mesi, ed ancora dobbiamo eleggere un governatore regionale sicuramente scevro da condizionamenti mafiosi. A questo punto urge un chiarimento sul mio pensiero, ritengo che ci siano dei registi dietro queste proteste, ma questi non sono certamente di carattere mafioso, anzi ci vedo tutt’altro. Secondo me i fautori esistono, e per cercarli si potrebbe partire dai finanziatori dei Forconi: ad esempio chi ha pagato striscioni, cappellini, festoni, giubbotti tutti con i loghi? Chi ha pagato i biglietti aerei per le varie ospitate tv? Dico il vero mi girano parecchie idee per la testa, alimentate anche dalla scomposta reazione della Confindustria siciliana, ma per ora le tengo fuori, ripromettendomi di approfondire l’argomento.

Ma andiamo oltre: di certo se possono esserci dei promotori occulti, il popolo è comunque sovrano delle proprie azioni, quindi è sostanziale parlare non solo dell’appoggio che il popolo siciliano ha dato ai tir fermi, ma di quello che la stragrande maggioranza degli italiani ha dato ai padronicini in rivolta. A questo punto mi sovvengono le lezioni che Manzoni mi diede, tramite la mia professoressa delle superiori, il popolo preso nella sua totalità è qualcosa che agisce sull’onda del populismo, e questo spesse volte è padre delle peggiori idiozie. Già in passato mi ero accorto di quanto una frase, ripetuta tante volte, può diventare un inno, anche se totalmente privo di senso. Se chiedete all’italiano medio un giudizio dell’ultimo governo Prodi vi sentirete rispondere: “Berlusconi è terribile, ma prodi quante tasse ci ha messo”, “ Con Prodi non si respirava più, le imprese stavano morendo dietro le sue tasse”…… Alla domanda “ Quale tassa ha maggiormente sofferto introdotta dal governo Prodi?” la risposta è: eeeeeee, aaaaaaaaaaaaa, comunque erano troppe ….Ancora chiedi “ Mi dici una tassa introdotta dal governo Prodi?” la risposta è: eeeeeee, aaaaaaaaaaaaa, comunque erano troppe. Questo per dire, che possono pure essere attribuite delle colpe a Prodi, ma la gente arrabbiata con lui nella stragrande maggioranza dei casi lo è, ma non sa perché. Ora nei riguardi di Monti vedo lo stesso trend, ci si lamenta delle azioni economiche e fiscali che si stanno approntando, anche qui le risposte mediamente date sono imbarazzanti ed imbarazzate, però una mi colpisce particolarmente: “ Ci siamo tolti Berlusconi ed abbiamo preso Monti, non ci abbiamo guadagnato, anzi”. Questo mi spaventa. E’ come dire che un assassino di fronte al proprio giudice dichiara: “Quando io gli ho sparato, il poveretto perdeva poco sangue, il medico per salvargli la vita gli ha fatto perdere molto, moltissimo sangue”. Qui non si guarda a chi ha sparato agli italiani, ma a chi sta eseguendo una difficilissima operazione per salvargli la vita, e sta dissanguando il corpo. E’ chiaro che anche Monti vada comunque guardato e non venerato, anche lui deve essere capito, studiato e se è il caso criticato. Intanto va detto che solo un paese come il nostro poteva farlo diventare un idolo dei partiti di sinistra, solo un paese come il nostro poteva scambiare la sua buona educazione come risposta ai reali temi che la società attuale ci pone. Le critiche vanno fatte, nel merito però. Ad esempio, era quasi necessaria la riforma del sistema previdenziale in Italia, e questo va capito. Il fatto è che però il sistema è stato innovato, ma dal notevole risparmio avutosi, non si avvantaggeranno nei i lavoratori nella busta paga ne gli imprenditori, quindi consumi bloccati e pensione comunque rinviata, senza contare che non sono date rassicurazioni a chi voleva andare in pensione perché il lavoro rischia di perderlo. Ancora il settore dell’energia è stato toccato, specie con l’aumento delle accise, ma anche qui il percorso è stato fatto a metà, perché le tasse potevano essere stemperate aprendo al sistema dei rifornimenti plurimarche, diciamoci la verità: fare diversi chilometri per risparmiare 4/5 cent. di euro non vale la pena, se ci fosse la possibilità nel rifornimento sotto casa allora li si avrebbe la possibilità di scelta, imponendo ai petrolieri le vere leggi del mercato, di fronte le scelte del consumatore. Questi sono esempi di come le cose sono criticabili in questa realtà, ma non si può essere perentori poiché il tempo è stato veramente risicato, quindi bisogna attendere le scelte nel corso di questo 2012 che sarà travagliato e ricco di colpi di scena. E’ chiaro però che chi pensa deve fin da subito avanzare proposte concrete, dissipare le ombre (in tv volevano per esempio farmi credere che i farmacisti avevano lo stipendio di un operaio), chiarire che soltanto con mosse collettive e lungimiranti si può veramente iniziare un nuovo futuro.



Ivano Asaro